Capitolo 26b - Il team si muove

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L'open space era attrezzato per avere tutti i principi ergonomici e funzionali che si potessero desiderare: luminoso senza nessun riflesso diretto sui monitor, copertura WiFi eccellente grazie ad access point con rete mesh, due schermi da sessantacinque pollici incastonati in una parete e due lavagne multimediali interattive su supporto mobile. Ampie scrivanie dotate di poltroncine, più simili a quelle da gaming che a quelle da lavoro.

Su una di queste, un ragazzo dai capelli lisci, di un biondo molto chiaro, era reclinato all'indietro, i piedi sul tavolo e un notebook appoggiato sulle cosce. Dennis Ritch era specializzato in sicurezza informatica e analizzava dati come un uomo normale masticherebbe una pagnotta; era, inoltre, uno dei migliori data scientist che avessi mai conosciuto. Grazie alle sue ampie competenze nella sicurezza informatica, i dati, più che elaborarli, lui li cercava e, dove nessuno poteva sperare di trovarli, lui li trovava.

Sul pavimento teneva una Coca-Cola in un walky cup di carta da 500 ml con cannuccia.

"Buongiorno, capo", come al solito mi salutò senza nemmeno guardarmi e ogni volta mi chiedevo come facesse a capire che ero io, visto che mi voltava la schiena.

"Sei occupato?"

"Come sempre."

"Ok, allora molla tutto e chiama Enea."

"Credo sia sceso fuori a..."

"Chiamalo, subito."

Quando arrivò, Enea parve alquanto preoccupato, ma dalla sua faccia non era facile carpire le piccole sfumature che assumeva in base al contesto con cui interagiva.

"Problemi?"

"Forse, siediti."

Enea Ferrari aveva una Laurea in fisica teorica e un post doc al NUS di Singapore, era al Centro da pochi anni, ma già da tempo apprezzavo le sue capacità e la sua meticolosità. Era, tuttavia, un personaggio alquanto strano, perlomeno più strano di Dennis.

"Abbiamo un nuovo lavoro, mi servono massima priorità e massima efficienza."

"Beh, non è una novità, capo."

"Questa volta ne voglio ancora di più."

Dennis roteò la poltroncina verso di me, mentre Enea si accomodò su una postazione vicina, accavallò le gambe e si mise una mano sotto il mento.

"La tua posizione da pensatore è sempre molto apprezzata, Enea."

"Grazie, Rey."

"Capo, non lo fa per te, l'assume ogni volta che si incuriosisce."

"Lo so, ma è sempre più piacevole di uno stravaccato, che pare tornato da un party con una colossale sbornia."

"Messaggio ricevuto, capo."

"Allora... voglio una serie di simulazioni su tempi e modi di propagazione di un virus."

"Wow, finalmente qualcosa di interessante", Dennis si accomodò meglio, "Sentiamo i valori al contorno quali sono."

"Primo: la facciamo passare come simulazione di un caso ipotetico, quindi che non esiste."

"Lo sapevo, già il mio wow si sta afflosciando."

"Ma lo vuoi lasciar finire?"

"Grazie, Enea. Dicevo... La facciamo passare, ma non è così."

"Il mio wow si sta di nuovo ringalluzz..."

Questa volta bastò il mio sguardo a zittirlo.

"Ok, ok."

"Secondo: una simulazione dovrà avere Wuhan, in Cina, come punto di origine del contagio, un'altra Shanghai e un'altra ancora... entrambe."

L'OMBRA DEL PIPISTRELLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora