Centro Analisi Dati
Dipartimento Informazioni per la Sicurezza
Montaldo di Castro
La doccia mi rigenerò. Dell'uscita in bike mi rimaneva solo un piacevole stato di benessere.
Andai nel mio ufficio, entro poche ore avrei parlato davanti a un gruppo eterogeneo di persone: colleghi, scienziati, giornalisti, curiosi... una platea troppo diversificata, almeno per i miei gusti.
L'attività sportiva mi aveva liberato dalle futilità quotidiane, ma odiavo le conferenze, in particolare quelle dove l'oratore ero io. Avevo anche un'allergia cronica verso le discussioni frivole, per non dire stupide, che al solito impregnano i venti minuti prima dell'inizio dell'evento.
È vero che la Cina ha un piano per colonizzare Marte? E lo sta attuando prima degli americani?
Parlando di cose serie, quando sarà possibile avere dei robot che rimpiazzeranno l'uomo?
Per questi, e tanti altri motivi, sarei rimasto rintanato nel mio ufficio fino all'ultimo momento.
Dimenticavo: sulla mia lista delle cose da odiare c'era anche il post-conferenza, ma quello non c'era modo di aggirarlo.
Passata una mezzora, decisi a malincuore che sarebbe stato il caso di spostarmi in sala Archimede, quella riservata agli incontri di questo tipo.
Cercai di evitare di intrattenermi con chiunque incontrassi; entrai nella grande sala, mi accomodai al tavolo dei relatori e alzai lo schermo del laptop.
Litigavo da giorni con un algoritmo codificato in Python: un caso affascinante dove, nell'immediato, avevo scarse probabilità di venirne a capo. Era la cosa migliore per passare il tempo che rimaneva; in situazioni come queste mi immergevo in quello che facevo, entravo in un mondo parallelo e interrompevo le comunicazioni con quello reale. Nessuno ci avrebbe fatto caso, potevo benissimo essere intento a sistemare le mie slide.Quando mi distaccai dal mio mondo parallelo vidi che molti visitatori avevano già preso posto.
Si trattava perlopiù di giovani dottorandi, mentre colleghi ed eminenti scienziati avrebbero beneficiato del cosiddetto ritardo accademico e dei posti davanti a loro riservati.Mi ricordai che avevo appoggiato degli appunti su un banco delle ultime file, distrazione dovuta a uno scambio di battute con uno dei tanti rompiscatole che non ero riuscito a evitare. Due ragazzi ancora in piedi, e indecisi se sedersi, stavano esaminando le mie carte. Nel frattempo, continuava l'afflusso degli invitati.
Fissai i ragazzi e all'improvviso, come un pazzo furioso, mi alzai in piedi di scatto e urlai, "Non toccate i miei cerchi!"
Il rumore di fondo cessò e i ragazzi, imbarazzati, cercarono di arretrare, per quanto fosse possibile. Di certo allontanarono le mani dai fogli.
Picchiettai sul microfono, "Suvvia, sto scherzando."
Mi guardarono, ma non sembrarono tranquillizzarsi.
Mi avvicinai. Nel frattempo il brusio aveva ripreso possesso della sala.
"Dottor Rey, desideravo proprio fare quattro chiacchiere con lei prima del..."
"Buongiorno, Onorevole, mi deve scusare ma ho un'importante faccenda da sbrigare prima dell'inizio", guardai con molto distacco la faccia sorpresa del parlamentare, "Ci sentiamo dopo."
Sfoggiai uno dei miei più falsi sorrisi e non poté uscirmi meglio.
Non ci vedremo nemmeno dopo, esimio deputato, e non sarai certo tu a bloccarci i finanziamenti.
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L'OMBRA DEL PIPISTRELLO
AbenteuerCiò che la natura non osa fare, sarà l'uomo a farlo. In una grotta sperduta un gruppo di ricercatori fa una scoperta inquietante. I fatti che seguiranno saranno solo l'inizio di qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato. Il carico misterioso trasp...