Capitolo 4

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"ma... Sei sola? Cioè ma.."
Mi interrompe e subito si lascia andare a una lunga spiegazione sul perché sua marito non sia a casa.
Io la ascolto con uno strano interesse, come se di colpo tutto di me mi dicesse che io devo assolutamente rimediare a questa mancanza da parte di suo marito.
Mi alzo di colpo dal divano e le prendo entrambe le mani.
"vuoi cenare con me?"
Le sorrido dolcemente e mi sporgo per darle un bacio sulla guancia.
Mi guarda teneramente e mi fa una carezza sul viso, ma mi sembra un po' indecisa.
"tanto sono libera... E non mi va che tu stia sola..." la guardo e arrossisco.
Lei mi sorride tutta felice e mi abbraccia.
"ok grazie allora"
"vuoi che prenoti da qualche parte o..."
"ma si che nun c'ho voglia de cuciná"
"ok ok, faccio io allora"
"Marí guarda de prenotá un posto dove me fanno magná eh, nun voglio vedé due pennette de numero nel piatto mio e per secondo un piatto vuoto al profumo de patate lesse con contorno de aria!"
Scoppio a ridere e mi piego in avanti, mentre lei mi urla che sono una scema e che è seria al riguardo.
"ma si sta tranquilla" cerco di calmare le risate "prenoto in un posto buono e che ti riempia il pancino"
Le poso una mano sulla pancia e mi sembra che lei abbia un sussulto, ma forse sono solo io che mi faccio troppe menate mentali.
Poggia la sua mano sulla mia mentre l'altra è ancora intrecciata alla sua.
"ok..." mi sorride sussurando quella parola "grazie"
Mi guarda fisso negli occhi e io sto desiderando da morire di baciarla.
Le sfrego il pollice sulla pancia facendole una piccola coccola e lei socchiude gli occhi facendo la stessa cosa ma sulla mia mano.
"Maria senti... io volevo dirt-"
Tre colpi secchi sulla porta ci distraggono e lei non finisce la frase, mentre io faccio un salto all'indietro, come se stessi facendo qualcosa che non dovevo.
Come un bambino che ruba i biscotti dal barattolo in cucina e viene beccato in pieno dalla mamma.
"mh, si?" si schiarisce la gola e si avvicina un po' alla porta.
"sabri sono io" la riconosco subito, strano che non fosse ancora qui in effetti.
"ah oddio entra entra, vabbé ma potevi entrá e basta eh" le apre la porta e distrattamente si siede davanti allo specchio.
"vabbè non volevo disturbare, m'hanno detto che eri qui con lei"
Si beh io avrei anche un nome, ma fa niente cara.
Sto zitta, meglio non dire nulla in queste situazioni, l'ho imparato con gli anni.
"vabbè nun è che facevamo na festa privata eh" ridacchia e a me sembra che la sua voce tremoli un pochino dicendolo.
"a-emh io vado a cambiarmi Sabri, vengo a prenderti alle 20:00 ? Per te va bene?"
Mi avvicino a lei e le poso un bacio sulla tempia.
Lei si allunga con le braccia verso di me e mi stringe a lei passandomi le braccia attorno alle spalle.
"ok ti aspetto, a dopo coattella" ridacchia e io scuoto la testa ridendo con lei.
"scema" dico solo questo.
Esco da quella stanza a malincuore.
Vorrei restar con lei per sempre, ma mi dico che ci vediamo fra poche ore e questo pensiero mi solleva un po' l'anima.
Corro a cambiarmi, perché l'unica cosa che mi preme ora è correre a casa e farmi una lunga doccia abbandonandomi ai miei pensieri profondi e reconditi.
È esattamente quello che faccio, mi cambio di corsa, saluto tutti e mi fiondo a casa per farmi una doccia rinfrescante in questo Luglio che mi sta uccidendo di caldo.
Continuo a pensare che dovrei essere abituata dopo anni che vivo qui, ma continuo a morir di caldo d'estate.
Salgo a casa, saluto i miei cani e controllo che abbiano da bere e da mangiare.
Gli concedo di farmi compagnia in bagno mentre apro l'acqua nella doccia e aspetto che si scaldi un pochettino prima di entrare.
L'acqua tocca la mia pelle nuda e una mano scende lentamente dal mio petto fino al mio basso ventre, sfiorando pian piano il mio seno e i capezzoli che si sono un po' inturgiditi a causa del cambio di temperatura fra dentro e fuori della doccia.
Chiudo gli occhi e mi abbandono alle sensazioni che il mio corpo di sta richiedendo di avere con così tanta insistenza da ore.
La mia mano scende ancora e lentamente raggiunge il centro delle mie gambe e delicatamente si muove.
Mi sto concedendo il piacere che tanto ho desiderato per ore finalmente, ma non è quello che il mio corpo desidera davvero.
Resto frustrata dopo l'orgasmo, che invece di calmarmi mi ha innervosita e mi ha fatto desiderare ancora di più le sue mani su di me.
Esco dalla doccia e mi dirigo in camera con i miei cani al seguito come sempre, apro l'armadio e inizio a scegliere cosa mettere.
Opto per una canotta bianca col pizzo sui bordi e un jeans leggero di un azzurro molto chiaro.
Sopra abbino una specie di cardigan leggero e corto, nel caso dovessi aver freddo più tardi, quando durante la sera la temperatura scende un po'.
Manca poco meno di un'ora alle 20:00 e decido che magari potrei anche truccarmi visto che ho tempo e provare a sistemare i capelli rendendoli più ordinati e mossi.
Naturalmente non sono brava a fare nessuna delle due cose ma il mio inconscio mi impone di farlo per apparire bella agli occhi di Sabrina.
Torno in bagno e tiro fuori i pochi trucchi che ho, inziando a cercare di capire dove possa essere per esempio il mio eyeliner.
Ovviamente l'avevo davanti agli occhi e non l'avevo visto.
Tento di metterlo e mi sembra che sia venuto abbastanza bene sul sinistro, così mi convinco che il destro sarà simile, ma mi sbaglio.
Il destro viene più grosso rispetto all'altro così sono costretta a rifarlo.
Mi strucco l'occhio e ripeto l'azione.
Ancora è troppo diverso.
Mi strucco e lo rifaccio almeno 3 volte e finalmente non è identico, ma quantomeno simile e mi dico che può andar bene così.
Accendo l'arricciacapelli e mi vien da ridere a pensare a quante volte Sabrina mi abbia detto di essersi scottata con questo affare che io palesemente non so usare e me ne rendo conto subito.
Alla fine i capelli non vengono poi così male e mi dico che andrà benone così.
Metto anche un pochettino di rossetto fucsia, non so, così giusto per sentirmi ancora più carina.
Continuo a ripetermi che sono un'idiota che a sessant'anni si prepara per un'altra sessantenne, ma mi dico anche che in fondo so che se Sabrina lo sapesse la troverebbe una cosa tenera e non stupida.
Finalmente manca poco alle 20:00 e quindi prendo le chiavi al volo ed esco di casa dopo aver indossato un paio di stivaletti bassi e leggeri.
Suono al citofono di casa sua alle 20:01 e tutto quello che ha da dirmi è "stai in ritardo eh coattella".
Io scoppio a ridere piegandomi in avanti e tenendomi sulla porta che sbloccandosi quasi mi fa perdere l'equilibrio.
Salgo le scale quasi correndo e ancora una volta busso proprio alla porta di casa sua osservando tutti i gingilli che tiene appesi li fuori.
Mi apre e subito Jackie mi assale scodinzolando e buttandosi in braccio.
Io sorrido felice e le ricambio il saluto tenero e l'accarezzo sul muso e sotto la pancia.
"buonasera eh" Sabrina mi rimprovera perché ancora non l'ho salutata.
"ciao" le sorrido alzandomi ed entrando in casa seguita da Jackie "stavo salutando lei, non mi sono mica scordata di te"
Sorrido prendendole le mani mentre parlo e la osservo.
É splendida con questo vestito corto che le arriva sopra le ginocchia e le lascia scoperte le spalle.
Ha solo due spalline sottili che lo tengono addosso ed è tutto blu scuro con una marea di brillantini.
Ai piedi porta dei sandali argentati con il tacco, che richiamano gli orecchini dello stesso colore che ha addosso.
Ha brillantini anche sul petto e io mi domando se sono li di proposito oppure sono solo caduti dall'abito che indossa.
Si è vestita così per me? O per sé stessa...? Vorrei che fosse entrambe, ma mi dico che deve essere per forza la seconda.

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