32. Il segreto di Edoardo

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«Baciami, stupido!» Subito dopo aver pronunciato queste parole, Edoardo mise una mano sulla bocca per trattenere una risata.

Poi, senza alcun preavviso, tolse la mano e si sporse in avanti, socchiudendo le labbra. Simone fece appena in tempo a scansarsi.

La testa di Edoardo proseguì la sua traiettoria e finì per appoggiarsi sulla spalla di Simone.

Erano così vicini. Simone chiuse gli occhi e posò la guancia sui suoi capelli rossi.

È colpa mia...

«Mi devi aiutare... io— io devo capire.»

«Cosa devi capire?» chiese Simone.

«Quello che mi sta a succede.»

«E cosa ti sta succedendo?»

Sei diventato improvvisamente gay. Il tuo mondo si è capovolto. Hai perso ogni certezza. E tutto perché io, mentre ero ubriaco, meno ubriaco di quanto tu sia adesso, ho giocato con un potere che non dovrebbe mai essere messo in mano a un essere umano.

«Mi fa un effetto... uhm...» rise «strano...» Si tirò su e guardò Simone negli occhi. «Gianluca c'ha 'n ber culo, ve'?» Rise di nuovo e soppresse un rutto. «Questa è una punizione... Una punizione divina... Per tutto... tutto... E l'altra sera ti ho preso in giro... l'altra sera, non avrei dovuto...»

Simone lo allontanò e lo guardò negli occhi. Di cosa stava parlando? Del pompino alla bottiglia?

«Io stavo scherzando» disse Edoardo «Ma il destino... mi punisce...» prese un respiro intermittente. «...e adesso... devo capire... se mi dai un bacio, forse capisco...» Il pianto irruppe, disperato, con singhiozzi, sospiri e lamenti. Simone l'abbracciò ed Edoardo si fece abbracciare, si abbandonò a lui.

Voglio tornare indietro nel tempo. E annullare tutto.

Vorrei non aver mai avuto questi maledetti desideri!

Rimasero lì per qualche minuto, abbracciati, finché il pianto di Edoardo non si calmò.

Gli occhi di Simone erano completamente asciutti, e il battito del suo cuore lento e misurato. In quel momento l'unico sentimento che provava era disgusto verso se stesso, e verso quello che aveva fatto. In che stato si era ridotto Edoardo per colpa sua?

Faccio schifo. Schifo.

«Andiamo» disse. «Ti riaccompagno in camera.»

«Non me lo dai un bacio? Non vuoi?» insisté l'altro.

«Sei ubriaco. Domani... vedrai che domani tutte queste idee strane ti saranno passate» mentì Simone. Poi cercò di far alzare Edoardo in piedi, riuscendoci a fatica.

«No, no... sono... due giorni... forse di più... non mi ricordo... non va via... queste sensazioni... questa... questo...» biascicò Edoardo.

Sono esattamente due giorni, Edoardo, da quando ho espresso il desiderio.

Edoardo si appoggiò a Simone e uscirono insieme dalla baracca. Soffiava una brezza fredda e umida che si infilava nei vestiti e sembrava voler penetrare nelle ossa. L'aria era carica di pioggia.

L'ultimo desiderio - Manuel & SimoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora