LII.

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"A presto, Madelaine. Spero di rincontrarti un giorno."

"Non è un addio, è solo un arrivederci."

Quella mattina Madelaine e Jungkook si salutarono, con la speranza di rivedersi presto.

Si sarebbero rincontrati in circostanze migliori, si ripeteva il duca, quando tutto sarebbe finito.

"Ti voglio bene, Mad. Abbi cura di te."

"Vi voglio bene anche io, Jungkook. Mandate un saluto al principe da parte mia e ringraziatelo per tutto quello che ha fatto. Gli sono grata, così come lo sono a voi."

Madelaine si strinse fra le braccia di Jungkook, che accarezzò i suoi capelli lunghi e morbidi.

"A proposito. Ho un regalo per te."

Il duca estrasse dalla sua casacca da viaggio un piccolo libro. Sulla copertina Madelaine lesse Poetries for a year.

"Jungkook... grazie... non dovevate."

"È il minimo che possa fare per te, Mad. Hai reso felici i miei giorni di solitudine qui a Coquelles, migliore compagnia non potevo desiderare."

Gli occhi della ragazza si fecero lucidi.

"Chi è l'autore?" Madelaine pose quella domanda al duca, poiché - in effetti - nessun nome era indicato sulla copertina.

"È una raccolta di poesie. Gli autori sono Byron, Shelley e Keats." la ragazza rigirò fra le mani il piccolo libro. "So che moriresti per la tua libertà ed i tuoi ideali. Credo che ti piacerà."

"Grazie, è un pensiero bellissimo. Penserò a voi quando sarete lontano."

Si scambiarono il saluto definitivo, carichi di emozioni.

Jungkook non era mai stato bravo con gli addii, soprattutto con quelli verso le persone a cui si era affezionato.

Guardò la sagoma di Madelaine ed i suoi colori farsi sempre più piccoli man mano che si allontanava da Coquelles.

Jungkook percorse il tragitto fino a Calais, dove si imbarcò per passare lo stretto di Dover e far di nuovo ritorno in Inghilterra.

Il viaggio verso casa fu lungo e straziante.

Furono circa due giorni di pena e sofferenza continua, sapendo che c'era la possibilità di non rivedere vivo suo fratello.

Più si avvicinava, più lo sentiva vicino e percepiva l'impellente bisogno di rivederlo, di abbracciarlo, di dirgli che lo amava più della vita stessa.

Pregava ogni dio possibile ed immaginabile che tutto andasse per il meglio, anche se - in cuor suo - era pronto al peggio.

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