47. La prossima volta

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«Oh» esclamò Simone, guardando Manuel con il cuore che gli usciva dalla gola.

«Mo' sta' fermo. Nun te move.»

Manuel finì di srotolare il preservativo. Poi tirò la gamba destra in avanti.

Vuole cavalcarmi!
Trattieniti, Simone, non venire subito.

Ma sollevandosi, Manuel andò di nuovo a sbattere con la testa contro le doghe del letto superiore. Stavolta non si lamentò, si limitò a toccarsi la nuca. Simone lo prese per i fianchi, per cercare di aiutarlo. Manuel piegò la schiena in avanti, rimase un attimo fermo, come indeciso sul da farsi.

«Lo capisci che stai troppo in alto-» disse Simone.

«Sht! Zitto.»

«Stai scom...?»

«Zitto!»

Manuel portò anche la seconda gamba in avanti e si mise seduto su Simone.

Simone dovette chiudere gli occhi e prendere un respiro: anche solo quel contatto esterno con il fondoschiena di Manuel lo stava facendo impazzire.

«Me spiace che co' 'sto coso senti de meno...» disse Manuel.

Si preoccupa per me!

«No, meglio così. Altrimenti venivo dopo due secondi» ribatté Simone.

Manuel annuì, serissimo. «Questo è lo spirito.» Poi, rimanendo sempre piegato, sollevò il fondoschiena e allungò una mano sotto di lui. Cercò di sistemare l'erezione di Simone nella giusta angolatura, ma mentre lo faceva sbatté per la terza volta contro il castello.

«'Sto letto demmerda!» imprecò. Poi guardò Simone. «Non ti stai deconcentrando, no?»

Simone scosse la testa, ma quell'attesa lo stava facendo esplodere. «Muoviti, dai!»

Manuel annuì. Si risollevò e sbatté la testa per la quarta volta.

Fu una volta di troppo. Simone non ci vide più. «Non va.»

Fu rapido. E risoluto.

Tenendo sempre Manuel per i fianchi si tirò su, spinse l'altro sul letto, prono, e si stese su di lui. Manuel fece un debole gemito di protesta ma Simone non lo ascoltò.

Dio come lo voglio, cazzo, come lo voglio. Lo voglio!

Si sputò su indice e medio, infilò di nuovo le due dita dentro Manuel, che mugolò. Ma le pompò dentro e fuori solo per pochi secondi, non ne poteva più.

Guidandosi con l'altra mano, spinse il bacino contro il fondoschiena e attraverso il preservativo sentì la punta entrare.

Manuel emise un suono roco, trattenne il fiato e poi fece dei rapidi respiri affannati.

Oh cazzo. Sono entrato.
Non resisto. Non riesco a fare piano.

Ma resistette. Rimase fermo per qualche secondo, dentro circa a metà.

«Fa male?» chiese.

«Nun te montà la testa» rispose Manuel. Poi si puntò su un ginocchio, per sollevare il bacino e allargare le gambe, e così facendo consentì a Simone di penetrare un altro centimetro.

Simone rimase ancora fermo, per un attimo. Con una mano trattenne il preservativo, con l'altra afferrò il fianco di Manuel. Infine spinse ancora ed entrò completamente in lui.

«Ah cazzo!» ruggì Manuel.

Simone rimase fermo per diversi secondi. Prese dei respiri. Da fuori si udirono due tuoni in successione.

L'ultimo desiderio - Manuel & SimoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora