Capitolo 6

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Mentre la riportava a casa Sabrina si era rilassata al punto che si era addormentata sul sedile e Maria aveva dovuto portarla su fino a casa in braccio.
Sabrina si era svegliata leggermente mentre lei la posava sul letto e l'aveva tirata addosso a sé.
"un bacio non me lo dai prima di andare...?"
Le aveva sorriso dolcemente e tutta sognante, forse un po' frastornata dal sonno.
Maria l'aveva guardata un secondo spaesata e poi le aveva sorriso prima di baciarla profondamente.

La canzone è finita e così si interrompe anche il mio sogno ad occhi aperti.
Sabrina chiaramente non dorme e io non avrò nessun bacio stasera, ma ha ascoltato ogni parola ed è rimasta estasiata.
"ma che bella questa canzone..." sorride guardandomi con quella sua aria da romanticona che io amo follemente.
"è 'la Monna Lisa' di Emanuele Aloia"
Le sorrido a mia volta spegnendo l'auto e scendo velocemente per aprirle la portiera senza che lei abbia il tempo di replicare.
Lei scuote la testa e scende tenendosi alla mia mano.
Sabrina equilibrio zero.
La trovo adorabile.
Apre il portone del palazzo con le chiavi e io aspetto mettendomi dietro di lei.
Lei sorride.
"scusa chi t'ha inviato a salire a casa?"
"ah me ne devo andare? Ah ok, beh ciao allora, ci vediamo alla cena"
Faccio per andarmene e lei mi afferra un passante dei jeans con due dita e mi guarda timidamente.
Io mi blocco.
So che non voleva veramente cacciarmi via, ma non mi aspettavo che mi volesse li con lei con così tanta prepotenza.
Le sorrido dolcemente come a volerla rassicurare e mi avvicino posandole un bacio sulla spalla.
"sono qui"
Non avrei coraggio di dire altro e quindi mi fermo lì.
Va bene comunque.
Lo penso davvero.
Lei sorride facendo un piccolo sospiro sereno e soddisfatto, poi apre il portone e mi guarda sorridendo.
Fa un paio di passi, ma calcola male le distanze, mette male il piede e tutto quello che vedo è lei abbassarsi di colpo sulle scale.
Mi sporgo in avanti istintivamente e la afferro per un braccio con una mano e l'altra la porto sulla sua testa.
Cerco istintivamente di non fargliela battere contro il marmo duro e gelido degli scalini mentre sento il petto esplodermi e lo stomaco lacerarsi e farsi a brandelli dallo spavento.
Mi calmo vedendo il suo corpo rallentare e non sbattere contro le scale, ma mi accorgo del suo sguardo spaventato su di me.
Mi fissa con gli occhi spalancati e il respiro affannoso, tenendo la bocca leggermente aperta.
"oi..." mi avvicino prendendola bene per i fianchi e la schiena "non è successo niente, va tutto bene"
La aiuto a sollevarsi mentre il suo sguardo si ammorbidisce.
Respira ancora con la bocca, ma i suoi occhi sono più sereni.
"ti sei spaventata?"
Annuisce mentre si rimette in piedi e io la lascio andare, ma lei sembra barcollare e io non capisco perché.
"ma ti sei fatta male?"
Lei fa di 'no' con la testa, ma non mi convince così mi abbasso leggermente per vedere se trovo graffi o altro, ma l'unica cosa che vedo è solo il suo ginocchio sinistro un po' arrossato.
"mi fa un po' male..."
Sussurra lei e io istintivamente scatto.
"dove?"
Mi inginocchio davanti a lei intuendo che è il ginocchio arrossato a farle male.
Lei mi guarda un secondo negli occhi e mi sembra quasi che quel suo rossore sulle guance non sia dovuto allo spavento che ha preso poco prima, ma quanto a un qualcosa che le sto facendo provare io.
"qui sul ginocchio... Devo averlo battuto sullo spigolo dello scalino..."
Mi distrae dai miei pensieri e mi do pure della stupida per averci pensato.
Le passo delicatamente le dita sulla pelle per sentire se è gonfia e la sento bollente.
Tutto il sangue si sta concentrando li  dove si è fatta male e quindi la sua pelle si sta scaldando pericolosamente.
"andiamo su velocemente che ti metto un po' di ghiaccio pirma che la botta diventi troppo gonfia"
Mi alzo e le passo un braccio dietro la schiena per aiutarla a salir le scale.
Fa un passo e mugugna qualcosa.
Sale un altro scalino e fa un altro versetto stridulo.
"non ce la faccio..." mi sussurra poggiando la fronte alla mia spalla imbarazzata.
"non c'è un'ascensore? Vuoi che prendiamo quello?"
"nno... Lo stanno a riparà che ieri s'è rotto" sbuffa e incrocia le braccia al petto come una bambina ed io sorrido morendo di tenerezza.
"cerca di non poggiare il peso su quella gamba... Fai dei saltini"
Annuisce mordendosi il labbro tutta concentrata e si leva le scarpe.
Mi si aggrappa addosso per salire e le sue mani finiscono per vagare sul mio corpo qualche istante.
Facciamo qualche rampa di scale con lei che a momenti maledice ogni tipo di santo sul calendario e io che mi trattengo dal ridere.
"ma che te ridi... Qua a situazione è grave"
A me viene ancora più da ridere e mi piego leggermente in avanti.
Lei incrocia le braccia offesa dal fatto che io stia ridendo e quindi io mi calmo per non farla arrabbiare troppo.
"dai... Davvero non ce la fai..?"
"no Marí me fa troppo male a salí le scale..."
Annuisco e mi guardo attorno un attimo cercardo una soluzione, ma l'unica cosa che mi viene in mente è di prenderla il braccio per fare gli ultimi due piani.
Le poso le mani sui fianchi e me la ritrovo ad un centimentro di distanza dal mio viso.
Lei mi guarda senza capire cosa io stia facendo e io resto bloccata a fissarla un attimo.
Mi fermo a guardare le sue labbra leggermente aperte e sento le sue mani strette sulle mie braccia per sostenersi.
I suoi fianchi tondi sotto le mie mani sembrano così perfetti e morbidi... Vorrei solo poterla sfiorare e baciarle la pelle mentre se ne sta abbracciata a me fra le lenzuola.
"Marí che fai...?"
"eh?"
Mi riprendo dai pensieri.
"perché stamo così immobili?"
"ah! Ora.. Ora ti prendo in braccio così non soffri più"
"no Maria ma peso! Maria!"
Non la ascolto minimamente e la prendo in braccio lo stesso con lei che mi aggrappa al collo per non cadere.
Il mio braccio si posa dietro la sua schiena e l'altro sta sotto le sue gambe.
Non era così che immaginavo la mia fantasia in macchina, ma questo va bene lo stesso.
Salgo le ultime rampe di scale e delicatamente la faccio scendere a terra.
Ringrazio il cielo perché nessun vicino ci ha sentite o viste, altrimenti mi chiedo come avrei fatto a spiegare tutto quello che è appena successo

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