Quindici: Il primo giorno

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Evan era in riga insieme a Steve, Espen, Nigel e Qwerty in quella che gli avevano descritto come "palestra". Ralph passeggiava davanti a loro nella sala gigantesca, le cui pareti (argentate come il resto dell'astronave) erano abbellite da segni di bruciature e graffi. Era, evidentemente, un luogo in cui si allenavano i Marchiati in tutta sicurezza (o così presunse il ragazzo). C'erano persino attrezzi da ginnastica a lui riconoscibili, come una sorta di ring per il combattimento corpo a corpo, diversi tapis roulant, svariati pesi e altre attrezzature per allenare i muscoli.

Il giovane si era aspettato di cominciare l'addestramento con una cinquantina di giri di corsa attorno alla palestra, un centinaio di flessioni o qualcosa del genere. Invece, non avevano fatto altro, per dieci minuti buoni, se non restare fermi in piedi nei loro vestiti comodi (Espen non aveva più gli occhiali, ma le lenti a contatto) a guardare Ralph che camminava davanti a loro con un libricino dalla copertina verde.

«"...Mi sono reso conto che, se potevo legittimamente identificarmi sia con l'uno che con l'altro dei due esseri che lottavano nel campo della mia coscienza, ciò era dovuto al fatto che ero fondamentalmente entrambi."» lesse, si fermò e chiese loro: «Sapete da che libro è tratto?»

I ragazzi si guardarono tra loro: Espen, Steve e Qwerty conoscevano la risposta, poiché era sempre così che Ralph iniziava una lezione con una nuova recluta, ma non dissero niente. Nigel sbuffò, seccato di dover essere lì e, a quanto pare, troppo spazientito per contenersi.

«Perché devo stare qui anch'io?» si lagnò, incrociando le braccia sul petto e tirando di più la maglietta già aderente.

«Perché vogliamo addestrarvi ad agire come una squadra.» replicò Ralph, resistendo alla tentazione di roteare gli occhi, «Siete attualmente il gruppo di Marchiati con le abilità più forti e, dato che siamo sicuri che Hyde sta covando qualcosa di grosso, siete anche gli unici che possono fare qualcosa contro di lui e la sua banda.» disse, poi si strinse nelle spalle, «Tradotto per i comuni mortali: avete estratto la pagliuzza più corta. Quindi fattelo piacere e smettila di lagnarti, recluta!»

L'esclamazione improvvisa e inaspettata zittì Nigel. Le ali, che ora l'uomo sfoggiava senza vergogna, furono percorse da un tremore infastidito. L'insegnante si riebbe e rialzò il libro, sventolandolo davanti ai cinque ragazzi.

«Allora, da dove viene l'estratto che vi ho letto?» ripeté.

Evan guardò i suoi compagni di sventura, colto di nuovo dalla sensazione di seguire un film da metà. Credeva che la domanda fosse rivolta a tutti, ma gli occhi celesti di Ralph erano puntati esclusivamente su di lui. Deglutì.

«Uh... M-mi sembra da Jekyll e Hyde?»

«Il titolo corretto è Lo strano caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde, ma apprezzo il fatto che tu abbia riconosciuto il passo.» disse e chiuse il libro con un sonoro schiaffo che riverberò per la palestra, «Domanda più difficile: perché, secondo te, te l'ho letto?»

Evan sbirciò gli altri e gli sembrò d'essere tornato al liceo, quando tutti si nascondevano prima di un'interrogazione o si rivolgevano a divinità sconosciute per evitare di essere chiamati.

«Uh... P-perché anche al nostro nemico piace Stevenson?» azzardò.

«Be', sì e no.» concesse Ralph, «Diciamo che la vera ragione è perché voglio mettervi in guardia dai Marchi e dai Marchiati.» l'uomo alzò il libro verso di lui, «È così che ti riducono i Marchi, come Jekyll. Credi di avere il controllo, ma non potresti illuderti di più. Un Marchio all'inizio ti concede un po' di libertà, un periodo di prova, se vogliamo. È un po' come se ti dicesse: "Guarda, ragazzo, io posso farti fare questo: che dici, ti piace? Non rispondermi subito. Perché non mi usi per un po' e vedi se la cosa ti interessa? Senza impegno, ok?"»

I MarchiatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora