Capitolo 31 - Bagno di mezzanotte

102 5 69
                                    

"Andiamo a bere qualcosa, in un bar serio."

Quando Giuliano usciva con quella frase, c'era sempre sotto qualcosa, e questa volta era facile immaginare cosa poteva essere.

Chiusi la telefonata e guardai John, davanti a me.

John Donn era il nome con cui lo chiamavo da anni, da molto prima che entrambi arrivassimo al Centro. Il nome non aveva relazioni col poeta inglese del '500, dal quale differiva comunque per una 'e' finale. Se lo era scelto lui, prendendolo dal protagonista di un romanzo: Tenebre.

I suoi occhi verde opale erano come velati, almeno, questa fu la mia impressione, "Tutto ok?"

"E me lo chiedi? Se quello che mi hai detto è vero, siamo in un mare di guai."

"Per esserlo basterebbe quello che mi ha detto Giuliano, ma se guardiamo anche a quello che ha scoperto il mio team..."

John continuò, "... Il mare di guai diventa un oceano di guai."

"... E ora il nostro amico vuole aggiornarci."

Si alzò, "Quindi? Cosa stiamo aspettando?"

Serrai le labbra e lasciai la scrivania, "Muoviamoci."

Il piccolo bar all'esterno del Centro non era molto affollato, non a quell'ora della mattinata.

Giuliano ci aspettava seduto a un tavolino.

"Eccoci qua."

"Buongiorno, filibustieri. Come ti è andata al Sud, John?"

"Una noia, l'unico vantaggio l'assenza di copertura cellulare, senza telefono satellitare nessuno avrebbe potuto rompere le scatole."

Ci sedemmo.

Giuliano continuò, "Lì la situazione com'è?"

"Da un punto di vista politico o tecnologico?", chiese John.

"Il primo punto lo conosco già: non passerà molto prima che in Guinea facciano un golpe, e non solo lì", mentre l'altro parlava fece un cenno al barista.

"Beh, l'altro punto di vista è quasi peggio: comunque qualcosa si muove, visto che c'è quest'idea di un hub di connettività con i sei paese vicini."

Giuliano si mise a ridere, "E dicevi che non c'era copertura di rete?"

"Lascia perdere."

Arrivò il cameriere.

"Signori..."

"I soliti, Dario, grazie."

"Arrivano subito."

"Sarà il caso che ora parliamo dei nostri problemi e non di quelli della Guinea", sospirò Giuliano.

Guardai entrambi, "Non escluderei che i nostri problemi rischino di diventare problemi anche per la Guinea, per l'Africa e forse... per tutto il pianeta."

***

"Era uno di quei giorni dove ogni cosa sembrava dovesse andare storta, dove chiunque mi sarebbe stato enormemente sui..., avevo bisogno di scambiare quattro chiacchere con qualcuno e pensai a lei.

Aveva il potere di rilassarmi, mi faceva entrare nel suo mondo, un mondo un po' come quello delle favole. Lì mi sentivo un altro, senza età, senza tempo, lontano dagli impegni e dai pensieri che mi assillavano.

Avevo voglia di prendere anche solo un caffè con lei, ma in realtà pensavo: Ma che stai facendo?

La risposta assomigliava a qualcosa del genere: Nulla, che c'è di male nel prendere un caffè?

L'OMBRA DEL PIPISTRELLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora