Dopo cena, Joey prese Lela per la notte per lasciare un po' di spazio a Jane. Tutti se ne andarono tranne Maura ancora spaventata. "Maura, stiamo bene, davvero, ma va bene se vuoi restare!". Jane si tolse i vestiti e si mise sotto le coperte, era esausta. Maura la imitò e si sdraiò al suo fianco. "So che non dovrei davvero essere così terrorizzata, ma Jane, se fosse successo qualcosa al bambino? E se Dean ti fa male di nuovo?" chiese con le lacrime agli occhi. "Non gli permetterò mai più di avvicinarsi a me, non m'importa che sia suo figlio, mi ha colpito Maura, è fuori di testa!" Maura si strinse di più alla sua ragazza, non si era resa conto di quanto fosse stanca finché non cominciò a sbadigliare. "Dai Maur, dormiamo un po', domani vedrò di sistemare la questione Dean!" Jane si accoccolò tra le braccia di Maura che si rilassò addormentandosi. La mattina dopo, Maura venne buttata giù dal letto da un caso di omicidio, riluttante si alzò mentre Jane dormiva profondamente. Si fece una doccia e scivolò via di casa lasciandole un biglietto dove diceva che si sarebbero viste per la sua pausa pranzo. Qualche ora dopo, quando il sole era già alto anche Jane si alzò, si fece una doccia e mise qualcosa in bocca, non aveva molta fame, ma il bambino doveva mangiare. Lesse il biglietto di Maura che l'avvisava che era stata chiamata presto per un caso e che si sarebbero viste per pranzo. Joey le inviò un messaggio dicendo che avrebbe portato Lela in biblioteca e l'avrebbe riportata da lei dopo le quattro. Quindi Jane aveva un po' di tempo per sé, si mise a sedere sul divano ripensando a quello che era successo, sapeva che Dean era fuori di testa, ma non avrebbe mai immaginato che le avrebbe fatto del male. Accese un po' di tv per distrarsi e qualcuno le suonò alla porta, si alzò riluttante, guardò dallo spioncino e sbiancò. "Che ci fai qui? Come sai dove abito?" urlò attraverso la porta. "Jane, mi dispiace! Ti prego perdonami!" Dean le urlava dalla porta. "Vattene! Giuro che chiamo la polizia se non te ne vai, non ti voglio vedere mai più! E scordati del bambino!" A queste parole Dean s'infuriò e cominciò a battere i pugni sulla porta urlando più di prima. "E' anche il mio bambino Jane! Non puoi portarmelo via, hai capito? Giuro che ti ammazzo come un cane se non me lo farai vedere! Apri questa porta Jane!!" urlò spaventandola. La bruna prese il telefono e chiamò la prima persona che le venne in mente, Maura. La bionda arrivò trafelata poco dopo e vide Dean che batteva i pugni rabbioso alla porta della sua ragazza, non era sola, aveva chiamato la polizia che l'aveva seguita. "Signor Gabriel, si allontani dalla porta a mani alzate!" urlò un agente con la pistola in mano, l'uomo si voltò con un sorriso sghembo. "Uh, la polizia...paura!" Poi si voltò verso la porta e ricominciò ad urlare rosso di rabbia. "Tu sei mia Jane, è anche il bambino! Vi avrò in un modo o nell'altro, non ti libererai mai di me, hai capito? Tu ami me!". "Signor Gabriel, mani in alto! È in arresto per aggressione!" uno degli agenti gli si avvicinò con le manette ma l'uomo gli si gettò addosso cercando di rubargli la pistola, nella colluttazione partì un colpo che per errore andò a finire sulla porta d'ingresso. A quella vista Maura impallidì. "Jane!!" gridò andando verso la porta che nel frattempo era stata aperta e vide la bruna stesa a terra. "Jane, Jane!!"la bruna era stata colpita ad una spalla e perdeva molto sangue, nella furia del momento Maura si alzò come una furia e si scagliò contro Dean che era stato placcato a terra. "Ma sei impazzito? Vuoi ucciderla? E tu dici di amarla? Sei un fottuto bastardo!" Si chinò su di lui e gli prese un pugno di capelli costringendolo a guardarla in faccia."Non la vedrai mai più, mi hai sentito? Sei un uomo morto Dean!" sputò rabbiosa mentre l'uomo veniva tirato su e portato via con la forza.
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LA REINA TANGUERA
FanfictionJane lascia la sua amata Buenos Aires per ricongiungersi con la famiglia a Boston...le circostanze del suo ritorno non sono felici e ricominciare una nuova vita lontana dai suoi posti preferiti, dalla musica per le strade, dall'allegria della sua g...