48. L'ultimo desiderio

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Pelle. Dita.

Una mano.

Nelle sue mutande.

Simone aprì gli occhi.

Sopra di sé c'era un ragazzo riccio e spettinato - la barba sfatta di due giorni - che lo guardava con un ghigno furbo.

«Mmm» mormorò Simone. Si stropicciò gli occhi passandoci le mani sopra e allungando le gambe.

«Non è colpa mia se te svegli sempre cor cazzo a piramide. Dovevo fà quarcosa, no?» Manuel si giustificò.

Simone rise e scrollò le spalle. «Mica mi sto lamentando.»

Risveglio con masturbazione.

Simone avrebbe voluto fermare la sua vita in quel momento e ripeterlo all'infinito. Senza problemi, senza preoccupazioni.

I raggi del sole mattutino filtravano dalla finestra e illuminavano le particelle di polvere nell'aria, dando alla stanza un'atmosfera incantata.

Manuel incrociò il suo sguardo mordendosi un labbro e aumentò leggermente il ritmo.

Simone chiuse gli occhi, godendosi la mano dell'altro che si muoveva su e giù sulla sua erezione.

Poi Manuel si fermò. All'improvviso.

Staccò la mano.

Simone riaprì gli occhi preoccupato. «Beh?»

«Se non te dispiace voglio fà 'na cosa che ho sempre sognato de fà, ma non ho mai potuto fà pe' mancanza de materia prima.»

«E cioè?»

Manuel gli sorrise, i suoi occhi scintillarono per qualche secondo, poi si leccò le labbra. E si immerse sotto il sacco a pelo che faceva da coperta.

«Oh!» esclamò Simone. «Tu– cioè... hai sempre sognato... ma che... davvero?»

Manuel si fermò a metà strada e si tirò su con le braccia. Aveva un broncio sul viso che Simone trovò adorabile. Sollevò poi il sacco a pelo: lì sotto, l'imbottitura illuminava la scena di arancione.

«Ti stupisce?» disse Manuel sollevando un sopracciglio.

«Be'...» disse Simone in tono perplesso.

Manuel. Manuel il coattone maschio alfa. Il suo coattone maschio alfa.

Manuel i cui insulti preferiti sono "frocio" e "checca".

Manuel che ho baciato, divorato e con cui ho scopato appassionatamente giusto qualche ora fa.

«Beh...» ripeté, con un tono di voce più comprensivo.

«So' frocio, bisessuale in realtà-» disse Manuel col dito alzato a puntualizzare, «e me piace er cazzo. E mo' se nun te disturbo troppo...»

Simone rise. Si tirò su a sedere e si appoggiò con la schiena contro il muro per venirgli incontro. Poi sollevò di nuovo il sacco a pelo per guardarlo.

Manuel fece scendere lentamente i pantaloni e le mutande di Simone fino a metà coscia. Poi, inaspettatamente, chiuse gli occhi e gli strusciò il viso sul cazzo, vi ci passò il naso.

«Uh» disse Simone. «la barba corta è un po' fastidiosa.»

«Ah, mh, già» disse Manuel in un sospiro. «Dici che la bocca è meglio?» Passò la bocca su tutta la lunghezza facendo scorrere contemporaneamente anche la lingua e ne percorse le vene rumorosamente.

«Mmmh» mugolarono i due ragazzi contemporaneamente.

Manuel lo prese finalmente in bocca. Spinse con violenza, poi si staccò e si mise a tossire.

L'ultimo desiderio - Manuel & SimoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora