Capitolo 32 - Shaoran

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"Statemi a sentire, dobbiamo andar via, il più lontano possibile." La voce di Jane era alterata e la macchina, sobbalzando a ogni buca, dava alle sue parole ancora più drammaticità.

"E dove dovremmo andare?" Jeigei aveva quell'aria preoccupata che a lui non si addiceva.

"Qualsiasi posto andrà bene, ma andremo a Londra", rispose lei con voce ferma.

"Londra?" ripeterono all'unisono i due assistenti.

"Sì, Londra."

"Perché proprio Londra?"

"Perché ho un biglietto per Londra, con un passaporto a nome di Diana Rigg sul quale c'è la mia foto."

I due uomini si guardarono senza dire nulla.

"A voi serviranno i biglietti e... spero stiano cercando solo me."

"Chi ti sta cercando, Jane?" Jeigei era quasi in preda al panico.

"Non lo so, ma il direttore Chen Lim, è morto, poco dopo che ha parlato con me. Credo l'abbiano ucciso."

"Cooosa?" miagolò l'altro.

La virologa sembrò non trovare le parole, ma ora non poteva più starsene zitta, "Ci hanno nascosto che i nostri campioni biologici dello Yunnan contenevano un virus con una particolarità: grosso potenziale di trasmissibilità all'uomo, in altre parole grado di infettività molto alto. Doveva solo essere analizzato meglio e adattato. Lo scopo era trovare un virus che avesse un'ulteriore caratteristica: un alto tasso di virulenza."

"Lo scopo?"

"Sì, volevano fare questo e l'hanno fatto."

"Chi?" il tono di Jeigei sembrò una supplica.

"Non lo so, ma il Direttore era coinvolto, me l'ha confessato lui stesso."

Jane guardò i compagni, nei suoi occhi si intravedeva l'ombra della paura, "Sono spietati e possono essere ovunque, dobbiamo andarcene."

Il silenzio calò su di loro, si udiva solo il rumore dell'auto, fu Shaoran a spezzarlo, era l'unico dei tre a non sembrare teso, "Ti ha visto qualcuno quando sei stata da Chen?"

"Ci sono andata due volte e sono scesa in quello che chiamano laboratorio H."

I due la guardarono perplessi e lei continuò, "Credo mi possano aver vista poche persone."

L'auto aveva raggiunto un tratto in asfalto, ora procedeva senza sobbalzare e a velocità sostenuta, ma poi cominciò a rallentare.

"Shaoran, che succede?" Jane non aveva mai perso il controllo, ma era molto inquieta.

Presero la strada in direzione opposta all'aeroporto.

"Se ci sta cercando qualcuno e se questo qualcuno può essere ovunque, è meglio non dare troppo nell'occhio. Invece che al terminal, sto andando all'Airport Center. Ci separeremo e raggiungeremo il terminal con delle navette. Dovrete cercare di capire se qualcuno vi segue. Tu, capo, ti imbarcherai sul volo per Londra. Noi prenderemo due biglietti online, meglio non attardarsi alle biglietterie. Io, uno per Abu Dhabi; tu, Jeigei, farai un giro più lungo, lo prenderai per il Giappone. La motivazione per tutti è: viaggio di lavoro."

Fissò l'amico, "Scegli una città qualsiasi, ma tra quelle che conosci meglio, dove hai più contatti e dove conosci luoghi che possano essere più sicuri di altri. Lo stesso varrà per me."

L'uomo fece una breve pausa per valutare lo stato d'attenzione degli altri, poi riprese, "Jane, noi ti raggiungeremo a Londra, diciamo... all'Hotel Ritz a Picadilly, fra una settimana. Evitiamo di sentirci, ci vedremo lì. Domande? È tutto chiaro?"

I due virologi rimasero ammutoliti.

"Perché il Ritz?"

"Per la discrezione e non prenderemo di certo la suite... È tutto chiaro?"

"È per questi momenti che mi sei indispensabile", il volto della donna sembrava più tranquillo e abbozzò un timido sorriso.

Shaoran aveva detto più parole di tutte quelle pronunciate negli ultimi due mesi.

"Tutto chiaro, Jeigei?" ripeté per la terza volta l'altro.

"Ho memorizzato ogni parola."

"Bene." Poi guardò la collega, "Tu sei la persona che vogliono, ma se hai una nuova identità parti già in vantaggio."

La virologa non sembrò molto convinta, ma sentire quelle parole, dette da quell'ammasso di muscoli, la fece star meglio."

***

Jane o meglio, Diana Rigg, si avviò all'imbarco del volo per Londra.

Jeigei prenotò un volo per Tokyo. Lì viveva una sua ex fiamma e vi era stato diverse volte. Inoltre, il fatto di arrivare in una città di quattordici milioni di abitanti gli faceva credere che avrebbe avuto più opzioni, nel caso avesse dovuto far perdere le tracce. Da lì, avrebbe poi avuto la possibilità di prendere un volo per Londra in poche ore.

***

Jane camminava in direzione del check-in, ma avrebbe preferito entrare in una grotta popolata da migliaia di pipistrelli.

Le gambe le tremavano, vedeva ancora il sangue sulla scrivania del suo direttore e lui riverso sopra. Quegli uomini sarebbero stati capaci di qualsiasi cosa.

Teneva gli occhi bassi e a volte portava un kleenex al naso per nascondere il viso.

Non ci fu alcun contrattempo, nemmeno quando un addetto ai controlli le chiese, in un inglese approssimativo, cosa andasse a fare a Londra.

Lei, con perfetto accento britannico, rispose che stava tornando a casa dopo un soggiorno in Cina.

Jeigei non ebbe problemi, trovò un volo per Tokyo per poco più di 500 dollari.

***

All'aeroporto di Wuhan Tianhe qualcuno aveva osservato Jane, fin dal primo momento in cui vi aveva messo piede.

"Non sono riuscito a bloccarla, ma so dove è diretta." L'uomo indossava una camicia a manica lunga, con collo alla coreana. "Si è imbarcata per Londra, aeroporto Heathrow, volo HO1074."

Dall'altro capo della linea una voce dall'accento occidentale trattenne a malapena il suo disappunto, "La preleveremo all'arrivo."

***

Mancava poco al decollo del volo per Londra, l'ultimo gruppo di passeggeri salì dalla scaletta di coda. Tra questi, un uomo di grossa corporatura si sistemò dodici file di sedili dopo quello di Jane.

Erano previsti quattro scali: Shanghai, Hong Kong, Doha Amad e infine Londra.

L'aereo decollò in orario e dopo una buona mezzora la virologa aveva finalmente ritrovato un po' di tranquillità. Stava per chiudere gli occhi, la stanchezza aveva avuto il sopravvento, quando il passeggero alla sua destra si alzò per andare ai servizi. Lei, seduta vicina al corridoio centrale, dovette levarsi in piedi per permettergli di uscire. La classe economy non concedeva molti spazi.

In quel momento, un uomo in coda all'aereo si tolse gli occhiali da sole e la vide.

Un sorrisetto si dipinse sul volto granitico dell'uomo.

Dottoressa Jane Yifei, ecco dov'eri.

Shaoran Xu si rimise gli occhiali da sole, Non ti avrei mai abbandonata così facilmente. Non puoi saperlo... ma sarò la tua ombra.

L'OMBRA DEL PIPISTRELLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora