Capitolo 13

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"che fai litighi pure con le piante adesso?"
Lei si gira di scatto esasperata e poi mi sorride timidamente.
"ma non ne vuole sapere di riprendersi... Non so che fare"
Guarda quella piantina con grande tristezza, come se la pianta potesse captarla e riprendersi da sola.
"facciamo così..." la prendo per le spalle e la sposto dalla sua triste piantina per riportarla verso il tavolo della cucina "tu ti organizzi per preparare la cena e io intanto cerco una soluzione per la tua pianta ok?"
Lei mi sorride dolcemente e mi fa una carezza sul viso spostando il ciuffo dal mio occhio.
"ok..." mi dà un bacio sulla guancia e mi sorride ancora "grazie"
Le sorrido pure io e istintivamente le mie mani scivolano verso il basso, andandosi a posare sui suoi fianchi.
Le sue mani scendono dal mio viso al mio petto e iniziano a giocherellare distrattamente con il colletto della mia camicia.
Resto immobile in quella posizione ad osservarla mentre distrattamente le sue dita muovono il tessuto bianco che si poggia delicato sulla mia pelle.
"non è stato male..."
La guardo senza capire nulla.
Ma di che sta parlando adesso???
"cosa..?"
Il suo sguardo incrocia il mio solo qualche secondo, poi lo abbassa di nuovo.
Ha le guance un po' rosse e le mie mani stanno sudando più del dovuto.
"il bacio..."
La sento sussurrare imbarazzatissima e io non ci credo che l'ha detto.
"che bacio...?" sorrido timidamente cercando di capire se ho compreso bene.
"quello della settimana scorsa... Vabbè quello che... Eravamo nel letto insieme e-"
Sono stufa di aspettare.
Sono stufa di pensare e farmi mille problemi.
Ripenso alle parole di Rudy e mi gira un po' la testa mentre poggio le mie labbra sulle sue.
Mi viene istintivo di spingerla verso il bancone della cucina e premere il mio corpo contro il suo mentre ancora le nostre labbra si toccano.
Lei è scalza ed io che ancora ho addosso le scarpe sono leggermente più alta.
La cosa non mi dispiace.
Ci separiamo dopo un tempo che mi sembra infinito e vorrei non finisse davvero mai.
Restiamo a fissarci un attimo e poi di colpo lei mi sorride.
Così.
A caso.
Resto a bocca aperta a fissarla mentre sorride ancora e si porta un dito fra i denti come fa sempre quando è imbarazzata.
"sabrina-"
Non riesco a dire una parola perché lei mi ha preso per il colletto e mi sta baciando di nuovo, ma stavolta con più foga.
Si stacca dopo qualche istante e mi guarda con il fiato spezzato.
"sta zitta un po'..." mi sospira sulle labbra e mi bacia ancora e ancora, mentre le mie mani accarezzano lentanente i suoi fianchi.
Appena riusciamo a tornare alla realtà mi rendo conto subito della cazzata che abbiamo appena fatto.
"sabrina..." mi stacco da lei quasi spaventata da me stessa per non essere riuscita a controllarmi a dovere.
Sospiro e mi porto una mano fra i capelli spostandoli nervosamente.
La guardo quasi terrorizzata e vedo il suo sguardo preoccupato su di me.
Cerco di ricompormi e con il tono più tranquillo che trovo in me le dico solo
"vado un secondo in bagno"
Mi chiudo dentro quella stanza che stranamente è freschissima rispetto alle altre.
Saranno le piastrelle o che so io...
Continuo a pensare al fresco che fa perché in fondo non voglio pensare alla cazzata che ho appena fatto.
Mi poggio con le mani al lavandino e dallo specchio vedo dietro di me due accappatoi bianchi, appesi agli appendini.
Su uno c'è ricamata una S rossa e sull'altro una F blu.
Nel mio cervello si forma un groviglio di parolacce e imprecazioni verso me stessa, il destino e... Mia madre.... Che quella volta mi ha mandata qui a Roma perché non ho passato il test come magistrato.
Mi avesse dato un'altra possibilità nella vita io ora sarei forse in un tribunale a fare tutt'altro che baciare Sabrina Ferilli e poi pentirmi subito dopo.
La solita sfasciafamiglie vero?
Come è successo con Maurizio, così sta succedendo con Sabrina.
Ci sono voluti più di 10 anni perché la gente si abituasse a vedermi con lui, non ho il tempo di aspettarne altrettanti perché la gente si abitui a vedermi con lei.
Ma poi cosa mi preoccupo a fare.
Lei sta con lui e ci resterà fino alla fine dei suoi giorni, perché in fondo lui le dà stabilità e libertà.
Questo è quello di cui ha bisogno Sabrina... Con me di certo non l'avrebbe.
Sospiro frustrata e stringo le mani sul bordo del lavandino.
Esco da quel bagno e sento solo il frusciare dell'acqua del rubinetto in cucina.
Mi siedo a tavola in silenzio e tiro fuori il mio cellulare.
Resto così qualche minuto, mentre lei lava il mio piatto e inizia ad organizzarsi per stasera.
Lo vedo che ogni tanto mi guarda, ma non ha il coraggio di dire nulla.
Non che io sia meglio di lei comunque.
"qui dice che le foglie diventano così perché c'è troppa acqua nella terra"
Non mi risponde, mi guarda un secondo e poi abbassa lo sguardo.
"se non volevi baciarmi bastava che me lo dicessi... Non volevo fare qualcosa che potesse infastidirti"
Mi si spezza il cuore a vederla così affranta.
Pensa di aver sbagliato a baciarmi... Pensa che io non lo volessi ed è la cosa più distante dalla realtà che possa pensare.
Mi alzo in silenzio e metto via il cellulare.
Mi avvicino a lei e la vedo che fa un passo indietro.
Mi rendo conto che forse ho uno sguardo troppo incazzato e la sto spaventando.
Mi calmo un attimo e apro le braccia per farle intendere che voglio solo abbracciarla.
Il suo sguardo spaventato si trasforma in qualcosa di più tenero e affranto.
La stringo a me accarezzandole la schiena e i capelli.
"sono quasi vent'anni che desidero baciarti Sabrina... Non hai fatto nulla di sbagliato"
La stringo ancora un po' e la sento singhiozzare sulla mia spalla.
"ma tu hai un marito e non ti sei mai dimostrata interessata a me in questo modo... Io non capisco che devo fare con te"
Restiamo in silenzio, sento solo i suoi singhiozzi svanire pian piano.
"io ho paura..."
Mi scosto quel tanto che mi basta per guardarla in viso.
"hai paura di me..?"
"no... No Maria non intendevo dire che ho paura di te... Ho paura... " mi guarda negli occhi tremando un po' e sospira cercando di finire la frase "ho paura di quello che provo..."
Le poso un bacio in fronte.
"non lo capisco... Io ho sempre provato le stesse cose per te ed è ancora così... Ma poi parlo con Rudy e mi dice che quello che provo non è un sentimento di normale amicizia..."
Mi viene da ridere per la tenerezza che esprime il suo essere terrorizzata dai sentimenti che prova.
Come quando hai 15 anni e ti innamori della professoressa.
Non capisci un cazzo di quello che senti, ti brillano gli occhi solo a nominarla, ma se qualcuno te lo chiede tu rispondi che è una cazzata quella che stanno insinuando.
Che tu non sei innamorato, le vuoi solo molto bene e la stimi come persona.
Quante cazzate che si dicono nella vita.

Quello che tu non mi mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora