9-

5.3K 150 93
                                    

<<Evelyn...>> era solo un sussurro sfocato quello che arrivò alle mie orecchie. Mi sistemai meglio e continuai a tenere gli occhi chiusi.

<<Evelyn...>> questa volta lo sentì meglio e qualcosa mi stava scuotendo delicatamente. Mugolai nel sonno e quando avvertì una mano che mi accarezzava la guancia iniziai ad aprire gli occhi.

Non fu molto difficile perché era ancora buio e non c'era traccia di luce. Dovevo abituarmi al buio.

<<Ehi>> alzai gli occhi verso la voce, che riconobbi come quella morbida di Charles <<Come ti senti?>>

Nello stato confusionale del sonno mi resi conto che effettivamente non mi sentivo molto bene. Avevo lo stomaco sottosopra e la testa mi girava, anche stando sdraiata. Mi sentivo spaesata <<Che ore sono?>> chiesi debolmente stropicciandomi gli occhi assonnati.

<<Le cinque di mattina.>> rispose lui continuando ad accarezzarmi la guancia con le nocche. Avevo dormito solo un ora <<A che ora sei tornata?>>

<<Un ora fa.>> risposi sinceramente non avendo le forze per pensare ad una scusa. Appena finì di dire queste parole un conato di vomito mi assalì. Non riuscivo a vedere con chiarezza l'espressione di Charles ma subito si mise seduto per allontanarmi i capelli dal viso.

<<Sei pallida e stai sudando freddo.>> mi avvertì vedendomi in difficoltà. L'alcol continuava a scorrere e se era possibile mi sentivo più ubriaca di prima. Forse non è stata un ottima idea andare a dormire.

<<Charles.>> lo chiamami aggrappandomi al suo bicipite.

<<Sono proprio con te Evelyn.>> lo sentì dire con cura.

<<Non mi sento bene.>>

<<Devi vomitare? Hai bevuto vero?>> mi domandò cautamente. La sua non era un accusa ma mi sentì comunque in colpa per il suo interesse. Potete benissimo capire il perché.

Mi ritrovai ad annuire e me ne pentì all'istante perché dovetti correre subito verso il bagno. Quasi caddi scendendo dal letto e Charles mi si avvicinò subito <<Piano, piano.>> mi dice, aiutandomi ad arrivare al bagno. Immediatamente mi misi in ginocchio e aprì la tavoletta del water. Sfortunatamente avevo solamente conati di vomito ma non riuscivo ad espellere tutto l'alcol della serata.

Charles prese un suo elastico dal polso e mi legò i capelli in una coda bassa. Poi accarezzandomi le tempie mi chiese: <<Hai bevuto tanto?>>

<<Si.>> risposi girandomi a guardarlo. I miei occhi erano lucidi per lo sforzo e probabilmente avevo un aspetto orribile, eppure Charles mi stava guardando come se l'unica cosa importante in questo mondo fossi io e nient'altro <<Non mi sento bene mi gira la testa.>> piagnucolai sofferente. Non era da me chiedere aiuto ma non mi sentivo veramente bene e l'alcol mi semplificava tutto.

<<Hai bisogno di vomitare.>> afferma alzandosi <<E se non ci riesci da sola hai bisogno di uno stimolo.>> Non comprendevo a pieno le sue parole. Sento l'acqua scorrere e poi vedo Charles che si bagna due dita e dopo aver chiuso il rubinetto si inginocchia di nuovo accanto a me <<Apri la bocca.>> mi dice.

<<Perché?>>

<<Secondo te? Ti faccio vomitare.>> risponde semplicemente.

Guardai le sue dita e capì <<No, non voglio.>> scuoto la testa in disaccordo.

<<Mi dispiace ma devi.>> aggiunge mettendomi la mano asciutta dietro il collo. Questo mi riportò alla mente gli eventi di poco fa e se una serata intera di sensi di colpa non bastava questo non aiutò. Il fatto che nonostante fossi andata via nel bel mezzo di una conversazione seria lasciandolo spiazzato e comunque decide di prendersi cura di me mi fa stringere il cuore. E anche dopo essermi presentata in questo stato lui è comunque vicino a me amorevole come sempre <<Evelyn apri la bocca.>> ripete questa volta in italiano. È la prima volta che mi dice qualcosa in italiano e mi piace più del dovuto.

𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora