Capitolo 18 - Jane Yifei

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Jane Yifei aveva smesso da tempo i panni di bat woman, ed era tornata a indossare quelli della scienziata. Dall'ultima spedizione nello Yunnan non era più andata a caccia di pipistrelli. Questo per lei era grosso motivo di dispiacere, ma le permetteva di dedicarsi alle sue vere occupazioni: lo studio di ricerca all'Istituto di Virologia e la cattedra al Dipartimento di Virologia della Wuhan University.

Due chilometri separavano l'istituto dal campus universitario e, appena poteva, amava farli correndo, anche se questo significava allungare il percorso.

Quel tardo pomeriggio Jane si sentiva particolarmente bene, tuttavia continuava ad avere quel pensiero che ormai la assillava da tempo: la telefonata di Philippe.

Aveva provato a ricontattarlo più volte, ma il cellulare risultava non raggiungibile. Dall'Istituto Pasteur di Shanghai, al quale si era rivolta per avere informazioni, gli era stato detto che il dottor Philippe Martin era partito per delle attività all'estero.

Forse si stava preoccupando più del dovuto, ma le parole di Philippe le aveva trovate strane nei modi e nei tempi e soprattutto incoerenti. Non era da lui.
Preferì accantonare, per il momento, quei pensieri.

Stava scendendo lungo l'East Lake, chiamato anche Donghu Eas, avrebbe costeggiato per un tratto il lago, poi sarebbe risalita lungo un leggero pendio.
L'università era immersa nel verde, per raggiungerla avrebbe percorso uno dei tanti sentieri.

Come tutte le primavere, il Sakura blossom, o ciliegio selvatico, con la consueta esplosione della fioritura, rendeva quel luogo incantevole.

La ragazza aveva un buon ritmo e sul suo viso cominciavano ad apparire piccole perline di sudore. Risalì dal sentiero fino a quando si trovò di fronte il mastodontico edificio dell'università, dove lo stile moderno cinese si era fuso con antichi capolavori architettonici. Quel campus era, senz'ombra di dubbio, uno dei più belli al mondo.

Sempre correndo, entrò da uno dei principali ingressi a volta e si portò nell'edificio dove aveva lo studio.

Dopo una doccia veloce fu pronta per andare alla biblioteca. Quel giorno non avrebbe tenuto una lezione in aula, ma ricevuto un gruppo di future matricole in visita all'università e il luogo era appunto quello della biblioteca.

Mentre l'università risaliva alla fine del '900, la biblioteca era molto più recente, fu costruita nel 1985 ai piedi della montagna di Liu. Con il corpo principale color grigio acqua e il tetto verde, a forma di pagoda, sembrava fondersi nella natura circostante.

***

"Parliamo di pipistrelli, il cosiddetto ordine dei chirotteri.
Volano, questo lo sapete, ma non sono uccelli, sono mammiferi e sono gli unici al mondo a saperlo fare. Le loro ali non sono altro che delle membrane, una specie di pelle in altre parole."

Jane raccontava cose, ripetute negli anni fino alla nausea, con lo stesso entusiasmo della prima volta e i ragazzi l'ascoltavano ammirati.

"Di giorno dormono, spesso in grotte, appesi con le zampe posteriori e la testa in giù, come nei cartoons, ma di notte escono a caccia di insetti. Conosciamo 1116 specie di pipistrelli e questi rappresentano il 25% di tutte le specie dei mammiferi", un silenzio strano avvolse la sala.

"Beh, le specie dei roditori sono ancora più numerose, non so se questo vi può tranquillizzare", qualcuno sorrise, pochi in verità.

"Veniamo al punto. Spesso si associa la diffusione di un virus ai pipistrelli. Questo non è sbagliato, ma rappresenta un aspetto cha va meglio contestualizzato. Virus presenti nei pipistrelli possono essere trasmessi ad altri animali, il cosiddetto salto di specie o spillover. Il passo successivo è che, da questi animali, il virus può passare all'uomo, attraverso la cosiddetta zoonosi. La trasmissione diretta da pipistrello a uomo è molto improbabile e se avviene è perché l'uomo ha interferito con gli equilibri che governano l'habitat di questi animaletti, ma questo aspetto vale anche per la trasmissione indiretta.
Quand'è che l'uomo interferisce? Parliamo dei pipistrelli, ma il discorso vale per qualsiasi animale: succede quando entriamo nelle loro grotte senza precauzioni, quando ci cibiamo di loro, senza rispettare norme elementari di igiene, quando usiamo i loro escrementi per concimare i campi; in altre parole, tutte le volte che interagiamo con loro in modo errato", una mano si alzò dal gruppo.

"Prego", sorrise Jane.

"E come diventerebbero, i pipistrelli, una fonte di virus?" La ragazza era un'evidente ammiratrice di bat woman, ma era anche interessata alla conoscenza, la domanda non era stupida.

"Ottima domanda ed era esattamente quello che stavo per raccontarvi. Beh, vediamoli questi motivi. I pipistrelli... sono abbondanti, molto abbondanti. Ricordate? Oltre mille specie. Ma questo significa che sono anche molto diversificati, in altre parole i DNA delle varie specie si mischiano in continuazione e i virus amano trovare codici genetici vulnerabili. Inoltre, sono molto social", commenti divertiti si diffusero fra gli studenti.
Jane riprese la parola, "Social perché stanno assieme anche a milioni, ma soprattutto fanno gruppo, cioè non stanno solo assieme, amano stare vicini e questo favorisce la trasmissione dei virus. E c'è dell'altro... sono animali comparsi 50 milioni di anni fa e nella loro linea evolutiva i patogeni hanno continuato a trasmettersi da individuo a individuo. Ma l'elenco dei motivi non si conclude qua."

I ragazzi parvero perplessi.

"Vivono molto, fino a 20-25 anni e anche questo aiuta la diffusione dei virus."

Jane si fermò un attimo, "Conoscete un altro fattore che aiuterebbe i virus a diffondersi?"

In risposta ci fu un silenzio eloquente.

"In realtà è stata una delle prime cose che ho detto su di loro", un ragazzo con spessi occhiali tondi agitò una mano e senza aspettare disse, "Volano."

"Ed è esatto! Volano! Sebbene siano territoriali possono spostarsi con facilità anche di decine di chilometri, per poi tornare nella loro tana, inoltre... lo fanno molto rapidamente! Ecco, anche questo aiuta un virus a diffondersi."

Jane stava per continuare, ma con la coda dell'occhio vide qualcosa che la distrasse: all'ingresso della sala era comparso il Rettore dell'università, la cosa le parve molto strana.

"Scusate un attimo, ragazzi", la donna si avvicinò all'uomo.

Il rettore Ma Dong occupava il suo ruolo da oltre quindici anni. Uomo integerrimo, poco incline a tutto quanto non fosse essenziale, aveva comunque carisma ed era stimato da tutti gli accademici dell'università. Aveva quasi settant'anni e in tutto il suo servizio non aveva mai improvvisato un incontro con un collega. Per parlare con lui era necessario prendere un appuntamento nel suo studio, indipendentemente da chi lo chiedeva.

"Immagino che lei non sia qui per offrimi un tè?" chiese Jane.

"Non serviva la sua fervida immaginazione per capirlo", rispose compassato l'uomo, "mi ha appena chiamato il suo superiore all'Istituto di Virologia. La prega, urgentemente, di contattarlo."

Jane, ancor prima di chiedersi cosa volesse il direttore dell'Istituto, si chiese come fosse riuscito a scomodare sua eminenza il Rettore, alla stregua di un segretario qualsiasi. E si chiese perché il Rettore non le avesse dato questa comunicazione attraverso, appunto, uno dei suoi segretari."

Non poté chiedere altro, l'uomo si era già voltato e se ne stava andando.

Prese il suo Xiaomi, che durante le lezioni lasciava silenziato e subito notò le diverse chiamate perse, tutte del Direttore dell'Istituto.

Lo chiamò.

"Ero a lezione."

L'uomo dall'altra parte disse solo una frase: "Smetti di seguire tutto quello che stai facendo, da ora avrai solo una cosa di cui ti dovrai occupare."

Ora Jane era molto preoccupata.

>>> continua >>>

L'OMBRA DEL PIPISTRELLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora