Questa mattina mi sono svegliata con un solo pensiero nella testa: Charles.
È da ieri sera in realtà che non riesco a fare a meno di pensarlo. Ogni volta che stiamo insieme per me diventa sempre meno difficile aprirmi con lui e mostragli affetto che non ho mai dimostrato a nessuno, nemmeno Nicole, o l'altra prima di lei. Nei giorni buoni come questi penso anche che potremmo riuscire ad avere una reazione normale come tanti personaggi pubblici che poi si sono creati delle famiglie, e l'unica cosa che mi impedisce di farmi avanti è la paura di non essere abbastanza. So di piacergli ma non riesco fare a meno di chiedermi se quando incontrerà qualcuno meglio di me allora si renderà conto dell'errore commesso. E poi con i media o sei sicuro di quello che fai oppure non mostrarlo affatto, molti personaggi hanno perso il loro lavoro per uno scandalo, quello che vorrei evitare.
Decido comunque di lasciare da parte questi pensieri e mentre finisco di allacciarmi ai piedi le Jordan della collaborazione con Travis Scoot -un dono del cantare ai miei diciannove anni, gentilmente rosse- sorrido al pensiero dell'accordo fatto con Arthur ieri. Probabilmente è il gene Leclerc, ma mi sono trovata subito a mio agio con lui ed è stato facile trovare argomenti di cui parlare. Ovviamente sapevo della gara di F3 di questa mattina ma sicuramente non mi aspettavo che mi invitasse a vederla insieme a suo fratello. Avevo accettato subito e avevamo deciso di non dire niente a Charles per ridere insieme della sua faccia confusa.
Per la gara di oggi ho deciso di essere un po' più audace indossando solamente un reggiseno di pizzo rosso, un po' più coprente di quelli intimi, sotto ad un giubbotto di pelle rosso che non avevo intenzione di chiudere. Sotto invece avevo dei semplici pantaloni aderenti neri di cotone, con dei lacci intorno alla vita. Recupero la mia borsa di Prada rossa ed esco fuori dalla stanza. Credo si capisca bene per chi faccio il tifo.
Il meteo dice che oggi la media sarà di 25 gradi, quindi sono convinta che nei box rimarrò senza giacca. La me di due anni fa mi avrebbe guarda scioccata e inorridita, ma adesso? Adesso se voglio uscire con un reggiseno rosso lo faccio, amo il mio corpo.
Solitamente per le gare indosso una maglia, una giacca o una camicia Ferrari, oggi invece se tutto sarebbe andato come speravamo avevo altri piani.
Dopo essermi chiusa la porta alle spalle mi incammino verso la camera di Charles. Sapevo il suo numero ma non ci ero mai andata prima di adesso. Dopo minuti interi di ricerca finalmente mi ritrovo il suo numero davanti. So che è ancora qui dentro perché sono solamente le otto di mattina e io sono un'ora in anticipo, anche se non avevamo alcun appuntamento... ma comunque era un modo per dire che lui va via alle nove. Busso due volte alla porta e aspetto che apra. Da dentro la camera sono in grado di sentire della musica, solo che non capisco quale.
Poco dopo la porta si apre e mi ritrovo davanti la scena di una specie di Charles Leclerc a torso nudo che canta: Heartless... sono senza parole. In tutti i modi possibili.
<<Somewhere far along this road he lost his soul to a woman so heartless. How could you be so heartless?...>> contino a guardarlo cercando di non sbavare alla vista dei suoi addominali in bella mostra e cerco di formare delle parole per esprimere quello che provo nel petto. Dentro di me le mie viscere si stanno contorcendo e credo di sapere il perché. Ucciderei per svegliarmi ogni giorno con questa vista <<Tranquilla non tu mon ange, non ti chiamerei mai senza cuore.>> dice riferendosi alla canzone. Chiudo meglio la porta e cerco di proferire parole, anche se la mia gola sembra essersi prosciugata.
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𝙌𝙪𝙚𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙤 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤 // Charles Leclerc
FanfictionLa leggenda del "filo rosso del destino" narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, per noi occidentali l...