Capitolo 62

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Stamattina mi sono svegliata con un mal di testa allucinante.
La nostra breve fuga da Roma è durata fin troppo poco e adesso dormire da sola nel mio letto mi fa sentire vuota.
Guardo il telefono sul mio comodino e lo vedo lampeggiare.
Leggo il nome di Rudy che compare sullo schermo e lo poso di nuovo sul comodino rannicchiandomi sotto le coperte.
Non mi va di rispondere.
Non mi va di parlare.
Fra l'altro sono solo le 6.30 del mattino e lui avrà già qualcosa di assurdo da raccontare.
Imposto una sveglia fra 20 minuti.
Mi preparerò in un'ora, magari mi prendo un caffè al volo in ufficio per non far tardi.
Ora voglio solo riposare ancora questi pochi minuti in più che posso concedermi.
Chiudo gli occhi e stringo le mani in due pugni, coprendomi quasi completamente con la coperta.
Resto immobile per quasi 15 minuti, respirando profondamente e godendomi il caldo del piumino sul corpo.
Riemergo dalla mia tana quando sento la sveglia suonare di nuovo, mi siedo sul letto e resto un paio di minuti ferma a contemplare il vuoto.
Mi alzo, vado in bagno in silenzio e passando davanti al lavandino noto un reggiseno appeso al portasciugamani.
Lo squadro un momento mentre apro l'acqua in doccia e poi lo prendo rigirandomelo fra le mani.
Mio non può essere, sarà di Sabrina.
Il magone che mi si forma in gola mi impedisce di respirare qualche istante, poi scende fino allo stomaco e mi invade un senso di nausea che mi costringe a poggiarmi al muro prendendo respiri profondi.
Non avevo attacchi d'ansia così fastidiosi da quando Maurizio...
Mi spoglio velocemente e mi butto sotto la doccia, lasciando che l'acqua bollente mi cuocia la pelle, lasciandomi scordare per qualche istante il dolore che provo alla bocca dello stomaco.
Mi cospargo il corpo di bagnoschiuma alla menta ed il fresco che produce l'odore a contatto con la mia pelle mi riempie i polmoni, regolarizzando il mio respiro.
Mi calmo lentamente ed esco dalla doccia più serena.
Devo fare qualcosa.
Tento di ignorare quel reggiseno che mi fissa dal pavimento del bagno e corro in camera.
I miei cani mi gironzolano attorno scodinzolando leggermente, finché non gli faccio una carezza e loro si calmano tornando nelle loro cuccette.
Prendo un respiro ed apro l'armadio.
Prendo un bel reggiseno, i miei woxer preferiti, la mia maglia di Cars con una bellissima Sally stampata sopra e la mia felpa grigia con una piccola "M" ricamata sul petto.
Mi infilo un bel jeans grigio scuro ed i miei stivaletti preferiti.
Mi sento già meglio, in fondo, mi dico, non c'è motivo di star così, va tutto bene.
Tutto bene.
Dò da mangiare ai cani e lascio un bigliettino con le istruzioni per Annabelle, chiedendole scusa per le condizioni della camera e del bagno.
Mi fiondo fuori di casa alle 7.45, cinque minuti di ritardo sulla tabella di marcia, mi sento quasi pronta ad impazzire.
Mi rilasso vedendo che stranamente oggi Roma sembra deserta e che quindi probabilmente ci sarà meno traffico del solito.
Una leggera pioggerella di fine autunno cade sui miei capelli, la lascio fare, tanto sono quasi in macchina.
Anzi, la ringrazio, perché di sicuro c'è poca gente perché c'è questa pioggia in giro.
A me in fondo piace, mi ricorda il clima uggioso in cui sono cresciuta... In più a me il freddo non dà fastidio, anzi lo apprezzo più del caldo e questa pioggerella mi rinfresca l'anima.
Salgo in macchina e quasi volo fino agli studios, prendo un caffè al volo e mi siedo alla mia scrivania alle 8.05 precise.
Diciamo che sono arrivata alle 8 nella struttura, quindi tecnicamente sono in orario.
Prendo un sorso di caffè e mi rilasso sorridendo leggermente chiudendo gli occhi.
Di colpo la porta si spalanca ed io salto dalla sedia quasi rovesciandomi il caffè addosso.
Una ragazza mi guarda attentamente con due occhioni blu ed un ciuffo castano che le penzola sul naso.
Apre la bocca un momento senza dire nulla e poi abbassa lo sguardo.
"mi- mi scusi, pensavo che il suo ufficio fosse al piano-"
"tranquilla" le sorrido tranquillamente posando il bicchiere sulla scrivania "mi sono spostata momentaneamente qui perché di sopra stanno sistemando il riscaldamento"
"mi dispiace, sono entrata senza bussare perché pensavo fosse-"
"quello è momentaneamente in fondo al corridoio, abbiamo unito due sale per qualche giorno"
La ragazza si sposta ed osserva le carte che stringe in mano.
"Non mi avevano avvisata"
"Non ci siamo già viste?"
"sono venuta per un colloquio il mese scorso"
"ma non hai parlato con me"
"no, no in realtà, ma mentre ero qui è passata un momento nella stanza e ci siamo incrociate"
Le sorrido istintivamente.
"hai dei bellissimi occhi"
Lei abbassa lo sguardo e sorride.
"grazie"
Di colpo la mia attenzione viene catturata da una spilletta a forma di forbice che porta sulla giacca di jeans.
La osservo curiosa, ma la mia mente non riesce a ricondurla ad una spiegazione sensata.
Scuoto la testa e torno a guardare il suo viso.
Eppure sono sicura di averla vista da un'altra parte.
"quanti anni hai?"
"37"
La osservo ancora un momento.
Ero convinta fossero molti meno.
"ma tu per caso sei di Milano?"
"Sono di Canneto Pavese veramente, ma ho lavorato in un bar fuori Milano per qualche anno"
Di colpo una scena mi assale la mente ed ho un flash: un sabato sera di quasi 8 anni prima, in un bar fuori Milano, trascinata da Rudy come sempre.
Di colpo le forbici sulla sua giacca hanno senso ed ho in mente il ricordo fisso di lei che discute con una ragazza da dietro il bancone.

"Rudy senti, la gente mi conosce"
"Maria ma divertiti, cosa vuoi che importi alle persone che sono qui se ci sei anche tu"
"ma scherzi? Io sono cresciuta a tre passi da qui, mi conoscono tutti anche di persona"
"guarda che qui nessuno si ricorda niente di quello che ha fatto stasera, non vedi che sei l'unica a bere roba analcolica?"
Mi urla nelle orecchie per sovrastare la musica e mi strappa di dosso gli occhiali.
"e butta via sti occhiali neri che sono inguardabili, come pensi di fare colpo?! "
"guarda che non ci vedo una mazza senza e poi non sono qui per fidanzarmi "
"io dico che una scopata ti farebbe bene Maria"
"si perché per te quello risolve tutto"
"levati dalla testa la bella romana"
"io non ho in testa proprio niente"
"si si ci credo"
Di colpo sento un bicchiere rompersi e mi volto di scatto cercando di capire cosa sia successo.
Una ragazza con i capelli neri sta seduta ad uno degli sgabelli del bancone e discute animatamente con una ragazzina con un vassoio in mano dietro al bancone.
Osservo la scena qualche istante, finché la ragazza si volta qualche secondo verso di me e vengo trafitta da due occhioni blu.
Distolgo lo sguardo e torno su Rudy, che però mi ha abbandonata per andare a ballare con due ragazzi che gli si muovono attorno.
Mi volto di nuovo e mi trovo due occhi blu a pochi centimetri dal viso.
"posso offrirti qualcosa?" mi porge un bicchierino di liquore alla menta ed io la guardo un momento prima di afferrato titubante.
Mi sorride dolcemente.
"lo facciamo noi in casa"
Ne prendo un sorso e sento l'alcol pizzicarmi sulla lingua.
Lo butto giù di colpo e le porgo il bicchiere vuoto mentre lei sorride soddisfatta.
Dieci minuti dopo sono chiusa in bagno, con le sue mani che mi avvolgono il collo e le mie che le vagano sotto la maglia.
Le nostre bocche si lasciano e si riprendono fino allo sfinimento.
"hai dei bellissimi occhi"

Non ho ricordato nulla di quella sera dal bicchierino di menta in poi, ma sono sempre stata convinta fosse perché ero troppo stanca e fossi andata a dormire poco dopo aver visto Rudy ballare.
Rudy non ha mai accennato a nulla di strano successo quella sera ed io l'ho sempre giudicata come una serata leggermente sopra le righe, ma nulla di assurdo.
Osservo la ragazza sulla porta che mi guarda in attesa che io dica qualcosa ed io mi riprendo di colpo.
"no è che pensavo di averti già vista...prima, ma forse mi sbaglio" mento "comunque non preoccuparti, il mio ufficio tornerà ad essere al piano di sopra entro la prossima settimana"
Lei mi sorride e mi ringrazia, chiude la porta ed io mi tiro uno schiaffo sulla fronte.
"idiota" mormoro fra me e me accendendo il pc e di colpo il mio telefono suona di nuovo, ma stavolta la scritta che compare non è il nome di Rudy, ma quello di Sabrina.

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