Capitolo 18

929 43 10
                                    

Alla fine sono arrivati tutti a distanza di una decina di minuti uno dall'altro e siamo rimasti a chiacchierare in sala.
Ci siamo spostati in cucina perché ovviamente Sabrina sta morendo di fame, povera piccina...ma ha ragione, lei ha gli orari fissi, se le sballi quelli diventa nervosa come i bambini.
Io la trovo così tenera.
È assurdo pensare che questa persona che ora sta facendo i capricci perché vuole mangiare è la stessa che poco meno di un'ora fa mi stava baciando sul suo letto.
E con intenzioni poco caste credo.
Sono ancora un po' frastornata dalla cosa se posso essere sincera.
Stanno tutti parlando in gruppo e io sto in silenzio da un secolo.
Non li sto ascoltando.
Mi sposto per inerzia, richiamata dalla voce di Sabrina che mi esorta ad andare in cucina con lei per prendere i piatti e portarli in sala da pranzo come un Ulisse che però stavolta cede al canto delle sirene.
E penso sia la sensazione più bella mai provata.
Cedo al canto della mia sirena e senza rispondere a niente o nessuno la seguo fino ai fornelli dove sta mettendo la pasta nei piatti.
Non riesco a levarle gli occhi di dosso.
Le mie pupille sono sicuramente più dilatate del solito mentre cadono sullo spacco del suo vestito.
Mi piace che si vesta così elegante anche solo per una cena a casa.
Mi piace anche quando sta solo con la sua bella maglia a maniche corte, la tuta dell'adidas e le ciabatte se posso dire.
Però il vestito ha il suo fascino, questo è innegabile.
Le sue forme femminili sono perfettamente avvolte dal tessuto nero e tutte quelle piccole pietre argentate che ha in vita e sulla schiena la rendono uno spettacolo quasi irreale.
"Marí me ascolti?"
"mh?" torno in me.
"questo piatto dallo a Gerry e quello è di Rudy ok?"
Annuisco e faccio come mi ha detto all'istante.
La sua soddisfazione quando faccio come lei mi ordina è tale che non riesce a trattenere un sorriso.
E io lo noto... Certo che lo noto.
La cena comunque per fortuna va avanti tranquillamente per ora, avevo il terrore che Rudy facesse battute sceme o che Teo facesse avances di dubbio gusto a Sabrina.
Si lo so che non stiamo insieme, ma mi da fastidio comunque, non so che dire.
"Sabrina ma questo bel vestito? È per far colpo su qualcuno qui?"
Ecco appunto, appena detto.
"sicuro non su di te"
Menomale che c'è Rudy che lo tiene a bada.
"l'ha scelto Maria, dice che mi sta bene"
Io sorrido leggermente perché è come se percepissi il suo leggero sarcasmo in quella frase.
Sento il suo sguardo su di me dire 'ricordi dov'eravamo mentre lo sceglievi e che è successo dopo'.
"Maria ti fa anche da stylist?" lui ridacchia ed io sorrido forzatamente.
"no semplicemente lei era indecisa fra due vestiti e mi ha chiesto di aiutarla, così ho scelto questo"
Lui si ammutolisce appena Sabrina mi poggia una mano sulla mia.
Siamo sedute una accanto all'altra ovviamente.
In realtà lei sta a capotavola ed io le sto a lato, ma comunque la sua mano raggiunge tranquillamente la mia.
Mi sorride leggermente ed io mi rilasso.
La cena in realtà dopo questo piccolo inciso procede tranquillamente, Teo si è offerto un paio di volte di fare qualcosa, non riuscendoci ed alla fine abbiamo fatto tutto io e Rudy.
Stappare la bottiglia, sistemare i capelli di Sabrina, aiutarla a portare i piatti... Insomma la qualunque.
Pochi minuti fa ha squillato il telefono di Sabrina e lei è scappata fuori, non torna più e sono un po' preoccupata se posso essere sincera.
Mi alzo e vado a cercarla, lasciando gli altri tranquilli a tavola.
Ho detto che devo andare in bagno, ma invece sto andando in terrazza.
Sono abbastanza sicura che lei sia lì.
"ma scusami dovevi torná Domenica, che significa??"
Mi blocco vedendola così agitata e resto a distanza per non bloccare la sua telefonata.
"ho capito, ma a parte che io nun guido, se me serve qualcosa che faccio?"
Si blocca in mezzo al terrazzo ascoltando la risposta di chiunque ci sia dall'altra parte del telefono.
"eh certo guarda che Maria nun è che sta ai miei comodi eh... C'ha na vita pure lei"
Inclino la testa cercando di capire cosa stia succedendo e lei continua.
"ma si guarda hai ragione, forse me dovevo sposá a lei, non a te" gesticola nervosamente e si tira indietro i capelli "vai, vai a divertirti con i colleghi, tanto tu quello fai nella vita, o quello o stai davanti alla tv".
Sospira e la vedo chiudere la chiamata nervosamente.
Mi avvicino in silenzio.
Lei mi ha sentita perché si è girata solo un secondo e poi è tornata com'era prima.
"oi..." sussurro avvicinandomi a lei.
"abbracciami"
Non dico altro e faccio come mi ha chiesto.
Ci abbracciamo per un tempo indefinito che mi sembra interminabile.
Alla fine lei si stacca e mi guarda negli occhi.
"resta con me stanotte..."
"ma si, ti ho detto che resto a dormire qui tesoro mio" le faccio una carezza fra i capelli e le sorrido dolcemente.
"potresti restare anche domani..."
"beh..."
"e dopodomani..."
"sabrina..."
"per sempre...." mi guarda e poi di colpo scoppia a piangere.
"ma... Sabrina no...." me la stringo addosso tutta singhiozzante "non piangere Sabri...sta tranquilla io sono proprio qui con te"
"non lo voglio più vedere"
Si aggrappa disperatamente alla mia camicia ed io devo tenerla su con tutte le forze che ho perché sento che le sue gambe stanno cedendo e non si regge più in piedi.
La mia pelle del collo scivola contro quella del suo viso per via delle lacrime che ci sono cadute sopra.
Giuro che non so che fare... Io sono incapace di agire in queste situazioni.
La stringo ancora un po' e lentamente le accarezzo la schiena e i capelli.
Resto in silenzio a coccolarla finché non sento che si calma un pochino.
"oi..." i suoi singhiozzi mi devastano dall'interno.
Il suo corpo ha un sussulto ogni volta che ne ha uno e mi sembra così piccola... Così delicata e fragile che ho quasi paura di stringerla troppo perché mi pare che possa frantumarsi in mille piccoli pezzetti.
Il suo respiro si regolarizza un po' e il suo corpo inizia a star su da solo.
Le riempio il viso e i capelli di baci mentre ancora qualche piccola lacrima le scende dagli occhi.
"shh... Basta... Basta lacrime ok?" le sussurro dolcemente perché so che con lei la razionalità non funziona in queste situazioni.
Ha bisogno di essere coccolata e tranquillizzata nella maniera più calma possibile.
Se le urli addosso di smettere peggiori solo la situazione.
"adesso andiamo in bagno, ci sciaquiamo il viso... Mh?! Ok? E poi sistemiamo tutto, torniamo a tavola, finiamo di mangiare e poi andiamo a dormire ok?"
Lei annuisce ancora rossa in viso e un po' tremante mi segue fino al bagno tenendomi la mano.
"me s'è pure sciolto il trucco..." la sua voce tremante e spezzata mi frantuma il cuore in mille minuscole schegge che mi trafiggono l'anima una ad una.
"sistemiamo anche quello non preoccuparti" le poso un bacio fra i capelli e lei mi si accoccola addosso.
"perché non ho sposato te quel giorno a Parigi...?"
Io resto immobile a contemplare il nostro riflesso nello specchio, congelata da quella domanda retorica che non ha risposta.
Perché la mia vita dev'essere così difficile?

Quello che tu non mi mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora