Hyde - 8: Attacco e risposta

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«Parametri della rete neurale carichi al 75%.»

La voce di Hideki penetra attraverso lo spesso muro dei miei pensieri, avvisandomi dei progressi. Io non posso che esserne contento. Mi drizzo sulla poltrona del capitano, ma, prima che possa complimentarmi con lui, scatta un allarme.

«Che c'è?»

«Un piccolo velivolo si sta avvicinando da sud-est.» ci informa Jaden, digitando febbrile sulla tastiera davanti a sé, per capire chi ci sta seguendo.

«È l'aeronautica?» gli chiedo. Magari i militari sono riusciti a intercettarci. L'aliena ci aveva assicurato che avremmo avuto un po' di copertura dai radar, ma io ci ho fatto volare abbastanza bassi perché gli umani ci filmassero. Quindi, forse, le forze armate hanno visto i video amatoriali che la gente ha girato e sono scese in campo.

«No.» risponde secco l'ex marine e fa scivolare un'immagine sul grande schermo frontale.

Senza accorgermene, stringo i pugni attorno ai braccioli del sedile. C'è una navetta, una versione in miniatura di quella su cui ci troviamo.

«Ra-» uno scossone mi interrompe. L'intero scafo trema e devo aggrapparmi alla poltrona per non cadere. «Rapporto!» ripeto, appena le scosse cessano.

«La navetta è attraccata. Hyde, io... io non so bene come dirtelo, ma...» Jaden si volta nella sedia girevole per guardarmi in faccia con aria divertita e ammirata, «Si sono attaccati al nostro scafo e pare che vogliano entrare da uno dei condotti per la manutenzione d'emergenza.» ridacchia, «Ci hanno abbordato!»

«Affermativo. Si preparano a sbarcare.» s'intromette l'aliena, «Hanno bypassato i nostri sistemi e hanno attivato il protocollo di attracco B24.» continua, cosa che in lingua aliena credo significhi che ci si sono attaccati addosso come una specie di parassita e sono saliti a bordo attraverso un condotto non controllato dai nostri strumenti.

«Possiamo bloccarli?»

L'aliena nega, ricordandomi che, per questioni d'emergenza, quei condotti non sono alterabili da remoto, ma solo manualmente. Visto che ormai è tardi per mandare qualcuno laggiù, mi rilasso nella poltrona, anche se il mio atteggiamento rimane teso.

«Ma chi sono, altri alieni?»

Prima che qualcuno possa rispondere a Kaya, noto il labbro del francese: guizza fugace all'insù. E quello che deduco dal suo atteggiamento mi riempie di irritazione ed esaltazione insieme.

«Dammi un'inquadratura dell'hangar navette.»

Jaden esegue e sullo schermo appare una grande sala piena di navi uguali a quella che è appena atterrata su di noi. Attraverso la telecamera infrarossi vedo Evan, che sbuca fuori da un oblò posto sul soffitto. Il coperchio si apre e ne scende una scala a pioli. Il ragazzo salta sul pavimento con cautela, poi alza lo sguardo. I suoi occhi incrociano quello di vetro della telecamera e, un attimo dopo, solleva un'arma e ci spara contro. Lo schermo si riempie di statiche come una vecchia TV senza antenna.

«Non ci credo.» borbotta Nika, gli occhi glauchi inchiodati sull'immagine che è appena svanita.

Hideki le fa eco, ma è molto più allegro: applaude e gira un paio di volte sulla sedia. «Woo! Evvai! Ehi, Boss, che dici, andiamo a dargli il benvenuto?»

Ghigno al suo entusiasmo, ma quella sicurezza che di solito mi contraddistingue stavolta è forzata. Perché è venuto qui quel ragazzo? Non poteva starsene buono lì dov'era?! Maledizione! Così mi toccherà affrontarlo e non posso proprio. Se gli facessi del male, Steve non me lo perdonerebbe mai e, per quanto sembri assurdo, ho bisogno del suo benestare. D'altro canto, potrei catturarlo e poi ipnotizzarlo col Marchio di Charlize, così potrei far contento Steve.

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