Capitolo 50

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Sorrido guardandola, la nostra foto sulla scrivania è la più grande che ho, dopo quella con mio figlio.
È una vecchia foto, dove eravamo giovani e belle, cioè lei era ed è bella... Io ero semplicemente più giovane.
Poso le carte che ho in mano e mi sposto dalla scrivania al divano, frugando nella tasca per controllare di avere tutte le cose che mi servono per tornare a casa, poi prendo il telefono e guardo un momento il suo contatto.
La chiamo?
Ma si... Perché non dovrei in fondo.
La chiamo e lei non mi risponde, allora lascio perdere ed esco dall'ufficio.
Attraverso il corridoio guardando distrattamente il contatto di Sabrina, che è Online su WhatsApp.
Mi chiedo perché non mi abbia risposto se poi sta col telefono in mano a scrivere su WhatsApp con qualcuno.
Qualcuno che non sono io poi.
Mi dico che magari è importante, oppure che come succede spesso WhatsApp segna online anche se magari sono passati vari minuti da quando hai chiuso l'app.
Non importa, dopo provo a richiamarla se non lo fa lei.
"guarda com'è concentrata, non ho mai visto la signora De Filippi così concentrata sul suo telefono, nemmeno quando si tratta di lavoro"
Sento la voce di Alessandra e subito sorrido alzando lo sguardo su di lei.
"come mai così elegante? Stai bene così "
Cerco di cambiar discorso come posso.
Anche se in realtà mi interessa saperlo.
"il blu è il mio colore, lo sai cara"
Rido leggermente guardandola e scuoto la testa.
"quanto sei scema" incrocio le braccia a metto via il telefono "allora dove vai così tirata? E soprattutto con i capelli completamente sciolti, wow signora Celentano, non avevo mai visto quei ciuffetti sul suo viso, di solito se ne stanno tirati dietro le orecchie"
"esco" mi sorride soddisfatta e incrocia le braccia.
"e dove vai?"
"Non credo sia affar tuo" mi si avvicina al viso sorridendo.
Come mi stuzzica il suo modo di fare...
Quasi quasi le vado dietro, ma mi fermo perché il pensiero di Sabrina gelosa mi uccide questa voglia.
"ma io voglio sapere"
I nostri visi sono particolarmente vicini, entrambe facciamo questo gioco da anni ormai, nessuna delle due andrà oltre questa vicinanza, ma è divertente comunque.
"eh vabbè allora devo proprio dirtelo, sennò fai i capricci e chi ti sopporta"
"ecco brava"
"esco con quella ragazza di cui ti ho parlato il mese scorso"
"ah è una cosa seria allora"
"NO, non è una cosa seria , Maria non partire con le tue storielle strappalacrime di C'è Posta perché veramente mi viene il voltastomaco" incrocia le braccia guardandomi "usciamo e basta, una cena e poi magari andiamo a casa, fine"
"e tu vai a casa e fine?"
"il fine era inteso come 'non c'è altro', non come 'non andiamo a letto', anche perché questo è già successo più volte"
"e tu non mi racconti nulla?"
"perché tu mi hai raccontato qualcosa di te e la tua amica speciale?"
"no beh, non ci siamo viste per un mese..."
"si si e infatti la settimana scorsa non ha dormito da te prima di venire qui giusto?"
"dai Ale..."
"no no beh io chiedo sai"
"te l'ha detto Rudy vero?"
"possibile" mi sorride divertita e si allontana dal mio viso.
"ma dai , non c'è stata l'occasione, tutto qui"
"Facciamo che ti credo, ma non ti perdono"
"poi ti racconto tutto allora, basta che non mi metti il muso perché fra te e lei veramente non so chi sia peggio"
Lei mi sorride indicando sé stessa ed io scuoto la testa.
"dai ti lascio andare, immagino che tu voglia correre da lei"
"no no cara, quella sei tu, sei tu che vuoi correre dalla tua piccina"
"quanto sei fastidiosa, e poi ti ricordo che anche la tua è piccina e molto di più della mia"
Sorrido guardandola, perché in fondo anche lei sa che ho ragione.
"ma sta zitta" scoppia a ridere e scuote la testa guardandomi "dai scappo, sennò faccio tardi"
"Va bene, ciao " sorrido e mi volto appena lei scappa via  "Oh! Ricordati i preservativi eh, non lasciarli in camerino"
"stai zitta scema! Ricordateli tu!" ride urlandomelo da lontano e scappa via sparendo dietro l'angolo del corridoio.
Scendo le scale distrattamente, guardando il telefono e mi rendo conto che Sabrina ha provato a chiamarmi qualche minuto fa, ma ormai sono quasi alla macchina e non riesco a richiamarla.
Arrivo a casa e mi faccio subito una doccia, sono stanca morta, non ne posso più.
Ho appena iniziato le registrazioni di Amici e già sono stracotta, ogni due minuti devo controllare che nessuno scanni nessun'altro, né fra i prof e né fra i ragazzi.
L'acqua calda mi rigenera l'anima e mi lascio trasportare da questa sensazione di calma che mi dà questa temperatura.
Distrattanente mi accarezzo il collo spostando i capelli rimasti attaccati li, la mia mano scivola verso il seno e lo sfioro distrattamente.
Mi perdo a pensare a Sabrina.
Come sempre.
Come sarebbe divertente se ci fosse anche lei in questa doccia ora.
Sicuramente finiremmo per pagare milioni di euro di bollette di acqua, ma ne varrebbe la pena.
Esco dalla doccia e mi infilo l'accappatoio tornando in camera.
Prendo il telefono per vedere se Sabrina mi ha scritto o mi ha chiamata, ma nulla.
Un po' mi sento nervosa, come se mi avesse fatto un torto a non cercarmi, ma mi dico che come io ero impegnata prima, magari ora lo è lei.
Lascio perdere e mi rivesto, mettendo un pigiama leggero.
Che poi fondamentalmente è una felpa e una tuta.
Va bene così, sto comoda e calda, mi basta.
Mi butto sul letto e l'occhio mi cade sulla maglia che Sabrina ha lasciato qui l'ultima volta che ci siamo viste, prima di finire a dormire sul suo divano, col rischio che il marito tornasse e ci trovasse li.
E si, ci abbiamo fatto l'amore su quel divano alla fine.
Con l'ansia continua che lui tornasse e l'eccitazione del non poter essere scoperte.
Mi ripassano davanti agli occhi tutte le scene che ho visto, lei sopra di me, a cavalcioni, il suo seno che si muove assieme ai suoi capelli e le sue mani che mi sfiorano il viso distrattanente, mentre il suo viso è perso e quasi in preda all'orgasmo.
Non mi importa di null'altro che lei in questo momento.
La richiamo?
La richiamo.
Premo l'icona del telefono vicino al suo contatto e lo sento squillare.
Uno squillo.
Non risponde.
Due squilli.
Non risponde.
Tre squilli...
Finalmente risponde.
"ao"
Sorrido leggermente.
"ciao"
"che voi"
Mi blocco, il mio sorriso sparisce di colpo.
"volevo... Sentirti... No?"
"e perché nun m'hai risposto prima quando ti ho chiamata?"
"perché... Ero impegnata e non ho visto la chiamata"
"ma se m'avevi chiamata te cinque minuti prima"
"eh vabbè ho incontrato Alessandra mentre uscivo all'ufficio e-"
"ah ecco, ecco perché nun me rispondevi, altro che impegnata"
"amore ma-"
"NO, no, non mi interessa, le tue scuse te le tieni, se mi chiami e due minuti dopo ti richiamo e non rispondi evidentemente non era così urgente la tua voglia di sentirmi"
Mi agito un po', possibile che lei non riesca a capire che a me non importa che di lei?
"amore davvero... Non ho sentito il telefono, tutto qui"
"Maria."
Mi fermo.
"che c'è..?"
"senti io con te nun ce voglio litigà, perciò è meglio se me richiami dopo che me so calmata, anzi, te chiamo io domani... O più tardi"
"ma..." resto lì appesa in silenzio qualche istante e poi sospiro "va bene...ciao"
"mh.. Cia-"
Mette giù.
La conversazione più surreale che io abbia mai avuto con lei.
Non è che con me non si sia mai arrabbiata, ma di sicuro mai così.
Mi rendo conto solo ora di quanto effettivamente sia palese che stiamo assieme, per il modo in cui si arrabbia con me, come solo due amanti possono fare.
Spero solo che non sia palese a tutti.

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