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8 aprile 2022

L'aeroporto è davvero affollato a quest'ora e io in questo momento sto per addormentarmi sul pavimento, così come Joris. Il volo è durato 21 ore e nel mio cervello sono partita alle 5 del mattino del 8 marzo e atterrata alle 2 di notte, invece per l'orologio
australiano sono atterrata alle 12 del mattino, dieci ore in avanti.

Entrambi ci abbassiamo gli occhiali da sole sul naso mentre usciamo dal gate con le valigie alla mano, e mentre Joris è felice di vedere il suo amico che ci aspetta all'uscita, io vorrei solo scansarlo per il resto del weekend. Il sonno aveva pacato la mia rabbia mischiata alla tristezza, ma quando mi sono svegliata poche ore dopo per partire l'arrivo dell'ennesima busta con le stesse foto mi aveva fatto tornare tutto. Questa volta avevo deciso di non strapparle come mi aveva detto Nick e le avevo anche portate con me, ma sapere che è proprio lui ad inviarmele mi fa girare i nervi. Perché continua a farlo se gli ho detto l'esatto opposto.

Quando nella mia vista appare una figura conosciuta inizio a contare i passi che mi separano da lui, studio le mie prossime azioni e parole, studio le mie prossime espressioni facciali e cerco di anticipare nella mia testa le sue di azioni. Ho deciso che farò finta di niente, farò finta che sia tutto apposto e che non abbia ricevuto nessun tipo di foto di lui con sette ragazze diverse, ho solo intenzione di provocarlo in maniera sottile e vedere fin dove arriva il suo livello di recitazione, perché potrei anche pensare di iscriverlo per un provino in un film. Ovviamente non continuerò a fare la parte della ragazza con una cotta enorme per un ragazzo, anche se è così, ma mi comporterò come quello che sono agli occhi di tutti, una sua amica.

Lui ci viene incontro quando a separarci sono solo pochi metri e il fatto che il merchandising Ferrari gli stia così bene e indossi proprio una felpa di essa non semplifica affatto le cose.

<<Guarda chi si rivede!>> esclama praticamente subito aprendo le braccia e sorridendoci. Joris gli risponde nel modo più sincero che abbia mai visto, io invece almeno ci provo.

Rimango un attimo indietro per fargli intendere di salutare il suo amico prima, e dopo avermi guardata col sorriso un'altra volta fa esattamente quello. I due si abbracciano dopo una stratta di mano e Charles gli da due o tre pacche sulla spalla prima di allontanarsi e dirgli: <<Felice di vederti ancora tutto intero.>>

Poi sfortunatamente tocca a me e anche se il mio cervello sa cosa fare, il cuore non è d'accordo. Io però tendo a seguire spesso la testa, quindi quando lui mi tira a sé senza la minima idea di quello che passa nel mio cervello adesso, non mi resta che fare esattamente quello che mi ero imposta. Sento un suo braccio intorno alla vita e l'altro dietro la mia nuca, e mi stringe a lui così tanto che devo anche lasciar andare la valigia per non rompermi un braccio. Cerco di alzare la testa sopra la sua spalla per distrarmi guardando qualsiasi cosa intorno e accarezzo in modo forzato la sua schiena con una mano... in modo forzato non perché non voglia farlo, ma per l'esatto contrario, vorrei fare molto di più. Lascio fuoriuscire un lungo sospiro dalla bocca mentre lui inizia con le solite frasi che mi fanno battere il cuore <<Mi sei mancata... non riesco più a stare anche solo un giorno lontano da te... ti penso continuamente...>> e si, mi fanno ancora mancare il respiro ma non so più se sono la verità o meno. Queste sono le piccole cose mi hanno sempre fatto mancare di fiducia nell'essere umano, perché quando continua a succederti da tutta la vita non sai più come gestirlo. Per me è tutto o bianco o nero, non esistono vie di mezzo.

Quando però inizia a lasciarmi dei piccoli baci fra i capelli e sul viso cerco in tutti i modi di reprimere un sorriso, che non ne vuole sapere e si fa spazio su tutta la mia faccia. Questo non vuol dire niente. Dopo avermi circondato il viso con le mani alza i miei occhiali da sole sulla testa e i nostri occhi si rincontrano dopo cinque giorni. I miei però rischiano di lacrimare... perché? Perché quelle foto dovevano arrivarmi per forza? Avrei preferito rimanerne all'oscuro e credere che tutto fosse perfetto, perché questo creerà di nuovo quello spazio che avevamo all'inizio fra di noi e non mi piace, non adesso che ho ammesso a me stessa che Charles mi piace davvero.

𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora