36. Questione di orgoglio

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- Pensi di potermi trattare così solo perché ti ho mostrato affetto e desiderio? Eh no, Taehyung, scordatelo! -
Le parole che Van Jeon pronunciò quella sera, furono improvvise ed inaspettate...

< ... la frase del sogno ora aveva un contesto... i ricordi cominciarono poco per volta ad affiorare ...>


Kim aveva preferito dire la verità a Jungkook, la giornata appena trascorsa insieme come una coppia lo aveva reso incauto e talmente fiducioso da non tenere in considerazione le raccomandazioni di Van Seok.

Van Jeon, il re dei Vampiri e signore dell'Istinto, con il suo carattere orgoglioso e un'indole impulsiva avrebbe sicuramente agito ancor prima di pensare, senza considerarne le motivazioni o le conseguenze.

Il suo compagno si era invece autoconvinto che tutto sarebbe andato per il meglio e che Jungkook non solo avrebbe compreso immediatamente la decisione presa, ma insieme avrebbero anche potuto trovare una soluzione.

Nella sua testa il continuare a far finta di nulla, cambiare discorso o bloccarlo nel momento in cui dimostrava di voler andare oltre, sarebbe stato peggio, come tradirlo, ingannarlo, e lui non voleva più mentirgli.

- Non è per questo... non voglio sminuire la tua forza o approfittare di te... - tentò di spiegare Tae, nonostante le parole del vampiro pronunciate con rabbia e rancore, lo avevano ferito. - Voglio solo il bene per entrambi. -

- Sono sulla Terra da molto, molto più tempo di te... - continuò Jeon senza neppure ascoltarlo - E ci sarò ancora quando tu non ci sarai più! Sei solo di passaggio, transitorio; invecchierai mentre io troverò di meglio, qualcuno in grado di soddisfarmi come sembra tu non sia più in grado di fare. -

< ...ecco... ciò che ancora stentava a credere fosse successo davvero...>


Kim non poteva credere alle sue orecchie.
Jungkook aveva appena reso reale le sue paure più grandi: il non essere considerato alla sua altezza, non essere sufficiente per lui.

Lo spaventava come l'idea di essere abbandonato, di rimanere solo.
Malgrado tutto quello che avevano passato insieme e a dispetto di quel legame che, almeno lui, considerava unico e irripetibile, erano bastate, invece, solo due parole per farlo sentire una nullità.

Probabilmente si era illuso ed era il solo a provare quelle emozioni così forti.

Per che cosa lottava allora?
La "speranza" di cosa?
La "luce" per chi?
Se la sola persona che desiderava davvero, che gli dava la forza e l'energia di continuare a lottare contro un fato avverso, lo considerava solo un passatempo... perché continuare?

Il confidarsi con lui confessandogli di aver deciso di astenersi dai rapporti completi tra loro fino a quando il problema "Bestia" non si sarebbe risolto, era bastato per fargli aprire gli occhi e dimostrargli come lo vedeva davvero il re dei vampiri.

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