Capitolo 40

988 39 5
                                    

Le sue dita le sfioravano delicatamente la coscia, le sorrideva mentre le posava un bacio sulle labbra.
Così.
Davanti a tutti.
Non erano nascoste agli occhi dei loro amici, davanti alle telecamere erano solo amiche, ma fuori vivevano tranquillamente la loro vita.
"amore me passi per favore il mio bicchiere?"
Maria si era alzata e le aveva passato il bicchiere, sorridendole come sempre.
"com'è servizievole la signora De Filippi"
Alessandra l'aveva presa in giro ridendo, mentre si voltava verso Rudy cercando il suo appoggio.
"ma quanto siete cretini tutti e due"
Luciana aveva riso in silenzio guardando tutta questa situazione, mentre Sabrina era rimasta in silenzio a sorridere, guardando la sua amata compagna combattere con i suoi amici.

"dio... Sabrina..." sospiro pesantemente ad occhi chiusi, mentre lei mi riempie il viso di baci dopo l'orgasmo che mi ha regalato.
"si dimmi" sento il suo tono giocoso.
"Non ridere scema"
"perché? Non posso?"
"no..." sorrido anche io tenendo gli occhi chiusi.
"e invece io rido fin che me pare perché so felice"
Sorrido e apro gli occhi guardandola.
"ti va di uscire?"
"si... Inizio a sentí freddo"
"ma dopodomani è agosto e tu hai freddo"
"eh c'ho freddo che voi"
Sorrido e scuoto la testa.
"dai usciamo allora"
Lascio che lei esca prima di me e mi fiondo a metterle addosso un accappatoio.
"ecco, sei a posto?"
"si" mi sorride dolcemente e mi posa un bacio sulla guancia.
Sorrido distratta.
Ancora mi tremano un po' le gambe sinceramente.
Le sue dita non sono molto abili ed io sono un po' complicata, mi faccio subito male, ma è stata comunque capace di regalarmi due orgasmi.
Per quello che mi riguarda sono soddisfatta.
È così ovvio che non le dirò che mi tremano le gambe, che faccio fatica a stare in piedi in questo momento.
Forse sono troppo orgogliosa.
Oppure mi vergogno.
Non lo so, fatto sta che non glielo dico.
"me sa che devo tornà a casa"
La guardo un momento e mi sento un po' spaesata.
"è perché-"
"no no" mi sorride capendo già cosa volevo dirle "solo che me devo sistemà, devo badare a Jackie e Sole... Insomma devo tornà a casa mia"
Mi sorride e mi sposta il ciuffo dal viso tirandomelo indietro delicatamente.
"va bene"
La osservo mentre si volta e si rimette gli anelli.
Spero con tutta me stessa che non si metta la fede, che se la infili in tasca o che la lasci lì.
La osservo con attenzione, ma il mio desiderio non viene esaudito.
Non dico nulla.
Ma questa piccola cosa stupida mi spacca il cuore.
In fondo cosa mi aspettavo, che sconvolgesse completamente la sua vita per me?!
Forse si.
Si volevo questo.
Volevo che mi dicesse che sono la sua vita, che le carte del divorzio sono pronte e che non vuole altro se non me.
Sono una bambina che sogna forse.
Senza forse.
"ti rubo i vestiti, poi te li restituisco quando ci vediamo"
La guardo tornando alla realtà.
"Non li vedrò più vero?"
"te lo riporto, promesso"
Incrocio le braccia e la guardo ridendo.
"la prossima volta che ci vediamo" mi si avvicina e mi posa un bacio sulle labbra "tanto non mi serviranno i vestiti no? E neanche a te"
La guardo un momento e inclino la testa.
Sono diventata praticamente la puttana della Ferilli.
Questo pensiero mi attraversa la testa come un fulmine, poi lo abbandono velocemente.
"sbaglio?"
"uh... No no..."
Lei annuisce soddisfatta ed esce dal bagno dirigendosi in camera mia per prendere i vestiti che vuole.
La seguo mestamente, la mente mi scoppia di domande e di dubbi.
Sono sinceramente confusa su cosa ci aspetta da oggi in poi.
Mi sembra quasi strano che lei si sia abbandonata così facilmente ad un amore così inusuale per lei.
Non capisco dove potremmo andare a finire.

Sono rimasta sola a casa.
Lei è andata a casa sua.
Si è portata via i miei vestiti e contemporaneamente la mia mente.
Il telefono vibra sul tavolo, guardo lo schermo e sorrido vedendo la scritta che compare.
"ma buongiorno, come sta?"
"ah ci diamo del lei?" la sua voce bassa mi arriva così rilassante all'orecchio, la adoro.
" diamoci del tu dai"
"eh dai meglio"
"mi dica, anzi, dimmi pure"
"i miei 13 anni di astinenza sono finiti"
"ma come"
"eh cara mia, la vita è sorprendente"
"ma chi è il pazzo che ti ha conquistata"
"nah sei fuori strada bellezza"
"ah non ti ha conquistata" mi vien da ridere e mi poggio col gomito al tavolo ascoltando interessata.
"si cioè mi ha conquistata, diciamo, ma non è un uomo"
"se ti dicessi che sono sorpresa sarebbe una bugia"
"ma sta zitta tu, che resti bloccata con la bocca aperta davanti ad un seno qualsiasi"
"Non l'ho mai nascosto" sorrido perché so che sto mentendo.
"falsa e bugiarda due volte" sento la sua risata dall'altra parte del telefono e io faccio lo stesso.
"quindi mi hai chiamata solo per dirmi che hai fatto sesso oggi?"
"no, ieri"
"anche tu"
"come anche io?!"
"eh..."
"Maria? "
"ha dormito qui"
"si ma chi"
"eh chi"
"no...."
"si"
" ma tu sei scema" scoppia a ridere ed io mi sento la pelle bollire dalla vergogna "ma tu veramente non hai la testa che funziona"
"Non è colpa mia"
"ah no è colpa mia" scoppia a ridere ed io con lei non riesco a trattanermi, così scoppio a ridere anche io.
"sei una deficente comunque"
"ma perché che ho fatto??"
"ma di tutte le donne che ci sono tu vai a prenderti quella, la più sposata di tutte"
"dai non mi abbattere così"
"eh vabbè dico la verità"
"lo so..."
"si ma non ti rattristare così, se lei ha deciso di venire da te ci sarà un motivo, mi preoccupo solo per te, non voglio venirti a riprendere col cucchiaino poi perché non è andata come immaginavi"
"lo so lo so"
"comunque è andata bene?"
"si in realtà si" sorrido guardando in basso "tu?"
"mooolto bene, molto bene"
"ha un bel collo del piede?" mi porto un dito fra i denti mentre rido.
"Non è una ballerina" la sento ridere "ma sa fare altro"
"wowww deve averti proprio fatto vedere il paradiso per dire una cosa del genere"
"e quanto sei scema"
Scoppio a ridere e scuoto la testa.
"sei libera?"
"si si"
" caffè?"
"dai, caffè del terzo grado in pratica"
"metto le scarpe e arrivo"
"solito bar?"
"si si va benissimo, se arrivi prima vai nella saletta al piano di sopra, sperando sia libera"
" penso siamo le uniche in tutta Roma a sapere di quella saletta"
Sorrido e scuoto la testa infilandomi le scarpe.
"dai arrivo, chiudi sennò non mi riesco ad infilare le scarpe"
"conduci 15 programmi insieme e poi non ti sai allacciare le scarpe, vabbè" ridacchia ed io alzo gli occhi al cielo sorridendo.
"CIAO"
"ciao, a dopo"

Quello che tu non mi mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora