Bonus

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3 giorni prima...

Nonostante le innumerevoli volte in cui mi ritrovo con un bicchiere in mano, non mi sono mai abituata all'effetto che l'alcol ha su di me. Nel frattempo che avanzo nell'appartamento inizio a spogliarmi, con il risultato di una striscia di vestiti che portano direttamente nella mia camera. Rimango in intimo mentre inizio a vagare a caso- dovrei farmi una lungaaa doccia ma ho voglia di ascoltare della musica- perciò senza giri di parole, o passi... vado ad accendere la televisione, dove per cercare una playlist ci impiego più del previsto. Quando le note di "Call out my name" iniziano a farsi spazio nella stanza mi stendo sulla moquette davanti alla tv e inizio a cantare con The Weekend. Il mio stomaco brucia come tutte le altre volte, ma lo ignoro semplicemente.

Sono così comoda sdraiata qui, l'unica cosa che mi crea fastidio è il gancio del reggiseno, quindi mettendomi su un lato lo slaccio e lo lancio da qualche parte. Sono libera!! Questo non è nuovo per me, quasi sempre giro per casa nuda o quasi, quando ho particolarmente freddo mi copro con una semplice maglietta. Devo ringraziare chi ha inventato il riscaldamento in casa.

Rimango in questa posizione per due canzoni di fila e ad un certo punto devo alzarmi per andare a bere dell'acqua. Da quante ore non lo faccio? Mi sono appena accorta di avere tantissima sete, e sonno... Ma voglio sentire le canzoni, quindi forse potrei dormire con le canzoni... che buona idea.

Apro il frigorifero e l'aria fredda colpisce direttamente il mio petto. Questo è uno dei motivi per il quale preferisco girare per casa nuda, specialmente d'inverno. Una delle cose che mi danno più fastidio sono i miei capezzoli che sfregano contro un tessuto qualsiasi, perché porsi il problema a questo punto.

Muovendomi a ritmo della musica vado nell'altra stanza e mi butto sul letto, dove dopo aver alzando il piumone mi ci tuffo sotto e mi copro fino alla testa. Non passa molto prima di dovermi scoprire almeno il naso, altrimenti rischio di soffocare. Mi sdraio su un fianco e mi rannicchio su me stessa... pensando alla serata penosa appena passata. Certi ragazzi non ci sanno proprio fare. Può mai essere possibile che devo sempre imprecare ad alta voce prima che capiscano che non voglio baciarli ne tanto meno fare sesso con loro?! L'unico ragazzo con cui voglio fare sesso non ci posso fare sesso, quindi non farò di nuovo quasi sesso con qualcuno... ho pensato tante volte sesso?

Con un sbuffo chiudo gli occhi, che mi accorgo bruciano come se mi fossi drogata- cosa che non faccio giuro. Come ogni volta che decido di bere anche questa volta mi addormento in meno di due minuti, ma sicuramente questa volta è successo qualcosa di inaspettato.

***

Mi sveglio sentendo qualcosa che attorciglia i miei capelli e rimango immobile con gli occhi chiusi godendomi quel gesto. Non c'è niente di più rilassante per me. Rischio di addormentarmi di nuovo nel giro di qualche secondo. Improvvisamente qualcosa scatta nel mio cervello quando la mano si stacca dai capelli per andarsi a poggiare al lato del mio collo. Perché qualcuno mi sta toccando? Chi è? È peggio ancora... perché non sto aprendo gli occhi? Sono ancora ubriaca vero?

Non ho tempo di pensare alla risposta perché la mano continua il suo viaggio verso il basso, e improvvisamente non so più come respirare. Passa dalla spalla e non si preoccupa di fare la stessa cosa col braccio, andando direttamente al lato del mio petto... troppo vicino al seno. Che cavolo sta succedendo, perché non reagisco? Non so niente e neanche mi interessa più quando la mano, con tutta la tranquillità del mondo, come se non stesse facendo niente di male, si sposta di lato- non più verso il basso. Il mio respiro diventa irregolare nel momento in cui i polpastrelli si fanno strada sul mio seno e non riesco a reprimere il sospiro strozzato che esce dalle mie labbra quando il pollice passa- e rimane- sul mio capezzolo. Mio dio... che cazzo. Sapendo che la mia falsa non regge più apro lentamente gli occhi e la prima cosa che vedo è un braccio così fottutamente famigliare. Osservo le vene prosperose che partono dalla mano che si trova su di me fino a dove inizia la manica della maglietta nera, e so di chi si tratta prima ancora di guardare la sua faccia... come se ne avessi il coraggio. Non posso guardarlo... non ci credo, non può essere possibile.

𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora