2-

7.5K 179 15
                                    

(Mi scuso per i primi capitoli, sono scritti malino e a tratti potrebbero avvicinarsi al cringe, giuro che migliorano.)

Il rumore fastidioso della sveglia mi costringe ad aprire gli occhi e controllare l'orario. Sono solo le otto di mattina e sta notte avrò dormito sì e no tre ore scarse. Ieri prima di andare a dormire ho dimenticato che mi trovassi nel mio periodo del mese, quindi solo un ora dopo mi sono svegliata con dei crampi insopportabili allo stomaco e dopo essermi cambiata di nuovo ho preso le mie compresse e riscaldato la borsa dell'acqua calda per ritrovare il mio sonno. Non è stato semplice ma dopo una mezz'oretta di lettura gli occhi hanno iniziato a chiudersi da soli.

Quindi eccomi davanti allo specchio intenta a rendermi decente dopo aver indossato dei leggings e felpa Ferrari con mezza zip. Di solito non mi trucco la mattina presto, oggi devo fare un eccezione. Molto naturale ma qualcosa che almeno copra le occhiaie che mi ritrovo. Pettino i capelli ancora mossi da ieri e calzo le converse nere. Prima di uscire dalla stanza prendendo una semplicissima borsa nera con la catenella lunga nella quale metto chiavi di casa, portafoglio, chiavi della macchina che mi danno in dotazione ogni volta che vengo qui e burrocacao. Indosso il pass per la pista, gli occhiali da sole, il giubbotto Ferrari e finalmente posso uscire.

Oggi è il primo dei quattro giorni di prove sulla pista di Maranello, dopodiché inizieranno i veri test a Barcellona, dove ci saranno anche tutte le altre scuderie. Salgo in macchina e guido per soli 5 minuti prima di entrare in un altro parcheggio. Ci sono molte macchina considerando che i meccanici e i piloti con i rispettivi dipendenti sono qui dalle sette di questa mattina, e adesso sono le nove.

Mi dirigo verso l'entrata e dopo aver strisciato il pass inizio a salutare le persone che conosco, cioè quasi tutte essendo solo dipendenti Ferrari. Mio zio dovrebbe essere nei box ed è effettivamente dove lo trovo. Mio padre non è qui perché si trova in struttura, lui partecipa solo ai gran premi. 

<<Ciao.>> entro salutando tutte le persone presenti lì dentro. Poi mi avvicino a mio zio per salutarlo <<Buongiorno zio.>> lo abbraccio e lui ricambia il saluto.

<<Buongiorno Stella>> lui e mio padre hanno questo vizio di chiamarmi così sin da quando sono piccola. Dicono che il colore dei miei capelli gli ricordano le stelle <<dormito bene?>>

<<Abbastanza.>> dopo questa rassicurazione si affretta a passarmi le cuffie rosse che usano per comunicare. Le sistemo sulle orecchie.

<<Sono entrambi in pista. Per adesso le macchine funzionano abbastanza bene, non abbiamo avuto nessun intoppo.>> mi spiega guardando il televisore davanti a noi. Mi siedo sulla sedia accanto a lui e inizio a guardare anch'io la corsa di prova dei due piloti. La macchina sembra apposto per ora, è veloce e il motore sembra funzionare alla perfezione, così come le gomme. Non sono un esperta di cose tecniche (purtroppo) ma ne capisco qualcosa. Charles conclude un minuto e quaranta secondi precisi, Carlos un minuto quarantatré secondi e due decimi. Anche se non guidano per vincere e solo per famigliarizzare con la monoposto il tempo è buono. Le auto tornano nei box e i due piloti ci escono fuori.

Non posso fare a meno di guardare come Charles toglie il suo casco e successivamente la balaclava. I suoi capelli sono tutti in disordine e lui si affretta ad aggiustarseli (o almeno ci prova). Da una pacca sulla spalla a due o tre operai e poi fa il giro della macchina per raggiungerci. Credo si sia accorto solo in questo momento che ci sono anch'io.

<<Oh, ehi!>> esclama abbracciandomi, lo vedo più sicuro adesso <<Non sapevo ci saresti stata.>>

<<Si, ci sono fino a sabato.>> rispondo abbastando le cuffie intorno al collo.

𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora