I cinque di corvée cenarono per ultimi e sparecchiarono mentre gli altri già andavano a lavarsi. Simone era talmente emozionato da tutto quello che gli era capitato che faticò a buttare giù la cena e mangiò pochissimo. Ripensò alla gara del pomeriggio, al momento in cui tutti avevano gridato il suo nome, alla gioia, agli occhi scintillanti di Manuel.
No, perché devo pensare a Manuel, adesso?
Si voltò a guardare Edoardo.
Edoardo. È così bello. Così buono. Così perfetto.
E condividiamo un segreto.Per quella sera Valerio e l'allenatrice avevano programmato un precoce coprifuoco, ma - a proposito di fuoco - gli scout che spesso si radunavano intorno a un falò nell'area nord del piccolo villaggio, proprio quella sera avevano deciso di invitare le due squadre a unirsi a loro. Valerio e l'allenatrice avevano dovuto accettare, loro malgrado, su insistenza dei ragazzi.
Era praticamente tutto a posto, in cucina. Edoardo prese lo strofinaccio di mano a Gennaro.
«Finiamo noi di pulire, voi andate a lavarvi» disse rivolgendosi a Gennaro, Michele e Andrea.
Simone aveva le mani sudate per l'emozione: Edoardo voleva rimanere da solo con lui. Cosa voleva dirgli? Cosa voleva fare?
«Mmm...» commentò Andrea con aria sospettosa. «Di cosa dovete parlare?»
«Di niente!» disse Edoardo, con poca convinzione.
«Eddai... lo so benissimo di cosa dovete parlare: della ragazza di colore... com'è che si chiama?»
«Karen... ok» Edoardo alzò le mani. «Mi hai sgamato!»
Lo stomaco di Simone si chiuse.
Risatine, qualche scambio di battute pecorecce e i tre di troppo uscirono finalmente dalla cucina.
Simone si allontanò da Edoardo con la scusa di dover sciacquare il suo strofinaccio. Parlare di Karen era l'ultima cosa al mondo che voleva fare in quel momento.
«Ehi» disse Edoardo tirandogli una gomitata. «Metti giù quel coso che la cucina è a posto.» Si guardò rapidamente alle spalle. «Non ti va uno shottino?» sollevò due volte le sopracciglia.
Simone sentì lo stomaco rilassarsi. Non voleva parlare di Karen! L'aveva usata come scusa per restare da solo con lui.
Vuole divertirsi con me! Con me, non con Karen!
Lo stomaco mezzo vuoto gli si annodò per l'emozione.
«Sei impazzito?» disse Simone, cercando di mantenere un contegno. In realtà l'idea di fare qualcosa di proibito insieme ad Edoardo lo elettrizzava.
«Eddai... le bottiglie sono tutte già aperte, le ho viste bene prima... se ci facciamo solo uno shot non se ne accorge nessuno» ridacchiò.
Vuole farlo insieme a me! Vuole stare con me! Non con Karen, con me!
E l'immaginazione di Simone viaggiò: la disinibizione aiutata dall'alcol, un sorriso, uno sguardo, due mani che si sfiorano...
Scosse la testa. Non doveva correre troppo con la fantasia, doveva rimanere coi piedi per terra, e assolutamente non provare a forzare la mano. Prendere solo quello che veniva, a poco a poco.
«Eddaje, facciamolo!» disse infine.
Corsero in dispensa, ridendo allegramente. Edoardo salì sulla sedia, allungò il braccio sopra la propria testa, aprì l'armadietto e prese una bottiglia. Richiuse lo sportello.
«La tequila ti piace?» chiese.
«Come no!» rispose Simone, che non aveva mai bevuto tequila in vita sua.
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L'ultimo desiderio - Manuel & Simone
FanfictionSei una schiappa a calcio. Sei innamorato da due anni di Edoardo, la star della squadra, che per te prova solo pietà. A complicare le cose c'è Manuel, il capitano superbullo e superbello che ti tormenta chiudendoti negli armadietti dello spogliatoi...