XXVIII.

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"Torno presto, amore mio."

Jungkook quella mattina, appena sveglio dal sonno profondo che li aveva accompagnati per tutta la notte, aveva informato il fratello che di lì a breve sarebbe andato ad Hatfield House per sbrigare alcune questioni amministrative.

Da quando aveva ereditato tutto il patrimonio dei Jeon, il minore aveva su di lui assai gravi responsabilità, che riusciva comunque a gestire senza fare troppa fatica, mettendo d'accordo oneri amministrativi ed affetti.

Divideva le sue giornate fra quelle trascorse ad Hatfield e quelle passate, invece, ad Hampton con Taehyung.

I primi tre giorni della settimana, Jungkook li spendeva presso la villa di campagna di famiglia, dove - da solo - si dedicava testa e cuore agli impegni da aristocratico ed alla gestione delle sue terre.

Curava con dedizione ogni minimo particolare, ci metteva amore in quello che faceva.

Il suo lavoro, di fatto era assai ricompensato dagli abitanti delle sue terre, che lo amavano, così come, a suo tempo, avevano amato Taehyung.

Ognuno di loro si fidava dei Jeon e sapeva che la loro amministrazione sarebbe stata efficace e soddisfacente.

I restanti giorni, quelli del fine settimana, tornava ad Hampton Palace, da Taehyung, che ogni volta lo accoglieva a braccia aperte, felice di rivederlo, dopo quella distanza temporale che spesso gli pareva infinita.

Quei giorni venivano considerati come un periodo di vacanza e di svago, in cui entrambi staccavano la loro mente da ogni incombenza, da ogni compito potesse arrecargli fatica.

Trascorrevano le loro giornate in lunghe passeggiate alla fresca brezza serale, talvolta camminando per i viali della villa, talvolta concedendosi una piccola fuga romantica a Bushy Park.

A Jungkook sembrava un sogno. Leggevano insieme, facevano l'amore, si divertivano con James, entusiasta ogni volta che lo zio tornava a casa con un nuovo dono per lui.

Jungkook prendeva al volo il fanciullo facendolo roteare in aria, facendo saltare lo stomaco in gola a Taehyung per il loro essere spericolati.

Ogni giorno che passava accorciavano sempre di più le distanze fra loro davanti a James.

Spesso si ritrovavano abbracciati senza accorgersene, ed il pargolo - che si sentiva escluso - gettava ai due le braccia, per essere anch'egli accolto in mezzo.

Taehyung sorrideva e gli chiedeva in tono sarcastico se volesse unirsi. Il bimbo rispondeva sempre di sì, mai rifiutava un loro abbraccio.

Quella mattina, infatti, era una delle volte in cui James li aveva beccati a coccolarsi nel letto nella più totale intimità.

Il piccolo non si era mai fatto troppe domande a riguardo; non provava mai un senso di stranezza, piuttosto voleva, ad ogni costo, essere parte di quel qualcosa, ancora non ben definito ai suoi occhi, che il padre e lo zio costituivano.

Non voleva perdersi tutti quei momenti di coccole, e Taehyung era ben felice di concederglieli - così come una famiglia.

Il principe coccolava suo figlio, cercava sempre il modo di dargli il doppio dell'amore che si meritava a causa della morte della madre.

Lo avrebbe fatto a prescindere, ma sapere che al figlio mancasse una figura così importante nella vita, lo portava a voler dargliene ancora di più.

Lo viziava e Jungkook faceva lo stesso, ma, nonostante questo, James cresceva saggio e intelligente.

"Toc-toc." si udì dalla porta della camera.

"Chi è?" Taehyung intonò quella domanda con fare scherzoso, al fine di far venire avanti il figlio.

"Sono James." la vocina sottile rispose.

"Entra, James."

Il principino entrò chiudendosi la porta della stanza - lasciata mezz'aperta - dietro le sue spalle e corse in modo molto buffo fino al lattone matrimoniale.

Si arrampicò velocemente e Taehyung, sfiorando il corpo del fratello, che giaceva accanto a lui, prese James di forza e lo tirò su.

"Un po' di coccole." ordinò il bimbo, accucciandosi nello spazio caldo e morbido fra i due corpi.

"Agli ordini principe." Jungkook gli rispose interpretando un tono grave ed iniziò a fargli il solletico.

Taehyung si divertiva a quella scenetta di famiglia. La sua famiglia.

"Per quanto ti tratterrai via ad Hatfield House?" chiese il maggiore.

"Al solito, amore mio." Jungkook lasciò che James di accucciasse su di lui. "Parto stasera, tornerò mercoledì. Sbrigherò i miei compiti il prima possibile, e poi tornerò da te per fare l'amor-"

"Cosa significa fare l'amore?" James interruppe suo zio, mettendo entrambi in imbarazzo.

"Tesoro." lo chiamò Taehyung. "Te lo spiego quando sei più grande, va bene?"

James sbuffò, ormai quella scusa non reggeva più col piccolo "Uffi papino, dici sempre che me lo spieghi quando sono grande... ma io sono già grande."

Era troppo adorabile per non suscitare il riso dei due. Taehyung gli lasciò un bacio sulla fronte, e permise che Jungkook si alzasse dal letto per rivestirsi e preparare le cose necessarie alla partenza.

ʕ•ᴥ•ʔ

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