Il giorno seguente vide Evan entrare timidamente in quella che Espen aveva definito "mensa". La larga stanza con tavoli e panche era già occupata da alcuni umani - o quello che ne aveva l'apparenza. Riconobbe Mayday, che mangiava una scodella di cereali accanto a una coppia, un uomo e una donna. Si comportavano come se fossero i suoi genitori, ma Evan ricordava che la ragazza era orfana. Dedusse, quindi, che fossero i signori Gordon. Marsh sedeva al loro tavolo e riservò un'occhiata severa al giovane quando passò accanto a loro; la bambina-adulta invece lo salutò allegra, sventolando una mano. Evan ricambiò il gesto e si addentrò nel locale, tallonato da Steve.
Si avvicinarono al tavolo cui sedevano Espen, Qwerty e Nigel. Le due ragazze dettero loro il buongiorno, la prima in fare più gioviale della seconda, mentre l'uomo dai tatuaggi rossi fece a malapena un cenno con il capo, poi si alzò. Prese il vassoio su cui aveva mangiato e lo depositò sul pianale in fondo alla sala, dove venne afferrato dal braccio robotico. Senza un'altra parola, Nigel voltò i tacchi e se ne andò.
«Ehi, non resti per l'allenamento?» lo chiamò Espen.
Il ragazzo piroettò su se stesso, ma continuò a camminare all'indietro verso l'uscita. «No. Sai com'è, qualcuno ha un lavoro con cui deve mantenerci un fratellino e una madre.» commentò sarcastico e scomparve oltre le porte della mensa.
La giovane dai capelli rosa sospirò intristita. Evan aspettò qualche secondo, poi si schiarì la voce e gli occhi castani di Espen scivolarono su di lui.
«Ciao! Pronto per l'allenamento con Ralph?» lo salutò, dimentica della tristezza di poco prima.
Evan fece una smorfia colpevole. «In realtà no.»
Si sedette nel posto che Nigel occupava davanti a lei. Steve lo imitò, accomodandosi alla sua sinistra. Espen studiò l'espressione corrucciata sul viso di Evan e si agitò. Temendo che volesse dar loro il benservito, solenne e comprensiva, tentò di fargli cambiare idea.
«Ascolta, so che sei spaesato ed è tutto nuovo, ma sarebbe meglio che-»
«No, non hai capito.» la interruppe subito l'altro, «Voglio allenarmi con voi. Voglio aiutarvi. Sinceramente, ho paura di cosa posso fare ora e non voglio far male a nessuno.»
«Oh, allora è tutto ok. Raggiungi Ralph in palestra.» lo invitò la giovane, ma, poiché vide il ragazzo esitare, inclinò il capo comprensiva: «Non ti ricordi dov'è?»
«No, io... cioè, no, non me lo ricordo, ma senti...» titubò e balbettò, «V-vorrei andare dalla mia famiglia.»
Espen sussultò, come se il giovane di fronte a lei avesse pestato i pugni sul tavolo in uno scoppio d'ira. Lo fissò, quasi fosse incapace di comprendere il suo desiderio. Poi si ricordò che non tutti i Marchiati avevano tagliato i ponti con i loro parenti e che non tutti erano stati traditi dalle proprie famiglie. Tuttavia, prima che potesse parlare, Qwerty si alzò, facendo stridere la panca sul pavimento. Lasciò la mensa a testa bassa e senza dire una parola.
«H-ho detto qualcosa che vi ha offese?» domandò Evan, osservando confuso il comportamento della giovane.
«No, no, non sei tu.» lo rassicurò Espen, poggiando i gomiti sul tavolo, «Dovresti parlarne con Luk. È lui che organizza tutte le nostre uscite. Nigel è appena andato a chiedergli il permesso di tornare a casa. Potresti accodarti a lui.» propose.
«O... ok.» mormorò il ragazzo, «Scusa, è che... è tutto nuovo e mi sento un po' sotto pressione. Ho paura di dire o fare la cosa sbagliata.»
«Ti capisco. Ma adesso sei fra persone che hanno passato le stesse cose.» lo rassicurò Espen, alzandosi e prendendo il vassoio suo e di Qwerty per svuotarli, «Sei, volente o nolente, parte della ciurma e parte della nave!» ridacchiò, anche se il sorriso non le arrivò agli occhi, «Ci sono alcune regole da rispettare per la sicurezza tua e degli altri. Ora come ora, potresti essere un pericolo per chi ti sta attorno. Meglio lasciar detto dove vai e con chi a coloro che dovrebbero eventualmente venire a salvarti, no?»
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I Marchiati
Science Fiction"Esiste qualcosa di più umano di un mostro?" Evan Cunningham ha 21 anni, è alla fine del suo anno sabbatico e non sa se riprendere il college a settembre, abbandonato anche a causa di una delusione amorosa, o restare a lavorare nell'agriturismo di f...