V.

248 42 24
                                    




Taehyung era teso, quasi senza parole. Respirava a fatica sotto gli occhi seducenti del fratello che - finalmente - era riuscito a porlo in situazione di sudditanza, completamente asservito a lui.

"Ma dimmi, Taehyung," continuò "c'è stato qualcun altro, oltre a me, che ha avuto l'onore di possedere il tuo cuore?"

Le arti seduttive di Jungkook si erano fatte sempre più affinate, e - questa volta - le sue armi erano ancora più pungenti di quelle precedenti.

Taehyung crollò.

"Mio Dio, Jungkookie, mi sento così in colpa..." era completamente succube e afflitto dalle pene d'amore.

"Tae, cosa..."

Non era ancora pronto a rivelare al fratello che in quei cinque lunghi anni, resi ancor più difficili dalla sua mancanza, si era consolato con molti altri uomini, solo per scacciare via il pensiero di Jungkook che suo malgrado era rimasto sempre costante.

Non poteva.

Doveva mentire, anche se la sua non era del tutto una bugia: quel sentimento di colpa che si faceva sempre più insidioso man mano che cercava di celarlo, lo tormentava a dismisura.

La colpa di Taehyung non era data solo dal fatto di aver ospitato numerosi uomini fra le sue lenzuola, ma si sentiva sulle spalle il peso per aver mal gestito la situazione dei debiti del padre.

Un errore giovanile - direbbero in molti, ma Taehyung non lasciava che eventi spinosi come quelli gli scivolassero via tanto facilmente da poter essere dimenticati.

Se avesse tenuto sotto controllo tutto nel miglior modo possibile, lui non avrebbe sposato nessuna principessa e Jungkook non sarebbe mai fuggito via.

Jungkook gli prese le mani, ma lui le ritirò velocemente.

"È tutta colpa mia Kookie... avrei dovuto pensarci prima. Sono solo io il responsabile delle mie azioni e delle tue sofferenze. Mi dispiace."

"No, non dire così. Sai che io ti a-"

Il discorso di Jungkook venne interrotto dall'apertura delle porte della sala alle loro spalle da dove sbucò fuori un bimbo di quattro anni paffutello e simpatico, che era riuscito a fuggire dalle grinfie delle balie per andare in braccio a suo padre.

"Aiuto papino! Aiuto! Dorothy mi sta riconcorrendo!" così James, fece la sua comparsa per la prima volta davanti agli occhi di Jungkook.

James corse in fretta per andare in braccio a Taehyung che, sorpreso, gli sorrise e lo sollevò con delicatezza per farlo adagiare sulle sue gambe.

Lo baciò sulla guancia, ma l'attenzione del figlio - in quel momento - era concentrata verso un altro soggetto.

James stava fissano meravigliato l'uomo alla sua sinistra, chiedendosi fra sé e sé chi fosse.

Poco dopo, infatti, Taehyung dette voce ai suoi pensieri.

"James, ti presento tuo zio Jungkook."

James non era mai stato un bambino troppo timido, perciò, non appena il padre gli presentò Jungkook, gli sorrise, e gettò le braccia verso di lui.

Taehyung, che capì le intenzioni del figlio, lo avvicinò all'altro che lo prese con le sue mani piccole ma muscolose per spostarlo verso di sé e farlo sistemare sulle sue ginocchia.

"Ciao, zio Guk!"

Jungkook gli sorrise.

Provava in un'immensa gioia, e la causa di quel dolce sentimento era James, che già considerava suo figlio.

the Amorist | VK {sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora