<<Ehi!>> sento sussurrarmi da qualcuno mentre la mia cuffia destra mi viene tolta. Quel qualcuno si tratta di Charles Leclerc, e solo perché è lui mi costringo a non urlargli contro per aver interrotto la mia lettura con la musica. Siamo su quest'aereo da due ore e ne mancano altre sei, senza contare le due in più di fuso orario.
<<Charles cosa vuoi?>> sussurro a mia volta guardami in torno.
<<Vieni.>> questa è l'unica cosa che dice prima di prendermi la mano per farmi alzare dal mio posto. Riesco a lasciare il libro e l'altra cuffia prima di essere trascinata al suo di posto, che si trova solo a due posti dal mio.
<<Che stai facendo Charles?>> domando confusa, e alla confusione si aggiunge l'imbarazzo quando dopo essersi seduto fa sedere me sulle sue ginocchia <<Charles?!>> lo richiamo mentre le mie guance iniziano a colorarsi di rosso. Odio arrossire, infatti faccio di tutto per nascondermi.
<<Shh>> mi zittisce <<Sono le due di notte gli altri dormono.>> mi sgrida come se io stessi facendo qualcosa.
<<Lo so benissimo, è per questo che ti sto chiedendo spiegazioni.>> mi difendo rimanendo immobile sulle sue ginocchia.
<<Ci vediamo un film.>> risponde recuperando il suo laptop dal tavolino per poi poggiarlo sulle nostre gambe. Prendo sul serio le sue parole quando inizia ad alzare il poggia gambe della poltrona e reclina leggermente lo schienale.
<<Veramente? Non hai sonno?>>
<<No.>> mi risponde sorridendo, facendo spuntare sul suo viso le due fossette che mi fanno letteralmente perdere la testa <<Adesso rilassati... sono io.> mi rassicura punzecchiandomi sul fianco. Dopo aver preso un respiro profondo rilascio i muscoli che avevo in tensione fino ad adesso e mi sistemo meglio, prima di appoggiarmi a lui <<Ah-ah>> mi blocca subito mettendomi le mani sulla vita <<Adesso aspetta un attimo eh...>> ridacchia rigidamente <<Ho intenzione di seguire il film e pure tu, quindi rimaniamo concentrati.>>
<<Vorrei conoscere tua madre solo per sapere se hai battuto la testa da bambino.>> ammetto alzando gli occhi al cielo.
<<Penso che la conoscerai per altro.>> sorride sornione avviando il film di cui non sapevo ancora niente. Non ci metto molto a capire però.
<<Stiamo per vedere Harry Potter e la pietra filosofale?>> domando metà stupita e metà affascinata.
<<Cosa credevi che avremmo guardato una commedia?>>
<<Saresti il tipo da commedia.>>
Lui si gira a guardami e mi osserva qualche secondo in silenzio prima di rispondere con <<Si hai ragione.>> poi nessuno dei due parla più, troppo concentrati sul film in riproduzione sullo schermo. Sono cresciuta guardando questo ragazzino con una cicatrice sulla fronte che rischia la sua vita ogni giorno per un tipo senza naso (ma che da giovane era un gran figo) e il fatto che Charles abbia scelto proprio questo film fa ballare gli animali che abitano nella mia pancia, ma mi trattengo.
Harry è sempre stata la mia crush dalla prima volta che ho visto il film ma oggi c'è qualcos'altro che attira il mio sguardo. Ogni tanto i mei occhi sfuggono dal computer per andare a posarsi sul ragazzo praticamente perfetto al mio fianco e sono quasi le quattro di notte quando il film giunge al termine.
Charles chiede il suo laptop con uno sbadiglio mentre i suoi occhi si chiudono da soli. Anch'io sarei nel suo stato se non fossi così concentrata su di lui. Mi è mancato più di quanto voglia ammettere e cerco di bearmi della sua presenza il più possibile. Rimango in silenzio mentre abbassa la testa sul mio petto e non potendomi trattenere inizio ad accarezzargli i capelli. Mi rendo conto che è la prima volta che tocco i suoi capelli e adesso capisco perché è quasi sempre in ritardo, sono quasi più morbidi dei miei (quasi ho detto). Mentre una mano rimane fra i suoi capelli l'altra scende dietro la sua nuca che dopo poco sento ricoprirsi di brividi. Sorrido istintivamente e mi avvicino per lasciargli un bacio nei capelli. Con questa vicinanza posso sentire il suo respiro regolare che esce dalle labbra socchiuse e sporgendomi un attimo mi rendo conto che i suoi occhi sono chiusi.
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𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles Leclerc
FanficLa leggenda del "filo rosso del destino" narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, per noi occidentali l...