Evan si svegliò presto, dopo una notte quasi insonne. Si sentiva spossato, per nulla riposato. Non voleva uscire da quel letto. Se lo avesse fatto, la giornata sarebbe iniziata, sarebbe volata come il vento e sarebbe giunta al concerto, che avrebbe segnato la fine dei suoi momenti insieme a Steve. E non voleva che accadesse. In un attimo di infantile ingenuità, si chiese se il giorno sarebbe proseguito comunque anche se lui fosse rimasto a letto. Ovviamente lo avrebbe fatto.
Il tempo non si ferma mai, per niente e per nessuno. Invidioso, fugge, come inseguito da una muta di cani, e non guarda in faccia le persone che rovina con il suo scorrere, sordo ai desideri di chi lo prega almeno di rallentare. Ed è in quei momenti che ti rendi conto di quanto piccolo e insignificante tu sia.
Evan aveva bisogno di appigliarsi alla puerile speranza di avere più tempo. Se ne avesse avuto, avrebbe potuto rimuginare sulla confessione di Steve e accettarla. Certo, non avrebbe potuto capirla appieno, neanche se avesse avuto un intero millennio a disposizione. Eppure, già era convinto che non gli sarebbe importato.
Steve poteva saldare i condotti petroliferi subacquei a mani nude? Benissimo. Avrebbe avuto un posto assicurato in una compagnia petrolifera offshore, terminata l'università. Ed Evan avrebbe potuto seguirlo.
Il ragazzo si schiaffeggiò la faccia. Era questo il vero motivo della sua disperazione. Steve gli piaceva. E non voleva che se ne andasse.
Erano trascorse neanche due settimane da quando lo aveva trovato sanguinante e svenuto sul ciglio di una strada sperduta nei boschi, ma si era affezionato a lui. E, dal dolore che aveva visto sul viso dell'amico quando gli aveva detto che sarebbe partito, sapeva che il sentimento era reciproco.
Quello che Steve gli aveva raccontato dei Marchiati - che direttamente o meno, rovinavano la propria vita e quella di chi stava loro intorno - era ciò che lo frenava dallo sfondare la porta della stanza degli ospiti e pregare in ginocchio il ragazzo di restare. Evan si scoprì disposto a rischiare, ma temeva per l'incolumità della sua famiglia. Se davvero i Marchiati erano una calamita per morte e distruzione, cosa avrebbe impedito a uno sbandato di attaccare Sarah, i loro genitori o Evan stesso pur di arrivare a Steve?
Sbattendo le palpebre, per allontanare lacrime che gli erano salite al pensiero di perdere un amico così caro, Evan si tolse le lenzuola di dosso e si alzò.
Come aveva temuto, la giornata era volata. Aveva scambiato pochissime parole con Steve e tutte al tavolo della colazione. Sarah aveva intuito che qualcosa non andava fra loro, benché i ragazzi fingevano che nulla fosse accaduto. Tuttavia, imputò la freddezza nei confronti l'uno dell'altro alla notizia che Steve dette loro: finito il concerto, se ne sarebbe andato. I Cunningham avevano protestato (la madre, apprensiva come tutte le donne con figli, lo aveva pregato di fermarsi la notte e ripartire al mattino), ma il giovane aveva declinato, dicendo che era importante che il giorno dopo facesse ritorno a casa sua a New York.
Evan non aveva potuto insistere più di tanto. Poco dopo la colazione, era stato sequestrato da Mark, che lo aveva portato in macchina alla scuola elementare, perché si esercitassero un'ultima volta prima di quella sera. Il giorno era quindi trascorso tra prove, imprevisti, piagnistei, casini, compagni di band che giravano agitati come polli decapitati e isterismo di massa. Evan era passato attraverso ogni istante come uno zombie, solo parzialmente cosciente del tempo che gli sfuggiva di mano.
E poi il momento dell'esibizione era arrivato.
Steve era rimasto all'agriturismo, evitando gli occhi grigi di entrambi i gemelli che lo scongiuravano di cambiare idea e restare. Sarah aveva dovuto recarsi all'aeroporto a prendere il suo ragazzo, Jake, che aveva poi presentato al giovane Gardener. Si erano seduti a un tavolo nel giardino e non si erano più rialzati fino a sera. Jake era un texano dalla punta degli stivali da cowboy a quella dello Stetson bianco sui suoi capelli chiari. Aveva una battuta sempre pronta - anche se Steve aveva avuto parecchie difficoltà a capirne gli assurdi modi di dire - e un sorriso smagliante capace di mettere di buon umore chiunque lo incontrava. Le ore trascorsero rapide e piacevoli in loro compagnia, tanto che quasi non si accorse che il momento del concerto era infine giunto.
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I Marchiati
Science Fiction"Esiste qualcosa di più umano di un mostro?" Evan Cunningham ha 21 anni, è alla fine del suo anno sabbatico e non sa se riprendere il college a settembre, abbandonato anche a causa di una delusione amorosa, o restare a lavorare nell'agriturismo di f...