49. Nel Tempio

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Non so di preciso cosa sia la magia.

So solo che inizia sempre dai luoghi, dai pensieri e dalle persone e che si alimenta grazie a ciò che ci circonda:
la natura e il respiro degli esseri viventi.

La musica è magia.
La speranza è magia.

Chiunque abbia amato
è stato toccato dalla magia.

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Pov Francine

Da quando indosso la veste rossa, a mio avviso non meritata, mi sono ripromessa che avrei studiato dalla mattina alla sera per recuperare le nozioni basi, in modo da poter essere considerata almeno una baby sacerdotessa dell'Istinto

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Da quando indosso la veste rossa, a mio avviso non meritata, mi sono ripromessa che avrei studiato dalla mattina alla sera per recuperare le nozioni basi, in modo da poter essere considerata almeno una baby sacerdotessa dell'Istinto.

Purtroppo però ho un problema ad entrare in Biblioteca e rimanere concentrata nello studio.
Da quando io e Van Min avevamo consumato lì, insieme, la mia prima volta, appena tento di tenere la mente lucida sui libri, rivivo, senza freni, alcuni istanti di quell'esperienza indimenticabile e che ancora stento a credere sia successo proprio a me.

Non posso essermi invanghita in questo modo di un Eterno da non capirci più nulla. Ciò dimostra solo quanto sono piccola, ingenua e ignorante sull'argomento amore.

Ho scelto di essere Adepta dei Van per due motivi fondamentali.
Il primo proprio perché sentivo di voler vivere senza quell'amore mortale che ti lega ad una sola persona e ti limita, a mio avviso, ad essere succube di quei sentimenti contradittori, quegli alti e bassi di umore che ti guidano a prendere delle decisioni senza usare il buon senso.

Il secondo, sicuramente, a causa della passione che ho per lo studio delle arti magiche, principalmente come guaritrice, poi attratta da tutto quanto inerente la magia.

Mi sono subito interessata anche alla vita nel Tempio, rigida ma non troppo, piena di regole ma anche di sorprese ogni giorno.
Conoscere la storia degli Eterni, in particolare dei Van nostri protettori, mi aveva avvicinata a loro sia emotivamente che mentalmente, e farlo insieme alle mie sorelle mi rendeva fiera e felice della scelta fatta.

Avevo lottato anche contro i miei genitori che avrebbero voluto vedermi accasata, in una stabile famiglia a vivere di agi e fortune, ereditate grazie al lavoro e ai sacrifici di mio padre e non certo grazie alle mie sole forze.

La maggior parte delle altre mie sorelle avevano intrapreso questa vita per uscire dalla povertà, o dalla paura, o semplicemente perché non avevano altra scelta per sopravvivere, invece io, attratta dal desiderio viscerale di dimostrare a me stessa di essere l'unica artefice della mia vita.

Al contrario mio, c'erano anche delle Adepte entrate nel Tempio perché obbligate dalla propria famiglia, che, però, difficilmente arrivavano a prendere i voti. Non appena raggiungevano l'età dell'indipendenza scappavano alla ricerca di quella libertà che tanto ambivano e che non avevano mai avuto.

BLOOD MAZEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora