Capitolo 78 - Jack, sto arrivando

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Jane decise di prendersi una pausa. I dati sul nuovo coronavirus erano l'unica cosa con cui poteva avere a che fare. Lei chiedeva e loro le fornivano i documenti necessari. Fu l'unica cosa positiva della sua segregazione, lo studio. Per il resto si chiedeva che fine avessero fatto Jeigei e Shaoran. Il non sapere se fossero ancora vivi la tormentava. Nella sua mente i pensieri più cupi ormai avevano preso il sopravvento: la sorte dei suoi amici, il rischio di una pandemia, una cospirazione di criminali che non esitavano a uccidere per interesse. Per lei era un peso eccessivo e la lucidità per analizzare i dati veniva spesso meno. Inoltre, fatto non marginale, non poteva lavorare in laboratorio. Sullo yacht vi era di tutto, ma non certo un reparto di analisi biologiche, nemmeno di livello basso.

Ora però qualcosa era cambiato. Quella donna, piombata nella sua cabina, sembrava tenderle una mano e questo la faceva ben sperare.

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Sdraiata sulla sua branda, Lauren stava pensando agli ultimi dettagli di ciò che avrebbe fatto.

Era riuscita a introdursi nella rimessa dello yacht che conteneva mezzi di navigazione a supporto, tra cui due grossi motoscafi d'altura. Fu uno di questi a suggerirle l'idea di come lasciare la nave, ma capì che ci avrebbe messo troppo tempo a compiere le manovre per uscire. Non le ci volle molto per capire che la soluzione ce l'aveva sempre avuta davanti: una Kawasaki Jet Ski Ultra, dalla carenatura verde. Era una moto d'acqua, il mezzo più idoneo per andarsene via. Non avrebbe nemmeno dovuto manomettere l'accensione dei motoscafi, gli unici che forse potevano preoccuparla, con i loro doppi motori da 300 cv. Se questi mostri fossero arrivati a oltre 30 nodi di velocità, le Kawasaki li avrebbero superati di gran lunga. Le moto, inoltre, erano le più immediate per uscire in acqua. Le avrebbe manomesse tutte, tranne una.

Il suo piano era semplice, ma comportava dei rischi.

Doveva verificare che l'ultima posizione GPS fosse stata trasmessa, controllare la presenza di nuovi messaggi e comunicare che avrebbe eseguito quanto richiesto. I passi successivi sarebbero stati pura azione: neutralizzare le guardie, liberare la virologa, portarla nella rimessa e trovare un posto dove nasconderla. Poi sarebbe stato il turno di fare una visitina a Jack per portargli un saluto, un estremo saluto, tornare dalla virologa e uscire in mare con la Kawasaki. Facile no? Si disse.

Facile un cazzo, si rispose. Bastava andasse storto un minimo insignificante dettaglio e saltava tutto. Il margine di rischio era alto, molto alto. Ma lei era preparata. Era stata ingaggiata per questo.

Era ora di muoversi. Avrebbe agito al calare delle tenebre. Una volta fuori dallo yacht Batchelor l'avrebbe individuata e prelevata, così almeno sperava.

Lauren si rimise in piedi e andò nella cabina di Jiao, anche se inconsapevole, aveva bisogno di una spalla.

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L'aria scompigliava i capelli delle due ragazze. Lauren e Jiao sembravano turiste che si godevano la serata su un lussuoso yacht, in realtà una era una specie di concubina e l'altra un ex agente dei corpi speciali.

"Mi sembri pensosa, Sasithorn."

Lauren non si era ancora abituata a farsi chiamare così e pensò che a quel nome, pur adottato a caso, ci si stava quasi affezionando.

"Mi leggi la mente, bambina?"

"No, gli occhi."

Lauren non voleva far trapelare le sue sensazioni.

"Non ho nulla, guardavo il mare."

"Sicura?"

"Certo che sono sicura."

L'OMBRA DEL PIPISTRELLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora