Capitolo 95 - Squali

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Jane era ancora scossa, non disse nulla, si limitava a galleggiare.

"Guardami", Lauren era a pochi centimetri da lei. Le mise le mani sulle guance, "Guardami."

"Ti sto guardando", in realtà vedeva solo il vuoto.

"Ho detto guardami!"

"Ok, ti sto guardando", questa volta era così.

"Lui ti avrebbe uccisa."

"Lo so."

"Allora non serve dire altro."

"Direi di no."

Lauren la fissò poco convinta, "Il tuo cognome è Yifei e sei una virologa?"

"Perché me lo chiedi? Sai già tutto di me."

"Era per fare conversazione e... stemperare i toni."

Il viso di Jane si fece più duro, "Stempera fin che vuoi, ma io non so nulla di te, né cosa vuoi da me."

"Voglio solo portarti in salvo, questa è la prima cosa a cui devo pensare."

"E poi? A cosa dovresti pensare?"

"Lo saprai... ora allontaniamoci da qui."

La studiosa cambiò atteggiamento, facendosi più cupa in volto, "Non dovevamo stare vicine ai rottami?"

"Sì, ma ora è pericoloso."

"Perché?"

"Seguimi... e smettila di fare domande."

Lauren fece alcune bracciate allontanandosi, girandosi però vide che l'altra non si era mossa.

"Che cazzo fai", urlò.

"Non mi muoverò di qui fino a quando non mi dirai perché devo farlo."

"Merda, e tu saresti una superesperta di virus?" Con poche bracciate tornò da Jane, "Potremmo considerare un virus una specie di predatore?"

"Cosa vuoi dire? Comunque... sì, potremmo considerarlo... ma direi più un parassita che un predatore."

"Bene, allora sappi che in questo oceano di merda esistono dei grossi predatori chiamati squali, molto più grossi dei tuoi virus cazzuti."

Jane si sentì come una perfetta imbecille, "E il sangue dell'uomo che hai ucciso potrebbe attirarli."

"Brava, vedo che hai capito, e ora andiamocene via."

"Sì certo... sono stata un'idiota, una perfetta..."

"Smettila di elogiarti... è troppo tardi."

Di fronte a loro, a una distanza di poche decine di metri, un'enorme pinna si stagliava sopra il pelo dell'acqua.

"È... è..."

"Uno squalo."

"Mio Dio."

Il predatore avanzava verso di loro e quando Jane riuscì a vedere la parte immersa trasalì. Era enorme, non tanto per la lunghezza, poco inferiore ai tre metri, ma per la mole.

Quando il pescecane fu a poca distanza sembrò esitare. Nessuno potrà mai sapere cosa lo spinse ad aprire le fauci, se per dare un segnale di forza agli intrusi o per altro, ma lo fece.

La bocca si spalancò mostrando le sue armi, file di denti acuminati che sembravano nati per un solo motivo: uccidere.

Jane urlò.

"Zitta."

Lauren si avvicinò alla compagna e l'abbracciò.

Nel frattempo, lo squalo aveva richiuso quella bocca spaventosa, continuando a muoversi intorno a loro.

L'OMBRA DEL PIPISTRELLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora