XV.

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Non appena varcò la soglia di Kensington sentì una morsa alla gola farsi sempre più stretta.

Quella prigione dorata non gli era mancata affatto, nonostante vi fosse cresciuto, e, adesso che Taehyung mancava, sentiva una pressione su di sé ancor più impetuosa.

Non era sicuro che sarebbe riuscito a gestire tutti gli affari di famiglia e quella parte di patrimonio - comunque immensa - che a lui era stata lasciata.

Malgrado fosse ormai un uomo maturo, lontano dall'essere un bambino impaurito, la sensazione di non essere all'altezza, talvolta, tornava a tormentarlo ed a farlo sentire più piccolo, quasi insignificante e patetico.

Camminò fino all'entrata della dimora regale. Salutò ogni membro della servitù che mostrò a lui riconoscenza.

Ma, nel momento in cui si appressò alla sala principe, dove avrebbe trovato la madre intenta a consumare il primo pasto della giornata, riceve' una sorpresa.

"Buongiorno Jungkook!"

Una voce familiare, proveniente da tempi passati, lo salutò con ardore.

Il suo amico Charlie, che non vedeva da ormai anni, era seduto con la madre al tavolo della sala da pranzo di Kensington, intento a fare colazione, sorseggiando un thè caldo ancora fumante.

Jungkook non si aspettava quella visita.

Quanti anni erano che non vedeva Charlie? Fin troppi. Non aveva avuto più notizie di lui da quando era partito per la prima volta verso la Grecia.

Quasi si era dimenticato del suo volto.

"Charlie!" nonostante tutto, Jungkook era contento di rivederlo; una visita da parte di un amico faceva sempre molto piacere.

Charlie si alzò dal tavolo, lasciandovi sopra la tazzina da cui stava sorseggiando la bevanda, per andare ad abbracciare il suo amico.

"Quanto sei cresciuto, Kookie. Quasi non ti riconoscevo." lo abbracciò forte, ed anche Jungkook lo ricambiò, quasi incredulo.

"Jungkook, perché non porti il marchese a fare una passeggiata in giardino?" Rosalind intervenne ad interromperli.

Jungkook si separò dall'abbraccio di quello che, durante la sua infanzia, aveva sempre considerato uno dei suoi migliori amici.

"Certo, Maman." rispose Jungkook. Poi si rivolse a Charlie. "Che ne dici? Tu ed io? Come ai vecchi tempi..."

"Ci sto Kookie, mostrami casa tua." Charlie accettò l'invito e con l'amico si precipitò verso il cortile di Kensington che collegava la reggia al giardino.

Il marchese lo teneva stretto, non se lo sarebbe fatto scappare.

Durante il tragitto verso il giardino, infatti, cingeva i fianchi di Jungkook con fare possessivo, ma questo non era motivo di turbamento per il duca.

Egli sapeva che di Charlie poteva fidarsi, che non gli avrebbe mai fatto del male, in quanto suo amico e confidente da sempre.

Di lui si sapeva poco o niente. Charlie faceva parte, anch'egli, di una delle famiglie più importanti di tutta Londra, di quella cerchia ristretta di nobili che ruotavano attorno alla regina Carlotta.

La famiglia dei Dashwood era sempre stata legata a quella dei Jeon, e, per questo motivo, i due ragazzi - della stessa età - avevano costruito un'amicizia assai importante.

Con la morte del padre, però, Jungkook si era allontanato da gran parte delle persone che lui riteneva care ma che non facevano parte della sua famiglia, Charlie compreso.

Per via della sua mancata presenza a Londra, a seguito degli anni dei suoi studi in Grecia, aveva deciso di non riallacciare i rapporti con nessuno.

Charlie sembrava un ricordo lontano al duca, finché questi, un bel giorno, non si era presentato a casa sua per colazione.

Non sapeva ciò che avesse fatto in quegli anni, ricordava solo il nome e lo stato sociale.

La curiosità spingeva Jungkook a voler sapere dipiù.

"Da quanto tempo, Charlie..." iniziò la conversazione.

"Già, caro Kookie. Cosa mi racconti?" tralasciando la relazione illecita che aveva con il fratello, la sua vita era abbastanza ordinaria e piatta.

"In realtà non molto. Dopo la morte di mio padre, sai... sono andato in Grecia e lì ho concluso i miei studi."

"Nient'altro, amico?" Charlie era anch'egli curioso.

"Nient'altro. Non credo di volermi sposare. La volontà di Maman è già stata realizzata da Liz e Taehyung."

"Come sta tuo fratello?" Jungkook respirava a fatica e cercava di nascondere l'imbarazzo dietro ai suoi occhiali rotondi ed argentati che avvicinò alla fronte con l'indice.

"Molto bene grazie. Adesso Taehyung ha un figlio." deglutì.

"Congratulazioni." lo cinse di nuovo per i fianchi.

Jungkook non si lamentò, ma, dal momento in cui aveva donato il suo corpo solo - ed esclusivamente - al fratello, cominciò a sentirsi infastidito, malgrado Charlie avesse avuto quei comportamenti con lui sin dall'infanzia.

In effetti il duca aveva sempre avuto una certa fisicità con Charlie, ma questa non era mai stata un tipo di contatto malizioso.

L'unico che era cambiato era Jungkook, ma non poteva dichiarare sentimenti e pensieri causati da quel gesto, rivelando la sua relazione con Taehyung.

"Si chiama James." accennò una smorfia.

"Ti piace?"

"Adoro mio nipote. È una delle cose migliori che mi potesse capitare." la smorfia di Jungkook si trasformò in un sorriso. "E tu, Charlie, che mi racconti?" adesso veniva il turno del duca.

"Niente di particolare. Ho concluso i miei studi a Londra ed ho trascorso qualche anno a Parigi." Charlie non adorava parlare di sé. Era un tipo molto misterioso. "Sai, ho ereditato tutte le proprietà dei Dashwood, in quanto figlio unico."

"Sono contento per te, amico."

"Sì, mi sento un re. Posso fare ciò che voglio e comandare chi mi pare." Jungkook ammirava la sfrontatezza di Charlie e rimpiangeva di non averne tanta quanto lui.

Tenendo ancora i fianchi di Jungkook con il suo braccio sinistro, si arrestò e mise il palmo della sua mano destra su uno dei pettorali dell'altro.

Il duca si irrigidì. Quel contatto lo sorprese - una sorta di fastidio, che ignorò volutamente. Charlie pareva non si fosse accorto di niente.

La camicia che stava indossando Jungkook era fin troppo sottile e stringeva il suo petto facendolo apparire ancora più tonico e gonfio. Il marchese per poco avrebbe toccato la pelle nuda dell'altro.

"Ascolta Kookie. La prossima settimana c'è un ballo a casa Dashwood. Sei invitato, con Rosalind, Liz e suo marito."

"Certo, volentieri."

"Riferiscilo anche a Taehyung, vorrei ci fosse anche lui."

Grazie a dio si era ricordato che aveva un fratello, perché non sarebbe andato senza la sua spalla alla festa dei Dashwood con tutta quell'aristocrazia, che lui voleva - volutamente - evitare.

"Sarà un piacere, Charlie."

"Che bello, Kookie... non sai quanto mi rendi felice."

Jungkook sorrise. D'altronde, anche se le cose, dopo tutti quegli anni, erano cambiate, Charlie rimaneva uno dei suoi più cari amici, ed il duca era felice di rivederlo.

ʕ•ᴥ•ʔ

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