"Dunque lei è Philippe?"
"Sì, sono Philippe, Philippe Martin."
"Bene... e cos'ha da dirci, monsieur Philippe?"
"Ho qualcosa in comune con voi."
"Cosa?" Questa volta fu Elisabetta a rompere gli indugi.
"Jane Yifei."
"Questo ce lo aveva già fatto sapere", la voce di Elisabetta era alterata.
"C'est vrai e siete anche al corrente del fatto che ho del materiale, a proposito, immagino abbia trovato la password..."
"Venga al dunque!" lo esortai.
Philippe si girò verso Elisabetta, "È sempre così scontroso il suo compagno?"
"Mi creda, oggi sta sfoggiando la sua versione più empatica", il tono della donna non era scherzoso.
"Mon Dieu, non oso immaginare le altre versioni."
Allungai una mano e strinsi il polso dell'uomo, e lo strinsi forte.
"Non faccia troppi giochini e venga al dunque. Cosa sa? E cosa vuole?"
"Quante domande, mon amì e comunque... deve stare molto attento a quello che fa", il tono dell'uomo ora era più duro, quasi fosse cambiata improvvisamente la persona, "Ho prenotato questo tavolo perché è vicino a una finestra."
"E allora?"
"Cosa vede là fuori?"
"La piazza."
"E?"
"La chiesa."
"... e la torre campanaria", completò Philippe.
Fissai la costruzione.
"Lo vede il pertugio appena sotto l'orologio?"
Guardai verso quel punto.
Lui proseguì, "Difficile vedere cosa si celi nell'ombra, ma le assicuro che lì è appostato un cecchino con un Black Eagle M6 Sniper puntato su di lei. Basterebbe un solo gesto..."
Esitai, e rilasciai la presa al polso.
"Vedo che è un uomo ragionevole."
Elisabetta cercò di parlare, ma le parole non le uscirono.
"Ecco gli stuzzichini, un tagliere di salumi e delle bruschette al pecorino."
"Grazie", la risposta quasi stizzita del francese fece capire al cameriere che avrebbe dovuto allontanarsi.
"Non ve lo raccomando questo bar. È per turisti; ti portano un tagliere e due crostini indecenti e ti chiedono più di trenta euro", esaminò le pietanze quasi disgustato, "Non siete obbligati a mangiare, ma io purtroppo non lo faccio da diverse ore. In ogni caso, se volete, favorite pure."
Philippe si mise nel suo piattino diverse fette di salumi, agguantò una bruschetta e cominciò a mangiare, squadrato da noi due. Lo osservavo con un'aria tranquilla, in contrasto con quella tesa di Elisabetta.
"Per par condicio con il fucile le dico che sotto il tavolo ho una semiautomatica puntata su di lei... da almeno cinque minuti."
Il francese non sembrò stupirsi, "Non avevo dubbi che un uomo come lei avrebbe fatto qualcosa, ma si ricordi... un Black Eagle M6 Sniper fa molti più danni."
"Più di una Glock 17 da 9 mm a dieci centimetri di distanza? Ne dubito, pensando soprattutto che quello che lei ha citato è un giocattolo di plastica da softair."
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L'OMBRA DEL PIPISTRELLO
AventuraCiò che la natura non osa fare, sarà l'uomo a farlo. In una grotta sperduta un gruppo di ricercatori fa una scoperta inquietante. I fatti che seguiranno saranno solo l'inizio di qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato. Il carico misterioso trasp...