Capitolo 31

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Mi ha scritto un messaggio stamattina, l'ho letto dalla tendina senza visualizzarlo perché in realtà ho paura di risponderle.
Sono passati due giorni, le ho chiesto di stare distanti per un po' e lei l'ha fatto, ma il messaggio chiede solo se ci possiamo sentire stasera.
Non so cosa rispondere davvero perché in realtà il mio cervello al momento ha una sorta di repulsione.
Ce l'ho inconsciamente con lei per essere indecisa forse, oppure ce l'ho con me perché potevo innamorai di chiunque e alla fine mi sono innamorata di lei.
Comunque ora sono al lavoro, quindi non avrei neanche il tempo di rispondere, sto finendo di guardare qualche provino e sistemando qualche carta, non penso che farò tardi, magari le rispondo dopo che possiamo sentirci.
Mi tolgo gli occhiali e strofino le dita sugli occhi.
Spengo il computer e mi infilo il telefono in tasca distrattamente.
È quasi ora di cena, magari mi fermo a prendere qualcosa al cinese.
Mi andrebbe più del sushi forse... Beh qualcosa troverò che mi piace.
Mi ricordo improvvisamente di non aver risposto a Sabrina, ma ormai sono in macchina e non posso scrivere, così mi dico che le risponderò appena arrivata a casa.
Passo a prendere il sushi che ho oridnato e corro di nuovo a casa, non vedo l'ora di buttarmi sul divano sinceramente.
Parcheggio la macchina e più mi avvicino all'entrata e più quella figura che sosta li davanti mi sembra familiare.
Arrivata a qualche metro di distanza mi tolgo ogni dubbio e resto bloccata a guardarla.
"Sabrina..." sospiro incredula e a tratti sconvolta.
Non fraintendetemi, non che io sia scontenta di vederla, ma non mi aspettavo di trovarmela lì.
Non mi dice neanche ciao, ma subito mi sputa addosso con ansia un "ma n'do cazzo sei stata!? Perché nun me rispondi!!!???"
"scusa Sabri, ero al lavoro e mi sono scordata di rispondere" la guardo un attimo.
È agitata, le mani le tremano e le guance sono di un rosso vivo, quasi febbrile.
Non risponde e mi fissa ancora rabbiosa.
"scusa..." mi avvicino e le poso una mano sulla guancia, ma lei si scosta bruscamente.
Mi sento lacerare le interiora, il mio stomaco si fa a brandelli e poi si ricostruisce subito dopo, solo per essere mangiato di nuovo da questa sensazione d'ansia che mi provoca la sua rabbia e freddezza nei miei confronti.
Ora so cosa si prova ad essere Prometeo, sento sulla pelle quella storia che ho letto e riletto mille volte.
Punito dagli dei per l'eternità per via di un grave errore, che per lui in fondo non era nulla di che, è costretto a restare per sempre incatenato ad una roccia sui monti del Caucaso con un'aquila che gli divora le interiora giorno dopo giorno.
Interiora che, essendo un titano, gli ricrescono ogni notte, creando un supplizio senza fine.
Eccomi qui, io sono Prometeo ora e Sabrina è la mia punizione divina.
Il problema è che io questa punizione la amo follemente.
Pazza.
Io.
Lei.
Entrambe forse.
Non ve lo so dire sinceramente.
Mi guarda ancora ed io resto con quest'ansia addosso che lei mi voglia dire di non volermi più vedere, o che comunque ha scelto il marito e deciso di rifiutare me in questi 3 giorni che sono passati ormai.
"allora possiamo parlá?"
Mi guarda seria ed io quasi faccio un sospiro di sollievo sentendola.
"certo, vieni su, ho preso il sushi"
"nun so se me piace"
"te lo faccio assaggiare" le sorrido dolcemente e lei si calma un po', ammorbidendo i tratti del viso.
"so ancora arrabbiata con te"
"lo so" rispondo tranquillamente.
So che in realtà non mi terrà il muso a lungo e che si sta già calmando in fondo.
Sale a casa con me ed io sistemo tranquillamente le mie cose sul tavolo mentre lei si siede.
"allora vuoi mangiare o no?" le sorrido porgendole la busta con il sushi e lei subito la apre per studiarne il contenuto.
"mh... Ma è tutto pesce crudo?"
"c'è anche del tonno cotto e del salmone scottato" le sorrido "alla fine è riso col pesce eh"
Lei mi guarda un attimo e posa il telefono sul tavolo mettendosi comoda per mangiare.
"ti prendo un bicchiere"
Sorrido, avendo già capito che resterà qui a cena.
"volevo solo dirti che mi sei mancata"
Poggio il bicchiere a tavola e la guardo un attimo mentre mi siedo.
"anche tu"
"si ma... Intendo... Mi sei mancata molto"
"eh... Anche tu" sorrido divertita e lei sbuffa ridendo.
"certe volte me domando se ce sei o ce fai"
"scema"
"ah io?!"
"dai dimmi"
"t'ho detto, me sei mancata tanto"
"la domanda era un'altra..."
Fa una piccola pausa restando ancora ferma con le mani sul tavolo.
"non ho smesso di pensare un secondo a te"
Ora sono io a restare bloccata a cercare di capire se ho inteso bene.
Non rispondo, prendo le bacchette e le porgo un pezzo di sushi.
Lei si allunga leggermente verso di me e prende quel pezzetto direttamente dalle mie bacchette con la bocca.
"è buono..."
"te l'avevo detto" sorrido e lei fa lo stesso guardandomi.
Mi porge un pezzetto di sushi a sua volta, ma lo fa con le sue mani.
Esito un attimo, poi lo prendo direttamente con la bocca come ha fatto lei.
Sorride.
Si morde il labbro mentre sente le mie labbra sfiorarle le dita.

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