Diciassette: Fiducia

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Hàaljnna osservava la scena sotto di lei con aria disgustata. Le labbra appena abbozzate sul suo volto di diamante erano serrate in un'espressione di disappunto, mentre, nella larga piazza sotto la sua finestra, il nuovo Reggente veniva acclamato dalla folla. Le due stelle che illuminavano Anthuryun splendevano in un cielo dalle sfumature verdi, colpendo i visi delle creature che abitavano quel pianeta lontano e rifrangendovisi sopra al pari del prisma sul famoso album dei Pink Floyd.

Hàaljnna fissava l'acclamazione di Magovlennrch come chi guarda i propri concittadini esultare per l'insediamento di un dittatore che li condurrà al macello. L'aliena si appoggiò meglio allo stipite della finestra, che qualcuno sulla Terra avrebbe definito gotica, e incrociò le braccia sul petto piatto. Dietro di lei, sulla sua scrivania, c'erano diversi sottili rettangoli trasparenti su cui scorreva una mole infinita di dati e una sorta di grosso fermacarte a forma di stella. Nella piazza, adesso, Magovlennrch recitava la formula tradizionale d'insediamento come ogni nuovo Reggente. Il disappunto sul volto di Hàaljnna peggiorò.

«Non partecipi?» le chiese una voce dalla soglia.

Invece di sobbalzare, o dare qualsiasi altro segno d'essersi accorta della persona che stava entrando con cautela nella stanza, Hàaljnna restò a fissare il palco di fronte all'edificio in cui si trovava.

«No. Non darò al nostro aguzzino questa soddisfazione. Anche se mi ha sconfitta, continuerò a guardarlo dall'alto.»

L'altra donna - almeno ciò che poteva essere identificato come "donna", vista la statura minuta rispetto ad altri esemplari delle sua specie - le si avvicinò. I suoi piedi nudi non emisero alcun suono quando camminarono verso la finestra.

«Pensi davvero che Anthuryun sia condannato?» le chiese preoccupata.

«Le idee di Magovlennrch ci porterebbero a una nuova era tecnologica, certo, ma le risorse del nostro pianeta sono al momento troppo limitate per permettergli di attuare le sue proposte.» rispose Hàaljnna sincera, «Lui ha in mente, attraverso uno sfruttamento più intensivo delle riserve di iridio, di aumentare l'efficienza delle fabbriche del 70% e di ridurre gli sprechi d'energia, riutilizzando ciò che viene normalmente scartato dalla catena produttiva. Così facendo, potremmo permetterci un aumento demografico: è ciò a cui punta infine.»

«Sembra idilliaco.» commentò l'altra, poi la sua espressione si fece perplessa, «E non è fattibile?»

«Nella teoria forse, ma quando ci si ritrova davanti alla realtà, le belle proposte vanno in frantumi.» osservò Hàaljnna, poi si voltò completamente verso la sua interlocutrice, «Abbiamo per secoli tenuto basso il numero degli individui in cui potevamo scinderci, perché ben sapevamo che le risorse di Anthuryun non erano sufficienti a mantenerci tutti. Innovazioni tecnologiche sempre migliori, unite alla scoperta di nuovi giacimenti di iridio, ci hanno permesso un lieve aumento demografico. Il problema è che Magovlennrch non vuole far sapere che le sue politiche espansionistiche ci porteranno a un aumento esponenziale della popolazione che non sarà sostenibile nel lungo periodo.»

«Hai provato a dirglielo, ma nessuno ti ha ascoltato.» le fece notare l'altra.

«Scienziati più illustri di me hanno presentato relazioni e simulazioni dei prossimi anni di Anthuryun: non siamo ancora pronti per questo tipo di sviluppo.» concluse Hàaljnna, «Purtroppo il nostro è un pianeta terribilmente scarso di risorse atte allo sviluppo di una specie intelligente e tecnologicamente avanzata.» sospirò, scuotendo il capo cristallino, «Se Magovlennrch non farà un passo indietro, non attenderà che le risorse si ricostituiscano, rischia di causare una catastrofe all'intero ecosistema. Non possiamo svilupparci, mettendo a rischio le altre specie che abitano il nostro mondo!»

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