I.

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Se è vero che ogni amore infelice è mitico ed esagerato a suo modo, la parte più recondita di noi stessi, per giunta, vi è attratta sempre di più, a viverlo nonostante la consapevolezza che non ci sia speranza, a darsi completamente all'altro senza alcuna distinzione.

L'attrazione per ciò che è complicato stimola in ognuno di noi la nascita di una seduzione irrazionale, pertanto inspiegabile, che ci induce lentamente verso un punto di non ritorno, malgrado la consapevolezza di un impossibile lieto fine.

Jeon Jungkook lo sapeva bene.

Per tutta la vita aveva cercato di correre dietro un amore che molti altri avrebbero considerato sbagliato - addirittura improponibile.

L'ombra dell'incesto che per anni lo aveva perseguitato fin lì, ormai, non lo spaventava più.

Da quando aveva saputo che il fratello era stato adottato, la sua visione del mondo, il suo sguardo sulla vita erano completamente cambiati.

Vivere in una società in cui la loro relazione sarebbe stata etichettata come reato punibile lo spaventava, ma l'ottimismo, da cui era animato in quei giorni, lo aveva caricato di una vitalità che da tempo non sentiva.

Percepiva un leggero formicolio allo stomaco che si faceva sempre più intenso man mano che la meta di ritorno si avvicinava.

Jeon Jungkook stava tornando a casa.

I suoi capelli corvini, resi ancor più luminosi dal sole caldo della tarda mattinata, si muovevano scompigliati dalla brezza marina che respirava a pieni polmoni in posizione dominante a prua della nave.

Quel giorno stesso si era imbarcato dal porto di Patrasso in direzione Southampton, per tornare a Londra.

Sentiva aria di libertà, aggrappato al parapetto in ferro del vascello su cui navigava, spinto dalle correnti mediterranee.

Chiuse gli occhi, prese un respiro profondo, inalando nella gola l'aria salmastra di mare.

Annusò lentamente quel sapore agrodolce che - sapeva - avrebbe assaggiato per l'ultima volta.

Aveva, infatti, ormai concluso i suoi studi di arte, pittura ed architettura in Grecia, ed era giunto - dopo cinque lunghi anni - il momento di tornare a casa, di affrontare tutto ciò che per molto tempo si era lasciato alle spalle, nonostante la convinzione di averlo dimenticato.

La notizia relativa alla morte della principessa Cleo lo aveva colto in un momento di totale serenità, quando ormai pensava di rimanere lì, in quel paradiso felice, per il resto dei suoi giorni, lontano dagli occhi ipocriti e giudicatori dell'alta società londinese.

La morte di sua cognata gli aveva dato la spinta necessaria per cambiare idea, per tornare indietro e riprendersi ciò che era suo, e che, poi in fondo, non lo aveva mai abbandonato.

Certo, una morte è sempre una disgrazia, ma, se non fosse successo quello che realmente era accaduto alla famiglia Jeon, egli non avrebbe mai avuto il coraggio di scrivere quella lettera e spedirla al fratello.

Con lo sguardo lacrimante per l'aria di mare che si infrangeva sul suo viso e sulla pelle olivastra, chiuse gli occhi e piegò leggermente la testa su di un lato, adagiandola dolcemente sulla sua spalla destra, quasi a rilassarsi ed a godersi quell'istante edenico.

Respirò profondamente ancora una volta, facendo vagare la sua mente ovunque essa volesse andare.

Lasciò che quel leggero formicolio, che da giorni percepiva e che si stava lentamente impossessando di lui, lo assalisse completamente.

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