Capitolo 9 - Intelligence

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Central Intelligence Agency

Langley – Virginia
Stati Uniti

Il piccolo agglomerato di Langley, a venti minuti d'auto dalla capitale, sarebbe uno dei tanti insignificanti paesi degli Stati Uniti, se non fosse per la sede del servizio di intelligence: la CIA. Incastonata tra la George Washington Parkway e il Dolley Medison Boulevard, copre uno spazio di un chilometro quadrato, occupato per tre quarti da aree di parcheggio.

Proprio in uno di questi parcheggi, appena uscito dallo svincolo, si stava immettendo Jason Firth.

L'uomo uscì dall'auto e si incamminò ansimando verso l'ingresso Nord dell'imponente struttura, ma prima di salire al quinto piano, preferì fermarsi per un caffè. Starbucks era l'unico brand che era riuscito a introdursi nel quartier generale della CIA.

Jason non riusciva a iniziare una giornata senza un frappuccino, aromatizzato alla salsa mocha coperto di panna. I suoi centodieci chili gli proibivano questa abitudine, ma lui, regolarmente, li ignorava.

"Dammi il solito, Frank."

"Subito, ma sai che non mi chiamo Frank."

"Lo so, lo so, e so che voi baristi non potete né socializzare né chiamare per nome i vecchi clienti."

"Non possiamo chiamarvi per nome, semplicemente perché il vostro nome non lo conosciamo."

"Giusta osservazione."

"Ecco il tuo frappuccino, amico."

"Grazie a te... amico", rispose Jason con enfasi, "Che tristezza", pensò e iniziò a sorseggiare la sua bevanda.

"Amico ti sta suonando il cellulare."

"Come? Ah sì, cazzo, sempre quando sono impegnato."

Appoggiò l'apparecchio all'orecchio e rispose alla chiamata, "Jason... merda", si rivolse subito al barista, "tu non hai sentito niente."

"Certo amico, di Jason", l'ultima parola la pronunciò a bassa voce.

"Sono in una riunione, ti richiamo fra cinque minuti."

Jason chiuse la comunicazione e andò agli ascensori.

"Mathys Gauthier, quanto tempo."

Dall'altra parte il capitano della DGSE era stravaccato con i piedi appoggiati alla scrivania, "Come te la passi Jason?"

"Al Solito, nel senso che, come al solito, potrebbe andare meglio."

"Come a tutti, del resto, senti... ho una cosa da chiederti, magari puoi aiutarmi."

"Dimmi tutto."

"Avete avuto notizie di movimenti strani attorno a..."

"A...?"

"Cose tipo azioni terroristiche su larga scala con virus letali?"

Jason rimase per un attimo senza parole, poi si riprese "Su larga scala? Spiegati meglio."

"Larga scala sai cosa significa, grandi aree geografiche contagiate, col rischio di sfociare in una pandemia."

"Mmh... quindi vuoi sapere se ho sentito cose del tipo se qualcuno sta trattando antrace per poi spargerlo nei cieli di qualche capitale occidentale?"

"Cose simili."

"No, direi di no. Non che io sappia perlomeno."

Mathys sembrò indeciso e Jason spezzò il silenzio, "Credi che se sapessi qualcosa non te la direi?"

L'OMBRA DEL PIPISTRELLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora