Capitolo 29

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Sono in macchina con lei.
La musica sta andando random dalla radio ed io sono un po' persa nei miei pensieri.
Ovviamente non le ho detto che stanotte sono finita in ospedale.
Non sa che ho guidato io fino all'ospedale.
Non sa che il motivo per cui ci sono finita è lei.
Non lo sa e non lo saprà.
"posso mettere una canzone io?"
Mi volto di scatto e poi torno a guardare davanti a me per non perdere la strada.
"si... Si si, premi il pulsantino blu in alto e scegli la canzone che vuoi"
Lei mette la canzone che ha scelto e inizia a canticchiare ed io mi perdo di nuovo a pensare.
Sono stata così male che ad un certo punto pensavo di morire.
Mi sono spaventata e sono corsa in ospedale, ma quando sono arrivata in pronto soccorso mi hanno controllato qualsiasi cosa e non avevo nulla.
Eppure io avevo un mal di stomaco lancinante, come se le mie interiora si stessero sciogliendo dentro di me.
Mi hanno chiesto se avessi voluto essere ricoverata lì finché non avessero capito bene cos'avevo.
Ho detto no.
Non posso.
Non ho tempo.
Non sto sottovalutando il mio star male ovviamente, ritengo molto molto importante controllarsi e star bene.
Ma dopo che mi hanno detto che in realtà non sembravo avere nulla di fisico... Subito ho capito l'antifona.
"signora De Filippi, ma un percorso psicologico?"
Mi par quasi strano che non me l'abbiano detto.
Forse non hanno avuto il tempo di decretare quello che avevo perché non sono rimasta li molto.
Avrei detto no in ogni caso quindi...
"marí ma stai bene?"
"mh?"
"ho detto, tutto ok Mary?"
"ah... Si si.. Ho dormito poco, non riuscivo ad addormentarmi" sorrido leggermente e le poso la mano sulla coscia "ho solo sonno, tutto qui"
"dopo pranzo annamo a riposá"
Posa la mano sulla mia e distrattamente mi accarezza la pelle con il pollice.
"ma no tranquilla"
"no no, non era domanda, era un ordine" mi sorride ed io un po' mi rilasso "io dormo sempre dopo pranzo, non è che mamma e papà se straniscono se annamo in camera"
"ma non è per quello, semplicemente non mi pareva carino andarmene a dormire"
"ma figurate, che je frega a loro"
"ok ok" ridacchio e lei istintivamente intreccia le nostre dita assieme.
Appena arriviamo vengo assalita di coccole da parte di Ida, ma non vedo suo padre.
"má, ma dove sta papà?"
"è uscito un paio d'ore fa, doveva fa delle commissioni in paese"
"ma ancora non torna? Non è che è successo qualcosa?"
"ma no figurati Sabrí, è andato sicuramente a prende il pane, il giornale e a fa le cose sue come tutti i giorni"
Le poso una mano dietro la schiena e lei mi pare si calmi un po'.
"dai Sabri, non ti agitare, anche se gli succedesse qualcosa qui lo conoscono tutti, di sicuro qualcuno lo aiuta" le sussurro all'orecchio mentre entriamo e lei mi si avvinghia addosso strofinando la guancia sulla mia spalla.
Sorrido e la lascio fare.
In fondo ho bisogno anche io del contatto fisico con lei.
Ida ci offre da bere e insiste in tutti i modi perché io assaggi i taralli che ha comprato al mercato.
Alla fine mi arrendo, mi siedo e li assaggio sotto il suo sguardo attento.
Quando le faccio i complimenti per la scelta impazzisce di gioia e Sabrina ci osserva tutta contenta.
"andate pure dilà se volete, o in camera, tanto qua non è pronto nulla, poi dobbiamo aspettare pure papà che torni per mangiare"
Sabrina mi porta per mano fino al divano e mi si accoccola vicino appena mi ci siedo.
"guardiamo qualcosa?"
"come vuoi" le poso un bacio in fronte e chiudo istintivamente gli occhi.
Sto morendo di sonno.
"no dai ti lascio riposare un po', sei troppo stanca..."
"scusa..." sussurro con un filo di voce e mi poggio con la testa sul cuscino del divano.
Lei mi si sdraia addosso quasi e mi accarezza il viso delicatamente.
Quando riapro gli occhi lei è ancora lì, ma le lancette dell'orologio sulla TV si sono spostate.
Ho dormito poco ovviamente, un po' per l'ansia che avevo di non essere educata e un po' perché in realtà la posizione non è comodissima.
Venti minuti però mi sono bastati a riprendermi leggermente.
Sto comunque morendo di sonno, ma almeno non dormo nel piatto se mi siedo a tavola con loro.
"potevi riposare ancora... " sento la sua voce e mi volto verso di lei.
"pensavo dormissi"
"ti ho tenuta d'occhio tutto il tempo"
"dai Sabrina..."
"beh ma che dovevo fa?! Stai morendo, ieri sera non è che ci siamo lasciate tranquillamente quindi... So preoccupata"
"sta tranquilla" le poso un bacio sulla fronte e le sorrido.
"con te non sto mai tranquilla guarda"
Sorrido e mi abbasso per darle un altro bacetto sulla fronte, ma lei sposta il viso e fa toccare le nostre labbra.
"perché non me li dai qua i baci..." si indica la bocca dopo essersi staccata dal bacio.
"Sabrina..."
Mi accarezza i capelli ed io le sfioro la pelle della pancia da sotto la maglia.
Resto tranquilla perché non voglio discutere con lei.
L'amo troppo...
Odio questa cosa...
"lo so... Lo so..."
"Sabrina io ti bacerei di continuo, dalla mattina alla sera... Ti giuro che ieri non me ne sarei mai andata se non fosse stata questa la situazione"
"ma io cosa devo fare..."
"nulla... Cioè... Non posso chiederti di scegliere fra me e lui"
"non saprei come fare..."
Resto in silenzio qualche istante.
Poi di colpo butto fuori quello che penso.
"lo ami?"
Pausa.
Sta in silenzio pure lei, ma non smette di accarezzarmi il viso.
"si..."
Apro la bocca per rispondere, ma lei mi blocca parlando prima di me.
"amo anche te"
Resto bloccata.
Non era così che immaginavo la prima volta che mi avrebbe detto che mi amava.
Immaginavo qualcosa di più romantico.
Non un 'amo sia te che lui'.
"dovresti restare con lui"
"non voglio"
"ma lo ami"
"io voglio entrambi"
Resto ancora in silenzio e poi sospiro.
"non si può..."
"si potrebbe"
"non voglio... Condividerti con altri... E sono sicura che neanche lui lo vorrebbe"
Lei sospira e si alza, mettendosi seduta accanto a me.
"che devo fare allora"
"resta con lui..." abbasso lo sguardo.
Il dolore al mio stomaco è tornato, come ieri sera.
Non forte come ieri.
Ma comunque abbastanza disturbante.
"io non... Non posso rinunciare a te Maria"

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