Capitolo 19 - L'angelo nocchiero

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Sulla fiancata dello yacht si poteva distinguere la sigla identificativa: ZGHI2, seguita dalla scritta Helmsman Angel, la bandiera era delle isole Cayman.

"Helmsman Angel, l'angelo nocchiero; siamo di fronte a trafficanti che conoscono l'antica letteratura", Batchelor capì che Noah non avesse idea di che cosa stesse parlando, "Dante, canto secondo del purgatorio."

Il portone basculante che costituiva l'ingresso al garage dello yacht era ancora sollevato. L'asiatico alla guida portò il tender verso l'apertura.

All'interno, sopra la linea di galleggiamento, si apriva una delle due grandi rimesse presenti sul panfilo. Con una lunghezza di quindici metri ciascuna, permettevano di ospitare qualsiasi cosa potesse stare in un garage nautico: i fari a led presenti sul pavimento illuminavano due gommoni, cinque moto d'acqua, tavole a vela, attrezzi per sci nautico e pesca subacquea e uno scivolo gonfiabile di 25 metri, ancora sgonfio.

I tre scesero dal motoscafo e misero i piedi su una pedana. Quando l'asiatico premette un tasto, la base su cui erano appoggiati si mosse alzandosi di mezzo metro, all'altezza esatta del garage.

"Venite con me."

I due ospiti, dopo uno scambio di sguardi, lo seguirono.

Un uomo con occhiali scuri era fermo sul lato dell'uscita, più che un marinaio sembrava appartenesse ai corpi speciali; con un gesto eloquente fece capire che i due ospiti dovevano essere perquisiti.

Batchelor non portava armi, mentre Noah aveva una colt semiautomatica M1911 modificata, meglio conosciuta come M45 MEU-SOC.
Sciolse il codino e fissò l'uomo davanti a lui, con lo sguardo di chi avrebbe estratto una pistola solo per usarla e non sembrava intenzionato a farsi mettere addosso nemmeno un dito.

"Dagliela... non vogliamo creare problemi."

L'amico sembrò riluttante, "Come preferisci... lord Bat." Prese dalla fondina la calibro 45 e la consegnò, l'altro, con un ghigno, lo perquisì subito; poi indicò loro che potevano proseguire.

Si addentrarono lungo pareti in essenze di legno chiaro e inserti color bronzo.

Altri due uomini erano fermi nel corridoio, con le gambe divaricate e le braccia distese davanti al corpo, le mani una sull'altra. La postura era chiaramente intimidatoria.

I tre entrarono nell'ascensore vetrato a sezione tonda che permetteva di salire su cinque dei sei ponti. Nessuno di loro parlò, mentre raggiungevano il terzo livello.

Usciti dall'ascensore si trovarono in un salone. Un pianoforte a coda Steinway & Sons dava l'impressione di essere finiti in un piano bar esclusivo.
Andarono oltre una sala da pranzo, lasciandosi alle spalle un tavolo Chelini su misura per 14 persone con piano in travertino romano, bordi in acero e gambe in cuoio. Proseguirono, su un teak pregiato da 25 mm, mentre tre grandi finestrature larghe cinque metri ciascuna, lasciavano che la luce naturale si diffondesse sontuosamente all'interno.
Un grande salotto si aprì di fronte a loro, divani in tessuto bianco erano affiancati da tavolini con ripiani in cristallo.

Un lusso opulento invadeva ogni anfratto.

"Potete mettervi qua."

Noah si mise a sedere, mentre Batchelor rimase in piedi. L'altro se ne andò.

"Non mi piacciono questi personaggi", Noah non era tipo da preoccuparsi, senza un valido motivo.

"Non devono piacerci", Batchelor cominciò a guardarsi intorno, poi si girò verso l'amico, "Dimmi, sembro o no un lord inglese?"

"Inglese lo sei... e l'aria del lord non ti manca."

"Detto da un rozzo americano, non può che essere un complimento."

L'OMBRA DEL PIPISTRELLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora