<<Evelyn...>> era solo un sussurro sfocato quello che arrivò alle mie orecchie. Mi sistemai meglio e continuai a tenere gli occhi chiusi.
<<Evelyn...>> questa volta lo sentì meglio e qualcosa mi stava scuotendo delicatamente. Mugolai nel sonno e quando avvertì una mano che mi accarezzava la guancia iniziai ad aprire gli occhi.
Non fu molto difficile perché era ancora buio e non c'era traccia di luce. Dovevo abituarmi al buio.
<<Ehi>> alzai gli occhi verso la voce, che riconobbi come quella morbida di Charles <<Come ti senti?>>
Nello stato confusionale del sonno mi resi conto che effettivamente non mi sentivo molto bene. Avevo lo stomaco sottosopra e la testa mi girava, anche stando sdraiata. Mi sentivo spaesata <<Che ore sono?>> chiesi debolmente stropicciandomi gli occhi assonnati.
<<Le cinque di mattina.>> rispose lui continuando ad accarezzarmi la guancia con le nocche. Avevo dormito solo un ora <<A che ora sei tornata?>>
<<Un ora fa.>> risposi sinceramente non avendo le forze per pensare ad una scusa. Appena finì di dire queste parole un conato di vomito mi assalì. Non riuscivo a vedere con chiarezza l'espressione di Charles ma subito si mise seduto per allontanarmi i capelli dal viso.
<<Sei pallida e stai sudando freddo.>> mi avvertì vedendomi in difficoltà. L'alcol continuava a scorrere e se era possibile mi sentivo più ubriaca di prima. Forse non è stata un ottima idea andare a dormire.
<<Charles.>> lo chiamami aggrappandomi al suo bicipite.
<<Sono proprio con te Evelyn.>> lo sentì dire con cura.
<<Non mi sento bene.>>
<<Devi vomitare? Hai bevuto vero?>> mi domandò cautamente. La sua non era un accusa ma mi sentì comunque in colpa per il suo interesse. Potete benissimo capire il perché.
Mi ritrovai ad annuire e me ne pentì all'istante perché dovetti correre subito verso il bagno. Quasi caddi scendendo dal letto e Charles mi si avvicinò subito <<Piano, piano.>> mi dice, aiutandomi ad arrivare al bagno. Immediatamente mi misi in ginocchio e aprì la tavoletta del water. Sfortunatamente avevo solamente conati di vomito ma non riuscivo ad espellere tutto l'alcol della serata.
Charles prese un suo elastico dal polso e mi legò i capelli in una coda bassa. Poi accarezzandomi le tempie mi chiese: <<Hai bevuto tanto?>>
<<Si.>> risposi girandomi a guardarlo. I miei occhi erano lucidi per lo sforzo e probabilmente avevo un aspetto orribile, eppure Charles mi stava guardando come se l'unica cosa importante in questo mondo fossi io e nient'altro <<Non mi sento bene mi gira la testa.>> piagnucolai sofferente. Non era da me chiedere aiuto ma non mi sentivo veramente bene e l'alcol mi semplificava tutto.
<<Hai bisogno di vomitare.>> afferma alzandosi <<E se non ci riesci da sola hai bisogno di uno stimolo.>> Non comprendevo a pieno le sue parole. Sento l'acqua scorrere e poi vedo Charles che si bagna due dita e dopo aver chiuso il rubinetto si inginocchia di nuovo accanto a me <<Apri la bocca.>> mi dice.
<<Perché?>>
<<Secondo te? Ti faccio vomitare.>> risponde semplicemente.
Guardai le sue dita e capì <<No, non voglio.>> scuoto la testa in disaccordo.
<<Mi dispiace ma devi.>> aggiunge mettendomi la mano asciutta dietro il collo. Questo mi riportò alla mente gli eventi di poco fa e se una serata intera di sensi di colpa non bastava questo non aiutò. Il fatto che nonostante fossi andata via nel bel mezzo di una conversazione seria lasciandolo spiazzato e comunque decide di prendersi cura di me mi fa stringere il cuore. E anche dopo essermi presentata in questo stato lui è comunque vicino a me amorevole come sempre <<Evelyn apri la bocca.>> ripete questa volta in italiano. È la prima volta che mi dice qualcosa in italiano e mi piace più del dovuto.
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𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles Leclerc
FanfictionLa leggenda del "filo rosso del destino" narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, per noi occidentali l...