Capitolo 48

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"ceni qui?"
Mi osserva un momento e poi torna a gurardare il telefono.
"Non vuoi venire tu da me? Che così posso cucinare quello che me pare, che so già che c'ho a casa"
"se preferisci" sorrido e cambio strada per andare a casa sua "ma... Mh..."
"Non c'è, m'ha appena scritto che esce stasera"
"mh... Sei sicura che vada bene?"
"ma si Marí! Stai serena"
"eh ma a me vien difficile star serena in certe situazioni..."
La guardo un secondo mentre guido e lei mi accarezza il braccio.
"stai tranquilla, non è che se ceniamo assieme a casa mia significa qualcosa"
"No, ma se ci trova a limonare sul tavolo si"
"mamma mia e da quando sei così esplicita??"
Mi osserva ridendo ed io non posso fare altro che seguirla in questa cosa.
"da quando sto con te"
"eh vabbè, te terrò così" sorrido guardandola un momento e scuoto la testa.

Mi sposto dal divano a terra mentre gioco con Jackie e Sabrina prepara la cena, non mi accorgo nemmeno che lei se ne sta poggiata al muro dietro di me e mi osserva.
Giocare col suo cane equivale a giocare con sua figlia e la cosa deve farle particolarmente tenerezza.
"bella biondina?! Vieni a cena?"
Mi giro di scatto rendendomi conto solo a quel punto che sta effettivamente dietro di me ad osservarmi chissà da quanto.
"si si" sorrido e mi alzo seguendola in cucina.
"mangiamo qui? Ti dispiace?"
"No no va benissimo" le sorrido e mi siedo mentre lei prepara i piatti "nel tuo regno"
"brava, hai detto bene"
"lo so che ho detto bene"
"mamma mia che vipera la signorina"
"ho imparato dalla migliore"
Scoppio a ridere e lei mi si avvicina prendendomi il viso con una mano.
"io penso che tu abbia ancora tanto tanto da imparare" mi bacia profondamente e poi mi morde il labbro, senza che io possa scappare dalla cosa, bloccata dalla sua mano che stringe la mia mascella.
Annuisco istintivamente mentre lei mi fissa negli occhi sorridendomi soddisfatta.
"come sei carina quando mi dai ragione così"
Sospiro.
Che cazzo devo fare...
Mi sono rincoglionita.
Tutta colpa sua se posso essere sincera.
Mi lascia andare e si siede accanto a me, ma non faccio in tempo nemmeno a mettere in bocca la prima forchettata di pasta che vengo distratta dal rumore della porta d'ingresso che si apre.
Di colpo mi vedo comparire lui.
Ho una fitta d'ansia allo stomaco.
Butto giù la pasta con difficoltà.
Mi saluta dopo aver accarezzato la spalla di Sabrina distrattamente.
"ciao" quasi mi soffoco per rispondere.
"Non sapevo che ci fossi anche tu"
"NO io..."
Sabrina si mette in mezzo in questo imbarazzante inizio di conversazione e mi salva.
"ah l'ho invitata io"
"si si, no... Mi fa piacere se non stai da sola a cena ecco" le sorride "per questo chiedevo"
"ma scusa, te non dovevi sta fuori stasera?"
Mi trattengo una risata con tutte le forze che ho, dato che dal tono di Sabrina si sente chiaramente il suo fastidio, ma lui non sembra notarlo.
"si in realtà non dovevo tornare così presto, ma abbiamo spostato la cena più tardi, così ho pensato di tornare a casa e farmi una doccia prima di uscire di nuovo"
"ah ok quindi te ne vai"
"si si fra un'oretta penso, il tempo di cambiarmi e sistemarmi"
"vabbè allora noi mangiamo intanto"
"si si figurati" le sorride leggermente e la guarda un momento, poi si sposta, prende un bicchiere d'acqua, ne beve un sorso e butta via la restante acqua nel lavabo della cucina.
Posa il bicchiere li vicino ai fornelli e si volta per andarsene.
"lo puoi mettere in lavastoviglie?"
"uh...?" si volta di scatto verso di lei.
"e magari se nun sprecamo l'acqua è meglio"
"ah... Vabbè dai un bicchiere..."
"eh vabbè, cambia poco"
Lui non replica, esegue soltanto i suoi ordini e si ammutolisce, non lasciando trapelare nessuna emozione.
Vuoto cosmico.
Mi domando come una come Sabrina possa andar d'accordo con uno come lui, dato che lei è un uragano e lui una timida gocciolina d'acqua.
Se ne va dalla cucina salutandomi distrattamente ed io riprendo a mangiare più tranquilla.
"scusami"
"di che?"
"eh... Non ci doveva essere lui qua"
"vabbè ma che ne sapevi tu che sarebbe tornato prima"
"eh ho capito però... Manco a fà così"
Ridacchio e allungo la forchetta verso di lei per imboccarla, ma lei tentenna.
"che c'è?"
Mi guarda un secondo e poi prende il boccone.
"sei bella"
Non mi vedo, ma so di essere un po' arrossita al complimento.
"ma che dici..."
"eh che dico"
"Non è vero dai..."
"eh no e che dico cazzate io?!"
Scoppio a ridere e nel farlo mi piego verso di lei istintivamente, le poso la mano sul polso e la bacio.
Di colpo mi rendo conto di quello che ho fatto.
Mi ricordo che nell'altra stanza c'è suo marito e che questa era esattamente la cosa che non volevo accadesse.
"cazzo"
"tranquilla"
"NO ma che tranquilla"
"ma dai Maria..." mi guarda sorridendomi e abbassa la voce "tanto sta sotto la doccia, che ti frega"
"eh..."
"sta serena"
Mi posa la mano sulla guancia ed io un po' mi rilasso sinceramente.
E così dolce...
Così bella...
Io sono cotta non c'è niente da fare.

Alla fine lui è andato via, noi siamo finite sul divano assieme a Jackie e Sole e Sabrina mi sta raccontando aneddoti casuali della sua infanzia.
Un po' mi sto dissociando, lo devo ammettere, ma è perché mi sono persa a guardare come i suoi capelli si arricciano sulle mie cosce, mentre lei tiene la testa posata sulle mie gambe.
Le accarezzo i capelli distrattamente e mi abbasso a darle un bacio in fronte.
"me stai ascoltando?"
"No..."
"ah beh grazie sai"
"no è che... Mi son distratta a pensare a te... E ai tuoi capelli... Mi sono distratta insomma"
Lei mi sorride e si alza col busto fino ad arrivare col viso attaccato al mio, mi bacia delicatamente sulle labbra e poi ci prende più gusto, buttandomi distesa sul divano.
"lo sai che sei carina vista da sopra?"
"stronza" sorrido e la lascio fare.
"addirittura... E pensare che volevo farti un bel regalo io..."
"ah si?"
"eh si"
"e che regalo?" mi sorride e si abbassa verso di me, sistenandosi perfettamente a cavalcioni sul mio bacino.
Mi infila una mano sotto la maglia e sotto il reggiseno, afferrandomi un capezzolo con due dita.
"devo spiegartelo a voce oppure pensi di poterlo capire da sola? "
"Non lo so... Magari se mi spieghi bene... Capisco meglio"
"poi sono io la stronza" mi sorride maliziosa ed io controbatto.
"sempre..."

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