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Da ormai dieci minuti Charles era fermo nel bel mezzo del mio salone, a fissare due cose in particolare: l'altalena di legno fissata al muro e il grande quadro di vetro con dentro i vinili delle mie otto canzoni preferite. Ormai ci avevo perso le speranze ed avevo portato la mia valigia in camera da letto e la sua nella camera che solitamente usavo per gli ospiti. Lo nascondevo bene, ma sapere che Charles avrebbe dormito in casa mia mi creava non poco imbarazzo. Insomma io solitamente d'inverno cammino per casa coperta fino al collo, soffrendo molto il freddo e stessa cosa per il caldo in estate... Ma lui? Usa magliette e pantaloni come tutti gli esseri umani o va in giro a petto nudo? Mi sarebbe piaciuto scoprirlo. Si addormenta facilmente o no? La musica di prima mattina gli dà fastidio o gli piace? Queste erano le domande che mi ponevo da ieri, l'unica cosa che so è che beve la tisana ai frutti di bosco prima di andare a dormire. Inutile dire che avevo due scatole intere di quelle.

Fortunatamente il mio appartamento aveva due bagni, uno privato nella mia camera e uno alla fine del corridoio, altrimenti sarebbe stato tutto ancora più imbarazzante. Dopo aver messo al loro posto le valige vado ad accendere i termosifoni e sbirciando dietro il muro vedo Charles nello stesso posto dove lo lasciato l'ultima volta. Con un piccolo sospiro mi decido ad avvicinarmi, per capire di quanto altro tempo ha bisogno.

<<Charles?>> lo chiamo mettendogli una mano sul braccio.

<<Hai anche un vinile dei Coldplay.>> dice con voce bassa e pacata.

<<Si.>> rispondo guardando lo stesso quadro che sta guardando lui <<Paradise, è la mia loro canzone preferita.>>

<<Sono la mia band preferita.>> mi rivela con un piccolo sorriso <<E questo quadro è stupendo, hai avuto una grande idea a crearlo.>>

<<Grazie. Non posso vivere senza musica e ho sempre voluto fare qualcosa del genere.>> gli dico <<Il bello di vivere da sola.>> esclamo aprendo le braccia.

Lui mi guarda prima di ridacchiare un breve: <<Si.>>

Lo vedo guardare l'altalena dall'altra parte della sala e precedo la sua domanda <<Provala.>> lui mi guarda incerto <<Ti regge tranquillo.>> questo è il dubbio che tutti hanno quando posano lo sguardo su di essa, ma in realtà è molto resistente.

<<Comunque tra tutte le persone che conosco solo tu puoi avere un'altalena in casa.>> parla mentre si dirige verso di essa, lo vedo tentennare qualche secondo prima di sedersi sopra e tirare la corda per assicurarsi che tenga. Guarda un po', non ha paura di guidare una vettura a 300 chilometri orari ma ha paura di cadere da un altalena. Dopo essermi assicurata di non procurarli un infarto corro dietro di lui e con qualche difficoltà di forza lo spingo in avanti. Al secondo tentativo mi va meglio <<Evelyn smettila, se cado ti vengo addosso.>>

<<Non cadi.>> rido continuando a spingerlo. Mi ricordo di spostarmi di lato quando il mio naso si scontra con la sua schiena.

<<Non ne sarei così sicuro, Mon Ange.>>

<<Oh, mi mancava.>> subito dopo che queste parole lasciano le mie labbra Charles scende con un salto, avvicinandosi a me in una frazione di secondo. È successo tutto così velocemente che a malapena mi rendo conto di essere io adesso quella seduta al suo posto, ed emetto un piccolo urlo aggrappandomi velocemente alle corde ai lati, quando con una spinta decisa l'altalena va in avanti <<Charles?!>>

<<Dimmi Mon Ange.>> se la ride alle mia spalle.

<<Va più piano!>> esclamo quando inizio a dondolare più velocemente.

𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora