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Quando arriviamo nella camera d'hotel di Charles pensavo che avremmo semplicemente sistemato le cose e poi saremmo andati a dormire, invece lui aveva altre idee. Dopo aver lasciato la mia valigia lui torna al piano di sotto, mentre io esco le cose essenziali come lo spazzolino e il bagnoschiuma.

Proprio mentre uscivo il pigiama dalla valigia Charles entra dalla porta con delle carte di Uno in mano. Lo guardo un attimo confusa e poi chiedo: <<Vuoi giocare a Uno adesso?>>

Lui muove la testa in segno di forse <<Magari dopo, dobbiamo cenare prima.>>

<<Non hai ancora mangiato?>> domando leggermente sorpresa. Infondo sono quasi le dieci di sera.

<<No...>> risponde in maniera ovvia <<Ti stavo aspettando ovviamente.>>  e senza darmi il tempo di comprendere questa informazione si avvicina ad abbracciarmi da dietro. Cerco di nascondere un piccolo sorrisetto. Non ti darò questa soddisfazione Leclerc.

<<Sei particolarmente affettivo oggi.>> gli dico, appoggiando le mie mani sulle sue.

<<E tu sei sempre così distante.>> sospira lasciando la testa sulla mia spalla.

Anche se so che non è un pretesto per iniziare una conversazione di questo genere non posso fare a meno di guardarlo dispiaciuta <<Charles...> sospiro.

<<Lo so>> mi interrompe <<L'ho capito in questi giorni.>>

<<Cosa?>> domando.

<<Il perché non ti sbilanci più di tanto.>> inizia <<Penso tu abbia capito che mi piaci.>> rimango un attimo spiazzata da questa rivelazione improvvisa, certo non si poteva dire il contrario ma sentirlo in questo modo è diverso <<Anzi... direi che mi piaci da anni ormai. Quando sono entrato in Ferrari nel 2019 ero ancora insieme alla mia ex, e onestamente mi interessava più della scuderia che di lei. Pensavo fosse normale, anno nuovo, scuderia nuova, vita nuova... e invece no. La prima volta che ti ho incontrata è stato al gran premio del Canada, non ti avevo mai vista prima ed eri così bella nella tua maglietta rossa che credo di star sognando.>>

Ridacchiamo insieme <<Sei esagerato.>> mormoro.

<<No sono realista. Questa cosa andava avanti ma pensavo che fosse solo una cotta passeggera, e me ne sono convito quando ho saputo che Mattia era tuo zio e anche tuo padre lavorava nella Ferrari. Però non era giusto nei confronti di Giada e ormai facevo di tutto per non vederla.>>

<<Quindi l'hai lasciata.>> mi ricordo benissimo di quel mese. Tutti continuavano a chiedergli il perché di questa rottura in ogni momento della giornata, e io ero convinta che una volta da solo Charles avrebbe tolto quella maschera di disinteresse, invece mi sbagliavo perché in realtà non provava più amore per lei da molto tempo <<Perché non lo hai fatto prima?>> domando per curiosità.

<<Perché ormai ero abituato alla sua presenza. E gli volevo bene, non volevo che ci stesse male.>> ammette <<Ma se non lo avessi fatto quello a stare male sarei stato io.>> giro la testa nella sua direzione e lui continua il suo racconto <<Già era abbastanza brutto fare finta di niente intorno a te quando volevo semplicemente starti attaccato, in più fare finta di amare qualcuno? Era impossibile. Pensavo di avere una piccola possibilità con te a questo punto, ma tu non c'eri quasi mai.>>

<<Si a quel tempo vivevo con mia madre e mi permetteva di stare con mio padre sono nei mesi estivi, che poi erano gli unici gran premi a cui partecipavo.>>

Lui sogghignando aggiunge: <<E poi c'era quest'altro problema, eri minorenne e io avevo ventidue anni. Tuo zio mi avrebbe sabotato la macchina se avessi anche solo provato a fare qualcosa con te.>>

𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora