12. Pronto a tutto

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I mortali non fanno altro che pensare agli amori e alle guerre,
come se fosse tutto ciò che conta.
Un susseguirsi di sentimenti e di paure.

Un susseguirsi di sentimenti e di paure

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La quantità di corridoi che percorsero e le innumerevoli scale a chiocciola su cui salirono confusero Taehyung al punto da non distinguere più un ambiente da un altro, anche se erano variopinti e arredati diversamente, sembravano tutti così simili e impersonali da risultare lussuosi ma anche anonimi, allo stesso tempo.

Fino a che non arrivarono nell'atrio di accesso alla stanza di Jungkook, questa sì che si distingueva dalle altre con la semplicità degli arredi abbinati a dettagli del tutto innovativi.
Alcuni affreschi moderni multicolori erano accompagnati da sculture da far invidia alle migliori sale di ricevimento di una volta. L'attenzione alle rifiniture moderne in un ambiente decisamente vintage, rispecchiava perfettamente la contorta personalità del Van dell'Istinto.

Sorrise quando Jeon si fermò a guardare la sua reazione mentre oltrepassava la porta che conduceva, finalmente, alla sua camera da letto.
I loro occhi si incrociarono... in entrambi si leggeva in modo chiaro e lampante, il bisogno che sentivano l'uno dell'altro.

-Potrei farmi una doccia? - chiese Taehyung improvvisamente sia per smorzare la tensione, sia perché in quell'ambiente raffinato si sentiva piuttosto sudicio.
Inoltre, a pensarci bene era stato recluso forzatamente in una stanza ricca di Verbena, e se il suo odore avesse assorbito un po' di quella sostanza?
Doveva liberarsene subito altrimenti c'era il rischio di poter nuocere a Jungkook.

Le sue paure vennero, per fortuna, subito esorcizzate dall'avvicinarsi di Jeon e dalle sue parole:

-Ora che posso finalmente assaporare la tua vera fragranza, così pura e piacevole, senza il fetore nauseante che prima disturbava i miei sensi, ti vuoi già allontanare? - chiese annusandogli il collo e sfiorandolo appena, come se avesse paura di romperlo.

-Vorrei solo togliermi di dosso questi abiti e la sensazione di essere stato...- si interruppe, non riuscendo a trovare le parole adatte per esprimere l'impressione di essere "contaminato".

Il vampiro, però, fraintese le sue parole e chiese a denti stretti, scostandosi da lui con evidente collera a malapena trattenuta:
-Sei stato... violentato? -

-No! No.- si affrettò a chiarire Kim - Intendevo solo che ho bisogno di rinfrescarmi un po', prima che noi...- e si bloccò nuovamente.
"Ma che cavolo..." pensò, "Perché il solo pensare di giacere con lui mi rende così nervoso da non riuscire a parlare?".

Jeon troncò di nuovo i suoi pensieri baciandolo spontaneamente in bocca e porgendogli una delle sue felpe.

-Mi piace l'idea che indossi i miei vestiti - disse il vampiro con un senso di soddisfazione e possesso, -Anche se non appena uscirai dal bagno, te li toglierò immediatamente. -

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