Capitolo 91 - Inseguimento in alto mare

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Ora al puzzle era stata aggiunta la tessera che mancava. Pagando si poteva avere qualsiasi appoggio militare.

L'aveva fatto con i thailandesi, che avevano fornito una nave d'appoggio all'Helicopters e poi con gli indiani. Utilizzare i militari dava ampie garanzie: efficienza, discrezione e predisposizione innata a insabbiare, oliando profumatamente i punti giusti.

Ora qualcun altro aveva fatto lo stesso.

Fu tutto questo che passò nella mente di Batchelor in meno di un secondo.

Noah tirò il capitano per il colletto della camicia e lo mise in piedi, "Non c'è modo di evitarlo?"

Fu un gesto istintivo, ma conosceva benissimo la risposta.

"Non abbiamo il tempo per fare una manovra."

"E il missile termoguidato correggerebbe la traiettoria", aggiunse Noah, "Via usciamo di qua."

Batchelor accese il trasmettitore, "Helicopters, decollate! Subito!", poi lanciò un'occhiata a Lauren che capì al volo: "Ci penso io a Jack."

-

Batchelor, Noah e Jack, spintonato dalla ragazza, si riversarono all'esterno, gli altri sembrarono indecisi sul da farsi, ma nessuno li costrinse a muoversi. Il gruppetto si ritrovò a guardare in direzione del sottomarino, del quale si intravedeva in lontananza la sagoma. L'Helicopters si stava staccando dal ponte, librandosi in aria. Il fragore delle pale copriva ogni altro rumore.

Il missile increspava l'acqua puntando lo yacht, ormai era a poche decine di metri.

Passarono due secondi e l'MBDA SM-39 Exocet esplose contro il Columbus MY Dragon, squarciando la parte centrale della fiancata di dritta.

Tutti furono sbalzati a diversi metri di distanza. L'impatto provocò una deflagrazione devastante e pezzi di acciaio volarono in diverse direzioni. Il bagliore iniziale, dal colore bianco con riflessi azzurri, si trasformò presto in una nube nera e la nave, dopo lo scossone iniziale, continuò a ondeggiare paurosamente.

Alcuni dei componenti dell'equipaggio, che erano in plancia di comando, riuscirono a uscire sul ponte, ma non fu per tutti la scelta migliore. Furono anche loro sbalzati a metri di distanza e uno degli ufficiali cadde in mare. Batchelor e Lauren, dopo un volo di diversi metri, andarono a sbattere con violenza contro la battagliola e la ragazza venne catapultata oltre la recinzione. In una frazione di secondo lei pensò che ormai fosse finita, ma l'istintiva voglia di sopravvivenza e i suoi riflessi le diedero una mano. Sentì il metallo freddo di qualcosa a cui si era aggrappata: una barra, forse. Quando capì dove fosse, si rese conto che era sospesa in aria a oltre venti metri d'altezza. Era buio, ma sotto di lei le sembrava di scorgere, lontanissime, le onde del mare che si increspavano, pronte a inghiottirla. Il colpo era stato duro, sentiva dolore al braccio e sapeva che presto avrebbe mollato la presa. Ormai si stava preparando a cadere e doveva farlo nel migliore dei modi, a quell'altezza un'entrata in acqua sbagliata poteva significare sfracellarsi come sul cemento.

Non ce la faccio. Era questione di attimi. Pensò a come cadere: la scelta più ovvia era in verticale con i piedi in avanti. La presa si stava allentando e le dita non le sentiva più. La barra, che fino a quel momento la teneva aggrappata alla vita, le scivolò via e si lascò cadere nel vuoto.

Pensò a quanto fosse strano sentire dolore, ora che stava precipitando, poi capì. Qualcuno le aveva afferrato l'avambraccio. Era la stretta ferrea di chi non avrebbe mollato la presa tanto facilmente. "Ciao, bellezza, dove credevi di andare?"

Lauren afferrò a sua volta l'avambraccio dell'uomo che la teneva, aiutandosi con i piedi, venne risollevata al di là della balaustra, con così tanta veemenza da cadere addosso al suo salvatore.

L'OMBRA DEL PIPISTRELLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora