16. Stretching

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«Secondo me le cesse so' le mejo a fà i pompini.»

«Lo dici perché hai provato?»

«No, ma ragiona: alle bone je va tutto bene na'a vita. Una bona vie' lì, ce prova e tu ce stai subito, no?»

«Ho capito, dici, le cesse ce se impegnano de più perché te vonno conquistà.»

«E hanno pure più fame de cazzo. Andrea, confermi?»

Andrea lanciò un'occhiataccia a beta Paolo, che aveva appena esposto la sua raffinatissima teoria sociologica a tutto lo spogliatoio. Non gli rispose e terminò di allacciarsi gli scarpini.

«Eddaje Andre', dicci qualcosa. Te l'ha fatta una sega, almeno?» gli chiese Gianluca colpendolo ad elastico con la sua maglietta.

«E finitela!» sbottò Andrea. Si alzò e uscì dalla stanza.

«Permaloso...» commentò Gianluca.

La sera prima Andrea aveva chiacchierato fittamente insieme ad Anna e la mattina successiva la cosa era diventata l'argomento di discussione principale in spogliatoio, con tanto di ripasso video del momento in cui i neo-piccioncini cantavano insieme La canzone della felicità.

Simone terminò anche lui di allacciarsi gli scarpini e seguì Andrea fuori dallo spogliatoio. Arrivato all'esterno, osservò il gruppo delle ragazze che si stava già allenando da un po'. Si mise a correre sul posto per scaldarsi e identificò subito Karen. Anche lei lo vide e agitò una mano sorridendo. Simone si guardò intorno per essere sicuro che stesse salutando proprio lui (e non Edoardo) e quando ne fu certo rispose al saluto, con un sorriso altrettanto smagliante.

Ti colpisse una diarrea fulminante, pensò a denti stretti. 

Si sentì immediatamente in colpa per il pensiero cattivo: Karen non aveva fatto niente di male, in fondo.

Ma Simone non riusciva ancora a mandare giù la canzone con condimento di abbracci e sguardi dolci che aveva cantato insieme ad Edoardo la sera prima. Edoardo, al termine del pezzo, aveva avuto una reazione ambigua: era praticamente scappato via da lei ed era poi tornato in camera prima del termine della serata. Anche Simone se n'era andato prima, per evitare di essere chiamato sul palco a cantare, e si era addormentato (fortunatamente prima dell'arrivo di Manuel) riflettendo sulla reazione di Edoardo: lei gli dà fastidio, aveva pensato ottimisticamente lì per lì, non gli piace, e quel pensiero gli aveva dato un po' di speranza.

Riflettendoci meglio, però, a mente fredda, il motivo del comportamento di Edoardo poteva essere anche la sua proverbiale, eccessiva timidezza.

Simone sperava che ci avrebbe capito qualcosa di più nel pomeriggio, durante la gara di alce rossa. Sapeva già chi erano i ragazzi che avrebbero fatto parte della sua squadra: c'erano sia Edoardo, sia (purtroppo) Manuel. Gli allenatori, però, avevano deciso di organizzare una gara collettiva a squadre miste e non sapeva ancora se Karen sarebbe finita con lui o con gli avversari.

L'allenamento si svolse tranquillamente. Edoardo aveva pienamente riacquisito tutte le sue abilità calcistiche, nemmeno l'ombra di un errore a ricordare il disastro di due giorni prima, e Simone, ogni volta che lo guardava, provava la sgradevole sensazione di aver sprecato stupidamente i primi due desideri. 
Per quanto riguardava Karen, l'aveva sorpresa diverse volte a lanciare occhiate verso il gruppo maschile, ma Edoardo era stato per tutto il tempo concentratissimo sugli esercizi e sul pallone. La cosa non poté che far piacere a Simone.

Arrivati al momento dello stretching, Simone fu distratto dalle sue preoccupazioni amorose dall'arrivo di Manuel. «Dai, appoggiati» gli disse con nonchalance, come se fosse la cosa più normale del mondo.

L'ultimo desiderio - Manuel & SimoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora