<<Guarda chi si rivede!>>
Non è fisicamente possibile che una persona possa apparire così bene dopo una lunga giornata di lavoro e soprattutto a quest'ora. Dovrebbe essere stanco, avere gli occhi piccoli, sbadigliare di continuo... e invece no. Lui è così sorridente e sveglio che se non lo conoscessi direi che è appena tornato da un centro benessere.
<<Ehi...>> puoi fare di meglio di un semplice ehi.
<<Ehilà!>> ridacchia lui. Si vedono dei cuscini dietro di lui quindi presumo sia sul letto.
<<Mi dispiace chiamarti a quest'ora ma è l'unico momento libero della giornata.>> cerco di giustificarmi e spero in una sua reazione positiva.
<<Non preoccuparti, avevo capito.>> cavolo è sempre così gentile <<Mi importa solo che alla fine tu mi abbia chiamato.>>
<<Non avrei dormito affatto se non lo avessi fatto.>> ammetto.
<<Addirittura>>
<<Si.>> ridacchio cercando di non svegliare Nicole <<Ho già troppi pensieri, bastano quelli.>>
<<Quindi mi pensi.>> ammicca un sorriso.
<<Non sei esattamente una persona facile da dimenticare, possiamo metterla così.>>
<<Neanche tu Evelyn.>> ringrazio la luce soffusa che non mi punta in viso perché il suo sguardo sembra andare oltre lo schermo del telefono e guardami direttamente negli occhi ad una distanza indecente. I suoi occhi sono come delle calamite e mi sembra di rimanere nuda sotto il suo sguardo, cosa divertente perché in realtà lui è oltre oceano adesso.
Decido di darmi un contegno e dopo un piccolo sospiro riprendo a parlare <<Comunque... cosa avete combinato oggi?>>
<<Se intendi il viaggio è andato più che bene. Ma non voglio parlare di questo adesso, voglio sapere come stai.>> questo mi lascia un po' spiazzata <<È strano sapere che sei da tutt'altra parte, lontana chissà quanti chilometri e nessuno può sapere sul serio cosa ti succede.>>
<<Anche tu sei da tutt'altra parte.>> ribatto.
<<È diverso. Io sono con persone che conosci e non sono da solo.>>
<<Neanch'io.>> rispondo <<Insomma non totalmente. Mia madre vive qui a Londra e ci sono alcuni miei amici del liceo.>>
<<Che probabilmente si saranno fatti una vita a parte.>> sospiro distogliendo lo sguardo dal telefono, infondo so che ha ragione. Non sono quasi mai qui a Londra e tranne Nicole non so gli altri che fine abbiano fatto. I miei amici sono sparsi per il mondo e mia madre è impegnata con il suo lavoro praticamente 24 ore su 24.
<<Però ho Nicole...>> mormoro dopo un po' di silenzio.
<<Sarebbe?>> mi domanda.
<<Lei.>> dico inquadrando la figura che dorme sulle mie gambe.
<<Oh, ecco perché non mi hai chiamato prima.>> intuisce.
<<Esatto.>> torno a riprendere me stessa e adesso Charles è completamente sdraiato sul letto.
<<Quindi è tutto ok?>> ho appena notato che le fossette non gli si creano solamente quando sorride ma anche quando parla. Credo che potrei sentirmi male.
<<Si. Certo mi aspettavo un ritorno più facile, ma i sentimenti hanno deciso di non essere dalla mia parte.>>
Lui ride a questa mia confessione e poi dice: <<Si, credo di poter dire la stessa cosa.>> non ho capito bene cosa intende e non dovrebbe neanche importarmi, ma non è così purtroppo.
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𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles Leclerc
FanfictionLa leggenda del "filo rosso del destino" narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, per noi occidentali l...