Capitolo 28

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Ancora una volta mi trovo nella sua cucina a guardarla mentre lei si muove tranquillamente da una parte all'altra della  stanza.
Ha pure messo un po' di musica di sottofondo.
Io me ne sto seduta sulla sedia vicino al bancone della cucina in silenzio da qualche minuto, tanto lei parla a raffica, non sta zitta mai un secondo.
Certe volte mi chiedo come sia possibile che faccia così poco silenzio nella sua vita, dato che parla anche da sola.
"insomma erano bone no?"
"mh?"
"le cotolette, te so piaciute?" si volta verso di me con uno sguardo fisso come a dire 'dimmi che ti sono piaciute subito'.
"si erano molto buone" le sorrido dolcemente e mi mordo leggermente il labbro.
"ah ecco me pareva"
Sorrido ed istintivamente mi alzo per andar da lei.
Le poso un bacio sulla spalla e le poso le mani sui fianchi abbracciandola da dietro.
Sarà la musica... Sarà il vino che la maledetta mi ha fatto bere, oppure lei e basta, ma non riesco a starle lontana.
Ho bisogno di toccarla, di avere contatto fisico con lei.
Vorrei baciarla.
So bene che non è che sarebbe la pirma volta ormai, ma non capisco bene cosa stiamo facendo in realtà.
È tutto così confuso e senza senso...
"lo mangi un pezzetto di torta?"
"in realtà sono piena..."
"eddai..."
"ma Sabri, davvero sono piena eh"
Sorrido dolcemente tentando di essere convincente perché non voglio che pensi che non voglia assaggiare il suo dolce.
Qualcosa lo vorrei assaggiare in questo momento, ma non è certo una torta.
"vabbè dimme che nun te va e pace"
"sabri ascoltami" le prendo il viso delicatamente, mettendomi di fronte a lei e le parlo forse troppo vicino alle labbra "vorrei moltissimo assaggiare il tuo dolce, ma sono piena"
Le sorrido dolcemente sperando che lei capisca e non si offenda per nulla.
Mi si avvicina alle labbra e ci sussurra sopra.
"allora pagherai pegno così..."
Mi bacia e le sue mani si fanno strada fra i miei capelli, mentre le mie scendono verso la sua schiena, per poi finire sul suo sedere.
Ci stacchiamo dopo qualche istante e lei mi sorride soddisfatta.
"lo sai che non era male?"
La guardo tipo 'scema ma dai...', ma non dico nulla.
"ma sai cosa sarebbe meglio in questo momento..?" si morde il labbro e mi prende una mano portandosela sotto il tessuto della maglietta, fino ad arrivare al suo seno "se mi facessi di nuovo un regalo come quello di oggi pomeriggio"
La fisso un attimo mezza sconvolta ed eccitata allo stesso tempo, senza capire nulla in realtà.
"lo vuoi davvero?" mi mordo il labbro e le sorrido capendo quello che posso fare realmente a questo punto.
Lei annuisce sorridendo maliziosa.
"mi piacerebbe molto..." mi porta una mano al collo accrezzandomi la pelle delicatamente "sei così brava, perché sprecare un talento con una qualsiasi che trovi per Roma, quando ce sto io..."
E io qui direi che la risposta è chiaramente : 'perché tu sei sposata e mi sembri anche molto molto etero da quello che dici, perché da quello che fai non lo sei'.
Me ne sto zitta, perché in fondo non vorrei rovinare il momento.
"e tu che ne sai di quello che faccio io scusa" sorrido e le avvolgo le braccia attorno ai fianchi per avvicinarla a me ancora di più.
"o sanno tutti quello che fai"
"allora non sanno un cazzo" sorrido e la bacio con foga finché quasi le labbra non mi fanno male.
Mi dò la carica e di colpo mi sento come se potessi affrontare tutto, ora comando io.
"ora visto che hai espresso questo desiderio..." sorrido maliziosa e la prendo per mano portandola in camera "mangerò te al posto del dolce"
Lei mi guarda scuotendo la testa e mi sorride seguendomi.
Io sinceramente non so se lei ha capito quello che io intendo, perché la bocca la userò di sicuro, quello che non so è se qualcuno prima di me ha mai fatto questo con lei.
Mi pare evidente che ha avuto sempre degli uomini nella sua vita con cui finire a letto, ma non credo fossero delle cime, SOPRARTUTTO a letto.
La porto in camera e lei saltella tutta contenta, così io mi scordo di suo marito, del fatto che è la mia migliore amica e che essenzialmente non so che cazzo sto combinando.
La bacio spingendola delicatamente contro il muro della camera e lei mi si avvinghia addosso baciandomi appassionatamente.
Delicatamente la stacco da lì e la faccio stendere sul letto.
Solo a quel punto mi rendo conto di cosa sto facendo e mi fermo un attimo.
"ma... Sei sicura..?"
Lei mi guarda un attimo e inclina la testa.
"ma certo che so sicura, sennò nun te lo chiedevo"
"ok...è solo che... Non vorrei fare cazzate con te... Non voglio che sia solo un gioco"
Mi accarezza il braccio e mi guarda ancora qualche istante.
Un silenzio che mi pare interminabile.
"forse è meglio finirla con sta cosa...se te fa sta così..."
Un pugno dritto al mio cuore, sono stata essenzialmente scaraventata via da questa frase emotivamente.
Non rispondo e resto lì immobile come una scema perché in fondo ha ragione, io ci sto pensando da un pezzo, solo che speravo le cose cambiassero.
Ma io perché mi illudo...
Dopo tutti questi anni di vita non ho imparato?
"forse è meglio che vada a casa"
"potevi restare qui a dormire... Tanto domani stamo di nuovo insieme"
"vengo a prenderti domani, ma preferisco dormire a casa mia"
Non voglio parlarle così bruscamente, mi spiace da morire, ma lo sto imponendo più a me che a lei.
"ok... Allora ci vediamo domani..?"
"ma si certo" le poso un bacio sulla fronte e mente scendo dal letto vengo assalita da un dolore lancinante allo stomaco.
Dolore che io ho imparato essere ansia.
Lo so gestire, quindi non le dico nulla.
Mi rimetto le scarpe e in fretta le dò un bacio sulla fronte, mentre mentalmente chiedo scusa ad entrambe.
"buonanotte sabri"
Lei mi guarda e poi abbassa lo sguardo a terra.
"non voglio che tu vada..."
"neanche io vorrei... Ma qualcuno deve  prendere in mano sta situazione... Io l'amante non la voglio fare, mi spiace"
"no... No, lo so...lo capisco"
Le dò un altro bacetto in fronte e provo ancora una volta a darle la buonanotte.
A quel punto mi lascia andare ed io a malincuore torno a casa.
Non metto neanche la musica in macchina, resto in silenzio tutto il tempo.
Finisco per piangere da sola sul mio letto, ancora una volta, assieme ai miei animali preoccupati che tentano di coccolarmi a modo loro.
Mi annusano gli occhi e le guance non capendo cosa io abbia.
Sanno che sto male, ma non vedono un dolore fisico, esplicito, quindi mi si avvicinano più che possono.
Preferirei che il mio dolore fosse fisico in questo momento, anzi, solo fisico.
Perché in realtà il mio stomaco ancora sembra squarciato in due parti come il mio cuore.

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